Attenzione ai finti vini in polvere, il vero vino si fa con l’uva
Un bicchiere di vino a tavola è benvenuto, ma diffidiamo alle imitazioni. Infatti sono almeno 20 milioni le bottiglie di pseudo vino che vengono ottenute da polveri “miracolose” contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Lambrusco o Montepulciano.
Ha denunciato questo scandalo dell’enogastronomia il presidente della Coldiretti Sergio Marini (nella foto) nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio.
Qui è stata inaugurata la più ampia esposizione di falsi prodotti alimentari Made in Italy con gli ultimi, nuovi e pericolosi esempi di inganno a danno dei più prestigiosi vini delle diverse regioni italiane. “Dopo la diffusione in Nordamerica, dove si sta registrando un vero boom con la moltiplicazione delle ditte produttrici e delle etichette falsificate, i wine-kit – afferma Sergio Marini – sono arrivati anche in Europa dove, non solo si possono acquistare via internet o in molti negozi, ma è stato addirittura aperto uno stabilimento di lavorazione”.
“In un Paese che fa parte dell’Unione Europea come la Svezia abbiamo scoperto – precisa Marini – una fabbrica che a Lindome, vicino a Goteborg, produce e distribuisce in tutto il continente e del tutto indisturbata oltre 140mila wine-kit all’anno dai quali si ottengono circa 4,2 milioni di bottiglie. I wine kit della società Vinland vengono venduti con i marchi Cantina e Doc’s che fanno esplicito riferimento alla produzione italiana, ma anche ad un marchio di qualità tutelato dall’Unione Europea, e promettono in soli 5 giorni di ottenere in casa vini come Valpolicella, Lambrusco, Sangiovese o Primitivo, per i quali vengono addirittura fornite le etichette da apporre sulle bottiglie”.
“Il vino si fa con l’uva prodotta in vigna e trasformata nella cantina e va eventualmente invecchiato secondo precise regole – ricorda Marini – e non si ottiene certo con le bustine in polvere dalle quali si realizzano miscugli che non hanno neanche il diritto di chiamarsi con il nome del nettare di bacco”. E mentre la Coldiretti ha chiesto alle autorità nazionali di intervenire immediatamente su uno scempio che mette a rischio con l’inganno l’immagine e la credibilità dei nostri vini più prestigiosi e che “si tratta di un esempio eclatante della superficialità con cui troppo spesso in Europa si trattano i temi della qualità alimentare e della trasparenza dell’informazione ai consumatori sull’origine e sui processi che portano gli alimenti sulle nostre tavole”.
La Coldiretti spiega che, secondo la ditta produttrice, con una spesa compresa tra i 30 e i 40 euro per un kit da 30 bottiglie è possibile realizzare anche a casa un processo che anche in 5 giorni porta alla produzione di vini delle più note denominazioni. Si parte da un liquido che pare mosto concentrato e da diversi tipi di polveri che sembrano essere il lievito necessario per la fermentazione, la bentonite per la chiarificazione del vino, il metabisolfito di potassio, il sorbato di potassio come antifermentativo e il liquido chiarificatore, ai quali a volte nei kit si aggiunge addirittura la segatura per dare il sapore del legno.
Le istruzioni per l’uso contenute nei wine-kit sono dettagliate e si chiudono con dei curiosi consigli per i “produttori” come: “conservare il vino in luogo fresco e buio”; “Il vino rosso va aperto alcune ore prima di servirlo a temperatura ambiente, mentre il vino bianco può essere refrigerato in frigorifero”; “Un bel bicchiere di vetro valorizza al meglio le caratteristiche del vino per cui è opportuno impiegare tale bicchiere per il ‘produttore’ padrone di casa e bicchieri in plastica per gli altri commensali, in modo da non correre il rischio che gli ospiti siano troppo entusiasti del vino e ne chiedano ancora”.
Noi che abbiamo la fortuna di avere la cultura del buon bere non facciamoci ingannare. Nella dieta mediterranea sono considerati accettabili due bicchieri di vino al giorno, uno a pasto. Tra tutte le bevande alcoliche è quella con il minor numero di calorie: 100 ml di vino rosso portano 65 calorie, 100 ml di vino rosè ne hanno all’incirca 75, e 100 ml di vino bianco arrivano a 85 calorie. Perciò un bicchiere di vino può accompagnarci a tavola nella dieta e rendere più allegro anche il piatto più scarno. Basta assumerne con moderazione, e che sia vino di qualità, e non una mistura di dubbia qualità ottenuta con le polverine.