10 vini bianchi della Liguria per sentirsi (sempre) in estate
Pigato, Vermentino e non solo: in una delle terre dove è più difficile coltivare le vigne, nascono vini bianchi di grande impatto, da gustare a tutto pasto. Ecco la nostra selezione.
Mare, sabbia e rocce. Ma anche colline, quelle dove da secoli i viticoltori liguri riescono a fare miracoli. Perchè la Liguria è una delle piccole grandi regioni del vino, dove le ‘fasce’ – i terrazzamenti con i caratteristici muretti di pietre a secco – – sono state strappate alla montagna e godono di una vista straordinaria.
In Liguria si produce poco vino – meno dell0 0,5% della produzione nazionale – ma unico, figlio del vento e del mare, realizzato su vitigni autotocni. Vini per appassionati, rossi o bianchi che siano, ma sono i secondi a dare il ritmo: su tutti Pigato e Vermentino.
Vini dallo stile mediterraneo, affilato, complesso, minerale. Dove la sapidità e i profumi iodati sono il tratto distintivo. Ma poi ci sono anche il sorprendente Sciacchetrà – uno dei simboli delle Cinque Terre – come il Golfo del Tigullio-Portofino, «cantato» dal grande De André in una strofa di Creuza de Mà.
Il Pigato è l’espressione della Riviera Ligure di Ponente: il vitigno arrivò nel Medioevo dall’Egeo, all’epoca colonia genovese. Destinato sostanzialmente al consumo nella zona di origine, solo nel Secondo Dopoguerra iniziò a essere conosciuto, grazie al turismo sulla costa.
È un vino dal colore giallo paglierino che, se invecchiato tende a divenire giallo dorato; ha sapore sapido e secco, profumi di macchia mediterranea e polpa gialla.
Va consumato nei primi tre anni di vita, senza farlo invecchiare, anche se per certe riserve con apporti di legno o vinificazioni particolari si può andare oltre. Il top si produce tra Albenga e Imperia.
Servito a una temperatura tra gli 8 e i 10 gradi, si presta a quasi tutte le preparazioni della cucina ligure. Curiosità: il nome deriva dalla parola dialettale pigau, che vuol dire macchiato, a sottolineare l’aspetto puntinato degli acini dei grappoli maturi.
Il Vermentino non è solo ligure: se ne trovano di validi anche in Toscana e in Sardegna, nonchè in Corsica e in Spagna.
Resta un vitigno dalle origini misteriose: ci sono esperti che pensano si sia spostato dalla penisola iberica alle coste italiane e altri che sostengono la nascita proprio in Liguria, con una successiva diffusione in Mediterraneo.
Sta di fatto che quello prodotto sia a Levante sia a Ponente (le migliori etichette nascono intorno a La Spezia) è un bianco fresco e fruttato, caratterizzato da note di frutti bianchi, pesca, mela come sfumature erbacee di fiori di campo, salvia e ginestra.
Sicuramente meno strutturato di quello sardo – che è DOCG – il Vermentino ligure è più elegante ed eclettico: si serve tra gli 11 e i 13 gradi a tutto pasto, anche se dà il massimo con i crostacei e il pesce. Il suo colore limpido, giallo paglierino, con riflessi verdolini e talvolta dorati è la Liguria in una bottiglia.
www.vanityfair.it – 21/06/2017