La seconda giovinezza del venerabile Raboso

Il Raboso, vino autoctono delle terre del Piave,  è un vino di antichissima origine, prodotto da uno dei rari vitigni presenti nella zona Nord-Est d’Italia prima dell’avvento di Roma.

Plinio il Vecchio infatti, nella sua Naturalis Historia, fa cenno ad un vino il cui colore è più nero della pece, progenitore del Raboso, ma anche del Terrano, del Refosco e del Friularo.           

La caduta dell’Impero Romano produsse una vera e propria crisi della vitivinicoltura: per questo si è dovuto attendere l’espansione di Venezia come Repubblica Marinara per poter ritrovare testimonianze del vino Raboso.
Per secoli questo “vin da viajo”, vino da viaggio, fu il solo vino che la Serenissima riuscì ad esportare anche fino in Oriente grazie alle sue caratteristiche di varietà robusta, ricca di tannini e con un’alta percentuale di acidità, resistente a muffe e peronospora. Inoltre non teme il freddo, la siccità ed il passare del tempo.

La grande longevità di questo vino ha fatto sì che in passato sorgesse un’usanza destinata a diffondersi sia tra le famiglie contadine sia tra quelle nobili: conservare al momento della nascita di un bambino il Raboso per il giorno delle sue nozze.

Tradizione che oggi in molti stanno felicemente riprendendo. Così questo vino dalle ”caratteristiche organolettiche più vicine a quelle della buccia d’uva ancora selvatica, non domata” rappresenta col suo rosso caldo il cuore di una cultura.

La sua presenza nell’area veneto friulana  è documentata fin dagli inizi del ‘600.

Nel Bollettino Ampelografico del 1885 si cita con estrema precisione il Raboso del Piave quale vino con importanza assai nota, soprattutto all’estero e specialmente nelle cantine dei ricchi inglesi, doni provenienti dagli ambasciatori della Serenissima.

La predominante presenza e produzione del vino Raboso permane sino al secondo dopoguerra. Dagli Anni ’50 – ’60, la produzione viticola si è spostata su varietà più richieste dal mercato, in particolare il Merlot e il Cabernet per quanto riguarda i vini rossi.

Il Raboso Piave conosce in quegli anni una progressiva contrazione e si devono attendere gli anni ‘90 e la costituzione della Confraternita del Raboso Piave  per assistere a una sua giusta qualificazione e ad un progressivo rilancio grazie all’impegno di coraggiosi viticoltori .

La sua coltivazione  si estende storicamente a ridosso del fiume Piave per tutta la pianura trevigiana, da Conegliano fino a San Donà di Piave.

La vinificazione ottimale richiede una adeguata macerazione nelle bucce: in tal modo si ottiene un vino di ottimo corpo, aspro e tannico da giovane, molto adatto all’invecchiamento.

Lasciato maturare in botti di legno, acquista col tempo un bel colore rosso rubino carico, con riflessi granati, uno splendido bouquet ampio e pieno che ricorda le violette di campo e anche, marcatamente, il profumo di marasca. Per ottenere la D.O.C. il Raboso non può essere immesso al consumo se non dopo un periodo di invecchiamento di almeno tre anni, di cui almeno uno in botte.

Ha sapore secco, austero, sapido, lievemente acidulo, pienamente appagante. Il Raboso Piave, raggiunta la sua piena maturità, è uno dei grandi vini rossi italiani. È pure un eccellente vino da meditazione, compagno ideale delle lunghe sere invernali fra amici.

Esistono principalmente due varietà di uva Raboso: Raboso Piave e Raboso Veronese. Si differenziano tra loro perché danno luogo ad un vino robusto, aspro, astringente e tannico da giovane, la prima; mentre la seconda dona un vino più morbido ma dalle tipiche note varietali inconfondibili.

L’Azienda Zanatta, situata proprio nel cuore della zona del Raboso, lo propone quale vino d’annata in tre versioni: Raboso, Raboso frizzante e Rosato di Raboso.

Il Raboso, vino tranquillo ottenuto dalla varietà di Raboso Piave in cui le note varietali sono molto spiccate, è particolarmente apprezzato nell’abbinamento di grandi secondi di carni rosse e cacciagione, in cui la tipica ed importante nota acida regala un sentore di “pulizia” in bocca.

Il raboso frizzante, da uve Raboso Veronese vino leggermente più amabile del primo, che ben si accompagna ai salumi e formaggi stagionati.

Il rosato di raboso, vino frizzante ottenuto dalla vinificazione in rosa del taglio tra Raboso Piave e Veronese, particolarmente beverino, leggermente amabile ottimo come aperitivo e fuori pasto, è molto gradito nella stagione estiva.

www.telestense.it – 16/06/2014

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