Curiosità

Lollobrigida si schiera contro il vino dealcolizzato. «Altrimenti è succo d’uva»

Il neo ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare nel governo Meloni, Francesco Lollobrigida, dopo aver dichiarato battaglia alla carne artificiale, ora si schiera contro il vino dealcolizzato. In occasione della terza giornata di Eima International a BolognaFiere, infatti, ha dichiarato: «Ora, se il vino è fatto con l’alcol, lo chiami vino.

Se vuoi fare il succo d’uva, il mosto e lo vuoi distribuire a tutti, lo chiami semplicemente in un altro modo. Questo è un invito difendere anche la tipicità e la tipologia di alcune produzioni e il loro nome. Andremo in Europa come è normale, a ragionare insieme per difendere la qualità».

Il ministro Lollobrigida, infatti, fin dai primi giorni del suo mandato aveva messo in chiaro la sua intenzione di difendere la sovranità alimentare e il diritto degli italiani a mangiare bene. E con questo si era anche da subito schierato contro il cibo artificiale.

In occasione della terza giornata di Eima International a BolognaFiere, è intervenuto sul tema del vino dealcolizzato, dichiarando: «Io non contesto che uno non beva alcol, anzi, è una scelta legittima, per chi pensa che sia davvero dannoso, come alcuni tentano di certificare rispetto a un prodotto che da tremila anni viene utilizzato da tutti e devo dire sono tutte persone di sana e robusta costituzione».

E ha poi aggiunto: «Ora, se il vino è fatto con l’alcol, lo chiami vino. Se vuoi fare il succo d’uva, il mosto e lo vuoi distribuire a tutti, lo chiami semplicemente in un altro modo. Questo è un invito difendere anche la tipicità e la tipologia di alcune produzioni e il loro nome. Andremo in Europa come è normale, a ragionare insieme per difendere la qualità».

https://www.italiaatavola.net – 11/11/2022

Aeroporto e buon vino

Il 26 di ottobre 2022 è apparso sul sito di Toscana Aeroporti il documento di fattibilità relativo alla Proposta di Project review piano di sviluppo aeroportuale al 2035 “che contempla, quali principali azioni di progetto, la realizzazione della nuova pista di volo e del nuovo Terminal passeggeri”.

Il 27 di ottobre è stato individuato, tramite gara, anche il coordinatore (Alberto Cena presidente di Avventura Urbana) del dibattito pubblico che si terrà dal 10 novembre al 23 dicembre.

Il documento di Toscana Aeroporti è costituito da circa 560 elaborati tecnici. Stando a La Nazione del 28 ottobre,
“nessuno dei documenti presentati da Toscana Aeroporti è stato approvato da Enac lo saranno solo dopo la presentazione delle osservazioni eventualmente inserite a seguito del dibattito.

Il confronto si concluderà il 23 dicembre ed entro l’11 gennaio il coordinatore dovrà presentare alla Commissione nazionale la sua relazione conclusiva che conterrà tutte le istanze presentate. A questo punto sarà Toscana Aeroporti a presentare la propria relazione dichiarando la volontà di procedere e se intende recepire qualche osservazione. Esaurita e messa agli atti la procedura per il dibattito pubblico (la norma che lo ha istituito è del 2018) TA potrà dare il via ai passaggi formali veri e propri: la procedura di Via/Vas presso il Ministero della transizione ecologica (quella nata con il decreto legge semplificazioni del settembre 2020) e il passaggio ancora più importante: la conferenza dei servizi.”

Eppure, nonostante un iter tutt’ altro che scontato e nonostante che il documento non fosse ancora pubblico, Leggi il resto di questo articolo »

Il vino della solidarietà per Papa Francesco

È Gaetano Cataldo il primo sommelier italiano a consegnare personalmente nelle mani di Sua Santità il Papa una bottiglia di vino. Il coppiere sangiorgese nel corso dell’udienza generale del 28 settembre scorso ha donato a Papa Francesco il vino celebrativo creato per omaggiare l’isola di Procida capitale della Cultura 2022.

«Sua Santità, in riconoscenza a Procida abbiamo realizzato questa bottiglia e a nome di Procida e di tutte le persone che han contribuito alla sua creazione mi onoro di donarla a voi»: emozionatissimo e con la voce tremante sono state queste le parole pronunciate da Cataldo a Sua Eccellenza il Papa.

«Questo vino è nato da un progetto tanto francescano quanto eversivo, in quanto la bottiglia rappresenta il primo passo verso l’Umanesimo del vino ed è il primo vino della Cultura che non chiede il permesso ad alcuno per compiere una buona azione per la nostra amata terra – ha dichiarato il sommelier di Castel San Giorgio, fondatore e presidente dell’associazione “Identità Mediterranea” – abbiamo così dimostrato che non è la materia a generare il pensiero ma è il Pensiero a creare la materia».

Il vino nasce per ringraziare Procida per la sua nomina a capitale italiana della cultura con l’abbraccio enologico di 26 cantine provenienti da tutta la Campania, scelte su criteri di territorialità, sostenibilità ed etica enologica e produttiva.

Cataldo, fondatore di “Identità Mediterranea”, l’associazione che ha portato avanti il progetto e che ha ricevuto patrocini dai Comuni di Procida e Castel San Giorgio, dalla Regione e da molteplici associazioni, ha così dimostrato che, quello che sembrava un sogno, è diventato realtà.

https://www.lacittadisalerno.it – 23/10/2022

Abbinare il vino al cibo: come farlo nel modo migliore

È abitudine comune accompagnare l’aperitivo o il pasto serale con un buon bicchiere di vino. L’importante è farlo bene! Infatti, per ogni piatto e pietanza esiste l’abbinamento giusto con un particolare tipo di vino. Ciò permette di esaltare i sapori e creare un’armonia inconfondibile di odori.

Per riuscire ad abbinare il vino al cibo nel modo migliore è necessario prima di ogni cosa avere un’approfondita conoscenza di quelli che sono i principali vini. Solo successivamente è possibile acquistarli, o in un negozio fisico o usufruendo della vendita di vini online a prezzi vantaggiosi. In una cantina completa e rispettabile non possono mancare: Vini rossi, bianchi e rosè, Spumanti, Vini liquorosi, Passiti, Vini aromatici.

Un’importante distinzione va fatta tra vini rossi di struttura e di buon corpo e vini bianchi vivaci e morbidi. Sono queste le principali tipologie di vino che è possibile abbinare alle diverse pietanze. Di solito, tra le caratteristiche che maggiormente incidono sulla scelta vi è l’invecchiamento del vino. In ogni caso prima di scegliere la giusta bottiglia di vino da abbinare al cibo è necessario valutare un’altra serie di elementi.

Chi ha il desiderio di imparare in modo impeccabile ad accostare il vino giusto al cibo può seguire dei corsi da degustatore, con la possibilità di diventare un vero e proprio sommelier. Tuttavia, per il ruolo fondamentale che ha la cucina oggi, è indispensabile avere qualche nozione di base in modo da sapere qual è il miglior vino da servire con le pietanze preparate. Leggi il resto di questo articolo »

Pallagrello: rinasce il vino dei Borbone

I Borbone ne parlavano con entusiasmo, descrivendoli come vini “de’ migliori del Regno, così per loro qualità, e natura, come per la grata sensazione che risvegliano nel palato”.

Tanto apprezzati che re Ferdinando IV volle coltivarne le uve nei giardini della reggia di Caserta.

Ancor oggi le etichette di Pallagrello, originato dall’omonimo vitigno, sono un esempio unico dell’enologia campana: anche sotto il profilo della sostenibilità ambientale se, com’è vero, nel 2019, l’azienda vitivinicola Tenuta Fontana di Pietrelcina (BN) ha vinto un bando pubblico ideato per il ripristino dei vigneti reali nel bosco di San Silvestro, all’interno della reggia casertana, già oasi Wwf.

Il recupero della vigna ha preso il via dallo studio preliminare dei suoli per scegliere il portinnesto più adatto al tipo di terreno ed alle esposizioni presenti, cui hanno fatto seguito la progettazione dei lavori e gestione agro-ambientale biologica del vigneto stesso.

Un progetto che ha quindi reso possibile reimpiantare i filari di Pallagrello bianco e nero, oggi coltivati secondo il principio biologico: presente e passato intrecciati sia nel piglio del metodo colturale sia in quello dell’affinamento, che avviene in anfore di terracotta, utile a preservare le caratteristiche organolettiche del vitigno.

L’aneddoto reale ha invece ispirato il nome delle bottiglie, Oro Re, che ha avuto nel 2021 la sua prima vendemmia e, pochi mesi dopo, il debutto al Vinitaly di Verona. Ora si fa il bis con l’annata 2022.

https://www.teatronaturale.it – 13/10/2022

Unione italiana vini, ‘nuovo proibizionismo in Europa’

Quanto disposto ieri a Tel Aviv nel documento Oms, spiega l’Unione, “si discosta da quanto previsto dalla Global alcohol strategy approvata lo scorso maggio dalla stessa OMS e dalla votazione al Cancer plan da parte del Parlamento europeo che avevano rimarcato l’esigenza di focalizzare l’azione sul consumo dannoso di alcol. Il risultato emerso dal voto è una scure per il mondo del vino e l’inizio di una nuova ondata proibizionista per il settore”. “Le linee guida, accolte integralmente senza alcuna opposizione da parte delle delegazioni, anche quella italiana, – sottolinea Uiv – prevedono un contrasto al consumo tout court dell’alcol come priorità di azione, con un obiettivo di riduzione del 10% pro-capite entro il 2025. Tra le politiche che l’organizzazione proporrà ora ai Paesi interessati, l’aumento della tassazione, il divieto di pubblicità/promozione/marketing in qualsiasi forma, la diminuzione della disponibilità di bevande alcoliche, l’obbligo di health warning in etichetta e un nuovo approccio alla concertazione delle politiche che vedrebbe totalmente escluso il settore dal dibattito”.

https://www.ansa.it – 16/09/2022

Dopo la Slovenia, ora anche Cipro attacca l’aceto balsamico

In Europa non si fermano gli attacchi nei confronti delle Dop italiane. Dopo i tentativi della Croazia di insidiare la Doc del Prosecco, e dopo la sfida lanciata dalla Slovenia all’aceto balsamico di Modena, ora anche Cipro si aggiunge alla lista: così come fece un anno fa Lubiana, il 22 giugno scorso Nicosia ha notificato alla Commissione europea la legge che introduce la possibilità di chiamare “aceto balsamico” una miscela di aceto, mosto d’uva e zucchero prodotta dalle imprese locali.

Il Consorzio di tutela dell’aceto modenese, che ha appreso della notifica solo in questi giorni, è insorto: «È in atto un attacco inaudito da parte dei Paesi europei, che cercano di appropriarsi del nome e sfruttare il successo dell’originale prodotto modenese Igp conosciuto e consumato in tutto il mondo». Come nel caso della Slovenia, l’Italia può fare opposizione a Bruxelles.

Ma il tempo a disposizione è molto poco: i tre mesi per presentare le contromosse scadono il 22 settembre, troppo poco per poter preparare i documenti necessari. Proprio per questo il Consorzio di tutela ritiene di estrema gravità il fatto che il ministero dell’Agricoltura abbia comunicato soltanto il 7 di settembre quando avvenuto nelle sedi europee, Leggi il resto di questo articolo »

Attica, il vino della capitale Greca si reinventa

L’Attica è una delle regioni di maggiore tradizione vitivinicola dell’intera Grecia, un areale di prim’ordine in piena trasformazione che vanta non meno di 26 aziende vitivinicole e professionisti della gastronomia che hanno saputo crescere facendo squadra. La vicinanza del mare, la cui salsedine svolge un’ottima azione antiparassitaria per le viti, la continua ventilazione, i terreni perlopiù calcarei, la rendono particolarmente adatta alla viticoltura. Il vitigno principe della zona è il Savatianò, uva indigena a bacca bianca da millenni viene coltivata nella zona e con la quale si produce il tipico Retsina, vino bianco fermo a cui si aggiunge la resina del pino di Aleppo.

Il pieno sviluppo del suo potenziale qualitativo, la diversità dei terroir disponibili, il numero crescente di dinamiche aziende vinicole, stanno guidando il rinnovamento dell’Attica e dei vigneti della zona. Le nuove generazioni di vignaioli lavorano con uve autoctone e internazionali offrendo un’interessante gamma di stili. Si sperimenta la viticoltura moderna, si vinifica in vasi alternativi mantenendo sempre il focus su tradizioni di lunga data. Pet-Nats, vini a basso intervento e privi di solfiti, affinamenti sulle fecce fini, Leggi il resto di questo articolo »

Vino biologico, naturale e biodinamico: qual è la differenza tra i 3?

Il vino è una delle bevande più antiche e apprezzate al mondo. Già nei poemi omerici veniva fatta menzione di questa bevanda inebriante così come dei molti rituali ad essa legati come i culti a Dioniso, poi elaborati nella versione romana dei baccanali.

Iniziamo col dire che i vini biologici e quelli naturali sono gli unici a rispondere ad una chiara definizione impartita dal regolamento europeo. Crerchiamo di approndire la differenza fra i vini biologici, quelli naturali e quelli biodinamici.

Un vino organico (ovvero biologico) deve provenire da vigneti a certificato biologico, ovvero deve essere il frutto di una piantagione non trattata con sostanze chimiche come pesticidi, fertilizzanti o erbicidi. Gli unici composti utilizzabili sono lo zolfo e il solfato di rame.

I fertilizzanti anche devono essere biologici, non intaccare, cioè, il normale equilibrio dell’ecosistema e della biodiversità del terreno. I vini biologici presentano sull’etichetta una foglia su sfondo verde circondata da stelle, quelle dell’unione. Se il vino è spagnolo, la certificazione biologica sarà quella di un sole su un cielo blu, un terreno marrone e delle linee in diagonale di colore verde.

I vii biologici sono più espressivi nel gusto perchè derivati Leggi il resto di questo articolo »

Il sorprendente vino di Israele

Per quanto testimonianze scritte facciano risalire la presenza della viticultura e produzione di vino in Galilea a oltre 3000 anni fa, la viticultura moderna in Israele ha radici recenti. Fu il barone Edmond de Rothschild di origini ebraiche nel 1882 a fondare la cantina Carmel, finanziando iniziative vitivinicole in Terra Santa sperando che diventasse il cuore produttivo dei vini Kosher per gli ebrei di tutto il mondo.

Piantò due vitigni, il Chenin Blanc e il Carignan dando il via così alla nuova viticoltura israeliana. L’inizio non fu fortunato: il primo raccolto fu bruciato da un’ondata di caldo, poi arrivò la fillossera. Il successivo turbolento periodo storico non aiutò. Bisogna aspettare il 1983, un secolo dopo, quando un noto professore di enologia della California University, Cornelius Ough, fonda la Golan Heights Winery sulle alture del Golan, una delle zone più vocate del paese.

Notevoli i risultati enologici di questa azienda, la prima a puntare sulla qualità. Dalla fine degli anni ’80 si è registrato un proliferare di aziende, che vanno dalle più grandi certificate Kosher fino alle piccole wine boutique. Secondo i dati di Assovini 2021, attualmente si contano circa 300 aziende con vigneti che coprono circa 6.000 ettari. Per quasi quattro quinti sono dedicati a uve rosse. La produzione è dedicata al mercato interno, anche se un buon 15% è destinato all’esportazione.

Le varietà più diffuse sono Cabernet, Carignan e Merlot, che coprono il 50% della produzione. I territori vocati passano dal mare alle montagne, dalle valli fertili al deserto. Tra le aree più vocate, la Galilea, al nord del paese. Qui hanno sede alcune delle cantine migliori di Israele – tra cui appunto la Golan Heights Winery – che conta quattro sottozone, Alta e Bassa Galilea, Tabor e appunto Golan Heights.

L’area è caratterizzata da buoni rilievi, escursioni termiche tra il giorno e la notte e terreni drenati al punto giusto. Un territorio vario, in cui la vite viene coltivata tra i 400 e i 1200 metri s.l.m., con picchi fino a oltre 2000 metri di altezza, Leggi il resto di questo articolo »