Rari, preziosi, unici: i vini estremi
In un mercato del cibo e delle bevande sempre più globalizzato, e dove ogni prodotto sembra essere vincente quando permette di emulare e omologarsi, c’è ancora chi, per fortuna, marcia in controtendenza.
E il lavoro di pochi coraggiosi permette di ritrovare un’identità a piccole terre, minuscoli angoli di quiete che si mantengono intatti proprio grazie alla loro conformazione: zone isolate, difficilmente raggiungibili dai mezzi di trasporto, con climi duri, fredde oppure caldissime, battute dal vento.
Ed è proprio qui che hanno origine i Vini Estremi: poche bottiglie, se le paragoniamo alla produzione immensa di molti altri vini, ben più noti, ma che racchiudono un nettare prezioso e diventano simbolo della fatica e della tenacia dell’uomo, e del miracolo che queste possono compiere quando incontrano la forza straordinaria della natura.
I Vini Estremi sono stati riuniti sotto un marchio dall’azienda trentina Proposta Vini, che ha scelto di promuoverli e distribuirli facendo conoscere la storia che si nasconde dietro ogni singolo bicchiere.
Vini ‘eroici’, come vengono definiti, frutto di fatica e di determinazione. Ecco allora i vitigni che vivono sulla sabbia del mare, come a Sant’Antioco, in Sulcis; o sui terrazzamenti ad alta quota, sulle pendici dell’Etna e in Val d’Aosta, dove si spingono fino a 1250 metri sopra il livello del mare; oppure crescono in apposite buche, per impedire che il vento con la sua forza immensa se li trascini via, come avviene a Pantelleria.
Vitigni che hanno nomi evocativi, che rimandano a riti e tradizioni contadine altrimenti destinate a scomparire: basti pensare al Vino Santo trentino, così chiamato perché le uve, che nascono su vigneti piantati in piccolissimi appezzamenti, vengono vendemmiate nel periodo della Settimana Santa, dopo un appassimento sulle piante di lunghi mesi durante il quale gli acini si seccano grazie all’Ora del Garda, il caratteristico vento che soffia dal lago e fa produrre la muffa nobile capace di donare al vino un gusto davvero particolare.
Per raccogliere queste uve si utilizza la potenza dei cavalli, in certi casi perfino gli elicotteri. E dove non si può nemmeno così, si ritorna alla forza delle braccia di donne e uomini che devono percorrere chilometri a piedi per arrivare ai vigneti.
Alla vigilia del Vinitaly, il Salone Internazionale del Vino ospitato come sempre in Fiera a Verona, non resta che prepararsi ad andarli a scoprire, questi preziosi nettari, che si stanno affacciando sul mercato incuriosendo gli esperti e diventando sempre più ricercati da chi ama il vino ma soprattutto ama scoprire, attraverso un calice, la storia di un territorio e dei suoi eroici abitanti.
www.popolis.it – 20/03/2016