Tempranillo, uva pellegrini spagnoli vincente per Italia
Da Santiago di Compostela all’Italia centrale furono i pellegrini a portare semi di Tempranijo o Tempranillo, un vitigno spagnolo a bacca rossa che sta dando grandi soddisfazioni ai primi produttori italiani che ci hanno creduto.
Casale del Giglio, nel panorama vitivinicolo laziale, con i grappoli iberici ha appena conquistato una ‘Gran Menzione’ Vinitaly al 22/mo Concorso Enologico Internazionale per la categoria ”Vini rossi dai tre ai quattro anni dalla vendemmia”, insieme al Premio Speciale “Vinitaly Nazione 2015″.
La premiazione si terrà durante Milano Expo al padiglione ‘Vino – A Taste of ITALY’.
Un risultato importante che coincide con la ricorrenza dei “30 Anni di Ricerca” dell’azienda pontina, sottolinea il produttore Antonio Santarelli che, seguendo l’intuito paterno, ha impiantato quasi 60 varietà di vitigni diversi per produrre attualmente una gamma di 20 vini da monovitigni e da assemblaggi.
Mentre a San Miniato (Pisa) l’azienda Pietro Beconcini ha recentemente presentato una verticale dei ”Dieci anni di Vigna alle Nicchie” dimostrando tutta la longevità e il carattere di queste uve.
”Nel 1995 abbiamo sperimentato microvinificazioni su varietà minori, in collaborazione con Attilio Scienza – ricorda Leonardo Beconcini – e il Tempranillo è emerso di prepotenza.
Per quanto riguarda la storia, dalle ricerche dell’Istituto sperimentale di Arezzo si è risaliti al parroco agronomo Giovan Battista Landeschi che nel 18/mo secolo ha portato a terrazzamenti le colture samminiatesi, impiantando che vitigno che potrebbe essere stato portato dai pellegrini della via Francigena e Santiago de Compostela dovrebbe essere il luogo d’origine.
All’epoca ci si metteva in marcia con i semi, utili anche per essere barattati lungo il cammino. Il mio – sottolinea – è un vino da ristorazione, va spiegato.
Ora possiamo commercializzarle come Igt Toscana Tempranillo, richieste anche sul mercato estero dal Brasile al Canada, dal Giappone al Regno Unito.
E a distanza di tre secoli, ora abbiamo la scientificità – conclude Beconcini – che queste piante sono di Tempranillo; a fine anno contiamo di ottenere il clone”