Curiosità
Oltre 200 Dop del vino contro la riforma al vaglio dell’Ue sulla protezione dei brevetti
Non c’è solo la questione sulle etichette a tenere banco nella politica del vino europea. In queste ore infatti sta circolando una lettera nei palazzi di Strasburgo del Parlamento europeo e nelle sedi di alcuni ministeri romani, in cui oltre duecento denominazioni europee del vino, hanno espresso un parere contrario al ruolo forte ufficio brevetti e a stralcio norme da Pac. Un secco no a un ruolo forte dell’Agenzia Ue per la protezione dei brevetti (Euipo) sulle Dop e allo stralcio di parte delle norme sui vini a indicazione di origine dalla Pac. La presa di posizione sulla riforma Ue delle norme Dop e Igp vede in campo oltre denominazioni tra cui Franciacorta, Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Istituto Marchigiano Tutela Vini, Consorzio Castel del Monte, Vino Nobile di Montepulciano.
Sono due i temi caldi indicati nella proposta di riforma della politica delle Ig, che indica i prodotti a indicazione geografica, una minaccia esistenziale per le denominazioni in questione, si legge testualmente nella lettera. La Commissione europea vuole dare un ruolo di primo piano all’Euipo nella gestione dei disciplinari Dop. Per i produttori di vino, il ruolo dell’Agenzia dovrebbe essere limitato alla gestione del registro delle Dop e di un sistema di allerta contro le contraffazioni online. La paura è che con lo spostamento di alcune delle norme sulle Dop e Igp vino dalla Pac alla riforma in preparazione a livello Ue, “non saremo più in grado di riformare la politica vitivinicola delle indicazioni geografiche unitamente alla Pac” e la parte delle istituzioni Ue con competenze agricole, “perderà la capacità di definire le politiche” delle Dop e Igp del vino.
https://www.ansa.it – 11/03/2023
Lo sapevi che puoi fare il bagno nel vino? Perchè è consigliato farlo
Nell’antichità era molto praticato, oggi nessuno si sogna di fare il bagno del vino. Secondo gli esperti però farlo arreca al corpo tantissimi benefici. Ecco perché dovreste cominciare a farlo almeno una volta al mese.
Chi ama avere una bella pelle, curata e pulita da anti-estetiche macchie, dovrebbe ricorrere alla vinoterapia. Il vino, infatti, non è solo buono da bere ma anche da usare come antiossidante, tonificante e detossificante. L’uva può apportare al vostro corpo più benefici di quanti ne immaginate.
Ad oggi non tutti sanno cos’è la wine therapy e perché, secondo degli esperti del benessere, fare il bagno nel vino risulta un trattamento di cui non dovremmo fare a meno. Nel mondo moderno tutti vogliono curarsi e risultare belli fuori, preoccupandosi un po’ meno di come sono dentro però. Il trattamento con il vino ha diverse caratteristiche positive per il nostro corpo, curandolo dall’interno.
La vinoterapia sfrutta in tutto e per tutto le proprietà ma anche i principi attivi dell’uva. Con le sue caratteristiche, il vino è un ottimo bioattivatore estetico, Leggi il resto di questo articolo »
Il vino è nato 11mila anni fa, la sua origine è scritta nel Dna
L’origine dell’uva e quella del vino, che finora sono state un mistero finora irrisolto, risalgono a 11mila anni fa, grazie a due eventi di domesticazione separati geograficamente da più di 1.000 chilometri ma simili nel risultato, avvenuti in Asia occidentale e nella regione del Caucaso.
Lo ha ricostruito la più vasta analisi genetica mai condotta, che ha esaminato oltre 3mila campioni di varietà di vite provenienti anche da collezioni private e da esemplari mai documentati.
Lo studio è pubblicato sulla rivista Science, conquistando anche la copertina, dal gruppo internazionale guidato da Università agraria cinese dello Yunnan, Laboratorio statale di genomica agraria di Shenzhen e Accademia Cinese delle Scienze di Pechino, con la collaborazione italiana delle Università di Milano, Milano-Bicocca e Mediterranea di Reggio Calabria, del Centro nazionale per la biodiversità (Nbfc) di Palermo e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).
Anche se l’uva e il vino rivestono un ruolo di primo piano dal punto di vista culturale, è stato finora difficile confermare il momento e il luogo esatti della loro origine, principalmente a causa di analisi genetiche che hanno riguardato soltanto poche varietà. Le principali ipotesi sostenevano che la coltivazione della vite da vino (Vitis vinifera) fosse nata da un’unica domesticazione della varietà selvatica (Vitis sylvestris), avvenuta in Asia occidentale prima dell’avvento dell’agricoltura e che le varietà di uva da tavola fossero arrivate solo molto più tardi. Leggi il resto di questo articolo »
Questa sera pizza ma cosa è meglio bere?
Quando si ordina una pizza è quasi impossibile anche solo pensare di accompagnarla con l’acqua e, a meno che siate astemi, potete scegliere tra la birra o il vino. Ma cosa sarebbe meglio scegliere tra i due? La risposta giusta esiste e a condividerla sono i nutrizionisti stessi. E voi cosa preferite?
Diciamoci la verità quando prendiamo una pizza quasi sicuramente decidiamo di accompagnarla con una birra fresca. L’accostamento sembra perfetto, ma siamo sicuri che sia davvero così? Con che cosa sarebbe preferibile, secondo i nutrizionisti, accompagnare il piatto preferito dagli italiani?
La risposta giusta, quindi, è il vino sarebbe infatti questo tra le due alternative proposte sopra quella più appropriata alla pizza e la motivazione ha a che fare con valori nutrizionali e la loro composizione.
Birra e pizza sono entrambi fonte di carboidrati e di lievito. E due prodotti ricchi di lievito se consumati insieme possono provare flatulenza e gonfiore intestinale. Da questo punto di vista, invece, il vino è diverso e c’è maggiore possibilità di abbinamento.
Non resta che vedere quale vino sia migliore scegliere in base alla pizza che abbiamo; la scelta prima di tutto deve essere fatta in base anche agli ingredienti che ritroviamo sulla pizza stessa.
Se, per esempio, abbiamo scelto una margherita l’acidità del pomodoro sarà la nota a prevalere e per questo il vino da scegliere dovrebbe essere poco acido, con un basso volume alcolico e anche poco tannico. Vanno, quindi, bene un Lambrusco o un Pinot Grigio.
Se optiamo per una pizza capricciosa allora un vino rosato; la pizza 4 formaggi chiama invece bollicine come uno spumante extra dry.
https://www.checucino.it – 25/02/2023
Mangiare vino e formaggio fa bene?
Abbinare formaggio e vino richiede una certa abilità perché ogni singolo prodotto, che sia fresco o stagionato, che abbia un sapore più forte o più delicato, ha le sue peculiarità e caratteristiche. In generale più il formaggio ha struttura più il vino deve essere corposo, insomma deve essere in grado non solo di esaltarne il sapore ma anche bilanciarne il gusto.
Tra gli abbinamenti enogastronomici più famosi del mondo, quello del vino rosso e del formaggio ha certamente una posizione di rilievo. Basta pensare ai corsi, alle degustazioni, alle fiere, e alle manifestazioni ad essi dedicati, alle proposte di enoteche, cantine e ristoranti, fino all’immaginario romantico di una cena a lume di candela con tanto di calici di vino rosso e un vassoio di formaggi accompagnati da deliziose piccole marmellate, composte e miele. L’arte dell’abbinamento di vino e formaggio richiede studio, conoscenza approfondita delle materie ed esperienza. Va detto prima di tutto che la gamma di formaggi è vastissima e presenta caratteristiche gusto-olfattive diverse.
Ogni singola qualità di formaggio richiede quindi che il vino da associare venga accuratamente selezionato, così da esaltarne il sapore. Uno studio scientifico ha dimostrato che abbinare il formaggio e il vino fa bene alla salute del cervello. Leggi il resto di questo articolo »
Il vino Nobile di Montepulciano protagonista del mercato, già nel Medioevo
Oggi 7 bottiglie su 10 di vino Nobile di Montepulciano volano sui mercati di tutto il mondo, con un valore alla produzione stimato in 65 milioni di euro, e un valore complessivo, tra patrimonio immobiliare, vigneti e indotto sul territorio, che sfiora 1 miliardo di euro. Ma quel vino che il letterato (ed il medico più alto in grado alla Corte dei Medici, ndr) Francesco Redi definì “d’ogni vino il re” nel suo “Bacco in Toscana” del 1685, era protagonista del mercato del vino già nel Medioevo.
Come testimonia un raro contratto di mercatura del 17 ottobre 1350, conservato nel fondo Madonna de’ Ricci (crociferi) dell’Archivio di Stato di Firenze, ritrovato grazie alle attività di ricerca, promossa dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, guidato da Andrea Rossi e diretto da Paolo Solini. Che hanno portato al ritrovamento della registrazione notarile di una società di commercializzazione ed esportazione del vino prodotto nelle vigne di un esponente della famiglia signorile dei Del Pecora di Montepulciano, attraverso l’intervento del mercante Jacopo di Vanni di Santa Fiora.
La pergamena, una vera e propria rarità documentale sia per la datazione che per il contenuto, testimonia, come dice lo storico Repetti nel suo famoso Dizionario (Firenze, 1839) che il “vino squisito di Montepulciano, … s’inviasse all’estero da tempi assai remoti”, e fu scritta pochi anni dopo la redazione degli Statuti di Montepulciano del 1337 che normavano la produzione, la vendita e la fiscalità del prodotto enologico per il quale la città era già nota in quel profondo passato.
“Un ritrovamento che è avvenuto nei mesi scorsi, grazie al lavoro che stiamo facendo insieme alla Società Storica Poliziana per ricostruire la storia del vino a Montepulciano – spiega il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi – e che oggi abbiamo potuto presentare a tutto il mondo per dimostrare quanto la tradizione vinicola nel nostro territorio sia importante, fin da tempo remoto”.
Un pezzo di storia che porta al presente, per quella che è stata la prima Docg d’Italia nel 1980 (con il Consorzio che custodisce la prima fascetta Docg del vino italiano, la serie AA n° 000001), e che, da due anni, ha aggiunto la menzione obbligatoria “Toscana” in etichetta, per tutti i vini, raccontato nell’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano, di scena oggi nella “perla del Rinascimento”.
https://winenews.it – 15/02/2023
Quella strana fossetta sul fondo delle bottiglie di vino…
Quella strana fossetta sul fondo delle bottiglie di vino, a cosa serve? Quando si parla di beni di consumo pregiati di solito si pone l’attenzione sul contenuto ma, nello specifico caso del vino, anche il contenitore ha la sua importanza. Una bottiglia di vino deve necessariamente seguire determinati parametri per conservare al meglio la pregiata bevanda.
In più, soprattutto nel caso di vini pregiati, deve rispettare anche criteri estetici e di design. Spesso la forma della bottiglia di vino viene influenzata da diktat della moda o da tradizioni antiche. Giusto per fare un esempio, le bottiglie di Bordeaux sono state modellate sulla bottiglia usata per il vino di Champagne.
Ma per quanto riguarda la tipica fossetta sul fondo di ogni bottiglia di vino, cosa possiamo dire?
La sua origine ha motivazioni pratiche. Inizialmente venne infatti realizzata dai soffiatori di vetro che costruivano le bottiglie con metodo artigianale. Un metodo che rendeva necessaria la fossetta per rendere stabile la bottiglia e che permettesse di poggiarla senza rischi. Oggi non è più così e la maggior parte delle bottiglie di vino vengono realizzate con metodo industriale, Ma allora, perché si è mantenuta nel tempo?
Le ragioni sono due, una più pratica e una dettata dalla passione per il vino. Scopriamole insieme!
Secondo la prima versione, forse la più pragmatica, la fossetta sul fondo delle bottiglie di vino si è mantenuta perché è in grado di raccogliere il sedimento che si forma in fase di invecchiamento. Riuscendo a farlo confluire sul fondo della bottiglia riduce la possibilità che finisca nel bicchiere mentre viene versato. In realtà nulla di tutto ciò è mai stato scientificamente provato ma, a quanto pare, il passaparola, è sufficiente per far mantenere la tradizionale forma.
Vi è poi una seconda versione che, in realtà, preveda che non servano versioni o spiegazioni di alcun tipo. Insomma, basta la storia secolare e la tradizione vinicola per far sì che si mantenga questa curiosa caratteristica. La cultura vinicola, in fondo, è fatta anche di antiche tradizioni e, anche se cerca costantemente di rinnovarsi guardando al futuro, non smetterà mai di discostarsi dal legame con la sua storia antica fatta di gesti ripetuti e legami con la natura.
https://www.flairplusultra.com – 13/02/2023
Se la Langa è così, trecento giovani per il mondo del vino
Saranno almeno trecento i giovani under 30 che affolleranno il teatro Sociale di Alba e l’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo per un’iniziativa voluta dal fondatore di Slow food Carlo Petrini, dal titolo Se la Langa è così.
Appassionati di enologia e nati nelle fortunate terre di Langa, Roero e Monferrato, i ragazzi sfideranno la cabala – la data prevista al Sociale è venerdì 17 febbraio – per conoscere, insieme a storici, attori e produttori, le tradizioni e le vicende del territorio in cui vivono. Il giorno successivo, sabato 18, dalle 10.30, all’Università di Pollenzo i ragazzi si confronteranno con un centinaio di vignaioli, attraverso tavoli tematici di assaggio e di racconto delle produzioni.
Non si tratterà di una degustazione, ma di un confronto a più voci su una terra benedetta, che i nostri giovani rischiano di non comprendere appieno, perché talvolta non ne conoscono la storia, fatta di grandi successi ma anche di immani sofferenze.
https://www.gazzettadalba.it 12/02/2023
Vicenza, il primo distributore automatico di carne italiano: inventiva o capriccio?
Si trova a Malo, in provincia di Vicenza, la prima macelleria dotata di distributore automatico che permette di vendere carne anche a negozio chiuso e riducendo quindi gli sprechi.
L’idea è di Antonio Adriani, che nel 1967 ha fondato con il fratello Santino la FAS di Schio, un’azienda nata con la costruzione, a mano, del primo prototipo di distributore automatico. La grande intuizione è dunque quella che qualsiasi cosa può essere venduta con la formula automatica.
Il caso pilota è quello della macelleria “La sartoria della carne”, negozio a gestione famigliare nel cuore di Malo (Vicenza), comune di circa 15mila abitanti che oggi può essere definito come la prima boutique della carne in Italia ad aver accolto la sfida del digitale nel settore dei prodotti freschi.
Un progetto sviluppato da FAS International avviato nel 2020, quando ha proposto a Denis Deganello di installare un distributore automatico refrigerato per la carne, da sfruttare come punto vendita 24 ore su 24, anche a negozio chiuso. Un progetto altamente innovativo per una realtà di provincia che ha sempre lavorato di passaparola e contatto con il cliente.
Legami e modi di fare comunità che teniamo a definire insostituibili e che speriamo non perderemo, ci permettiamo di aggiungere.
Intanto a Stone Ridge, nello stato di New York già dal 2018, Josh Applestone, macellaio dalla forte spinta innovativa, ha deciso di dotare la sua Applestone Meat Company di un distributore automatico di carne fresca aperto 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana.
https://www.romait.it – 31/01/2023
Il vino come “facilitatore” di relazioni umane: Eros e convivialità
Le riflessioni di Rosario Iannacchero, neurologo, e presidente Società Italiana Studio Stroke
“Il vino è uno strumento che stimola l’amicizia, il suo consumo moderato aiuta a relazionarsi, si dice “in vino veritas”, importante è non esagerare.
Il vino ha la sua storia, e per le malattie cardio e celebro vascolari in determinate condizioni può avere anche un ruolo protettivo e preventivo.
Dire categoricamente che non si deve mangiare questo o quello, o che non si deve bere, è un messaggio che non è corretto”.
https://winenews.it – 19/01/2023