Curiosità
Prosecco: la proposta shock di cambiare nome al vino più pop
Ci sono pochi vini bistrattati e discussi quanto il Prosecco. E mentre persino l’Unesco cede al fascino della bollicina più pop del mondo, assegnando il suo massimo riconoscimento, quello di Patrimonio dell’Umanità, alle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, queste ultime cercano di prendere le distanze dalla più diffusa ed economica DOC, attraverso un cambio di nome.
Ormai è difficile togliersi di dosso quella nomea un po’ così e arriva, come una bomba, la provocazione del Consorzio del Prosecco Superiore: basta, il nome ormai è abusato, non si può più parlare di Prosecco.
“Il prosecco è il nostro passato, il prosecco superiore il nostro presente, il Conegliano Valdobbiadene il futuro”, spiega il presidente del Consorzio del Prosecco Superiore Innocente Nardi a Il Gazzettino.
Insomma, la volontà è quella di marcare i confini, di ricostruirsi una reputazione, di sottolineare le differenze tra il Prosecco Doc e la produzione più vocata.
“Immaginiamo che in un decennio questo sparkling sarà conosciuto da tutti come Conegliano Valdobbiadene”, ammette, in tutta sincerità al Gazzettino Innocente Nardi. “Oggi il prosecco è un prodotto massificato. Il nostro è un bere differente”.
Insomma, c’è bisogno di un taglio netto. Che rimarchi due produzioni in fondo diverse, per metodologia, per qualità, e anche (non in ultimo) per prezzo. Perché un Prosecco Superiore, prodotto sui pendii rispettando i criteri di mantenimento della qualità, non può essere una bollicina per lo spritz, ma dovrebbe essere venduto, spiega il Gazzettino, tra gli 8 e i 10 euro in cantina, sui 15 euro in enoteca e a non meno di 18/20 euro al ristorante.
www.dissapore.com da Il Gazzettino – 04/09/2019
Vino, il Chianti Docg cambia il disciplinare. L’annuncio del Consorzio
La possibilità di adottare il nuovo limite zuccherino a partire dalla vendemmia 2019/2020. Il presidente Busi: “Finalmente ci adeguiamo alle normative europee. Prevediamo aumento delle vendite”
Un cambiamento importante, che permetterà alle aziende di adeguarsi alle normative europee e produrre vini di alta qualità e allo stesso tempo in grado di venire maggiormente incontro ai gusti dei mercati stranieri, soprattutto statunitensi, sudamericani e orientali.
E’ l’obiettivo della modifica sulle caratteristiche al consumo del disciplinare del Vino Chianti Docg pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’8 agosto 2019 e diventata quindi realtà in ambito nazionale.
La modifica interessa il residuo zuccherino massimo e arriva dopo un lungo lavoro di istruttoria che ha visto in prima fila il Consorzio Vino Chianti come portavoce delle aziende toscane e della loro necessità di allinearsi alle normative europee.
Un processo di riqualificazione e riposizionamento sui mercati internazionali che segue la tendenza manifestata già da altre denominazioni in Europa. Leggi il resto di questo articolo »
Nell’osteria più antica del mondo vietato lo spritz «Qui solo vini autoctoni»
Il vino che sembra un blues degli anni Trenta nella più antica osteria del mondo. “Al Brindisi”, a Ferrara, l’oste-musicista Federico Pellegrini ha una eredità importante sulle spalle. E uno sguardo aperto sul presente. Nel locale si dissetarono Benvenuto Cellini, Tiziano Vecellio e Torquato Tasso.
E l’astronomo Niccolò Copernico, che qui soggiornava. E Ludovico Ariosto. Fu proprio il poeta ferrarese a scrivere cosa si beveva nel Cinquecento: Vernaccia di San Gimignano e non gli autoctoni: “Senza molta acqua i nostri, nati in loco/ palustre, non assaggio, perché, puri,/ dal capo tranno in giù che mi fa roco”. I vini locali, pensava, vanno annacquati, perché l’acidità eccessiva causa raucedine.
Cinque secoli dopo tutto è cambiato. “Al Brindisi” è ora il luogo ideale dei vini localissimi. Quelli delle sabbie, prodotti nella costa tra le province di Ferrara e Ravenna, la zona del Bosco Eliceo, dell’omonima Doc (dal 1991).
“Il Fortana del Bosco Eliceo è un piccolo vino che diventa grande se abbinato bene, con i piatti della cucina ferrarese – spiega Pellegrini-. Seguo direttamente vigna e cantina e poi faccio imbottigliare una mia selezione, usando cloni diversi”.
L’enoteca è attiva almeno dal 1435 (a quell’anno risale il primo documento, ma pare sia stata aperta nel 1100 per gli operai della cattedrale). Compare nel Guinness dei primati.
E’ uno dei 215 tra bar, ristoranti e hotel mai banali inseriti nella guida “Locali storici d’Italia” (tra gli altri ci sono le ottocentesche Bottega del vino di Verona e la Fiaschetteria Italiana di Montalcino, con il liberty che piaceva a Ferruccio Biondi Santi).
“Il Fortana è viscerale, come un vecchio blues con un solo accordo che dà emozione e forza”. L’oste, che è anche un bluesman, dietro al bancone racconta non solo la storia del Fortuna. Elogia il suo bianco Montuni (”semi aromatico”).
“Qui non serviamo spritz, bibite o caffè, solo vini, soprattutto dell’Emilia Romagna, molti di piccoli vitigni locali, come il Longanesi o l’Alionza, dimenticati e riscoperti”. Anche l’Ariosto ora potrebbe ricredersi e berli puri senza rischiare di perdere la voce.
cucina.corriere.it – 29/08/2019
Un bicchiere di vino rosso equivale a un’ora in palestra
Un bicchiere di vino rosso equivale a un’ora in palestra e aiuta a dimagrire, secondo i risultati di un nuovo studio fatto nell’Università di Alberta, in Canada.
La ricerca condotta da Jason Dyck dell’Unio ha scoperto che i benefici per la salute del resveratrolo, un composto che si trova nel vino rosso, sono come quelli ottenuti con l’esercizio fisico.
Il resveratrolo, infatti, impedisce alle cellule di grasso di guadagnare densità.
La buona notizia è supportata dagli scienziati della Washington State University e di Harvard, che hanno scoperto che un bicchiere di vino notturno (o due) può effettivamente aiutare con la perdita di peso .
Secondo questi studi, si può prevenire un aumento di peso del 70% bevendo almeno due bicchieri di vino al giorno e il vino rosso è l’opzione migliore perché contiene il resveratrolo.
Ma per ottenere i migliori risultati, il vino deve essere bevuto la sera, non all’ora di pranzo, dice la ricerca pubblicata nel Journal of Physiology.
Jason Dyck e il suo team hanno scoperto in alcuni esperimenti di laboratorio che dosi elevate del resveratrolo migliorano le prestazioni fisiche, la funzione cardiaca e la forza muscolare nei modelli di laboratorio.
Il resvetrarolo, oltre che nel vino rosso, si trova in alcuni frutti di colore rosso vivo e viola (come l’uva, i mirtilli, i mirtilli rossi e più in generale i frutti di bosco), nella frutta a guscio (come arachidi e pistacchi) e nel cacao.
news.in-dies.info – 20/08/2019
In Egitto torna di moda il vino di Bottega
Dopo il tracollo del turismo in Egitto che portò ad una drastica riduzione dei visitatori, da 10 a 3 milioni e, grazie, al cambio delle politiche di Egypt Air, i vini di Bottega sono tornati protagonisti di quel mercato.
Oggi lo spumante Bottega è il secondo in ordine di vendite mentre il vino, in generale, è terzo assoluto.
Un’area in cui l’azienda veneta (ha 4 sedi produttive a Conegliano, Fontanafredda, Valgatara e Montalcino) ha sempre trovato ottimi riscontri tanto da essere in trattative per dar vita a un Bottega Prosecco Bar al Cairo.
Prosecco Bar che sono la rivisitazione, in chiave moderna, delle vecchie osterie venete dove poter bere un buon bicchiere di vino e mangiare un cicheto o un pasto caldo al bancone o al tavolo.
In questi giorni Bottega spa ha annunciato di aver sottoscritto un accordo per la creazione di 2 Prosecco Bar a Manaus in Mato Grosso e a Pedro Juan Caballero, cittadina paraguayana divisa dal Mato Grosso soltanto da un lungo viale.
www.veronaeconomia.it – 19/08/2019
Il vino rosso e Marte: l’alleato degli astronauti che non ti aspetti
Nel vino è contenuto il resveratrolo, un fenolo presente in particolare nel vino rosso, che preserva la massa muscolare.
Vino Rosso su Marte? Sì, ma come medicina
La preparazione della nuova missione spaziale direzione Marte ha bisogno proprio di tutti. Gli astronauti che andranno su Marte sanno che questo dista dalla Terra circa 57 milioni di Km (circa 9 mesi terrestri) e quindi gli astronauti rimarranno nello spazio molto più tempo “del solito”.
I ricercatori di Harvard stanno facendo test su come proteggere la massa e la forza muscolare degli astronauti impegnati nella missione.
Sono state condotte delle ricerche su dei ratti che sono stati sottoposti alle condizioni di gravità di Marte attraverso una simulazione in laboratorio; ad alcuni ratti è stato dato il resveratrolo per preservare la massa muscolare e i risultati sono stati davvero incoraggianti. Lo studio è stato pubblicato su Frontiers in Physiology.
In assenza di gravità, i muscoli e le ossa si indeboliscono ed è per questo che si stanno cercando strategie e terapie specifiche per fare in modo che gli astronauti possano affrontare lunghe missioni su Marte mantenendosi in salute.
Marie Mortreux, autrice di uno studio finanziato dalla Nasa presso il laboratorio al Beth Israel Deaconess Medical Center di Seward Rutkove, ha affermato:
Dopo sole 3 settimane nello spazio, il muscolo soleo umano si riduce di un terzo … questo è accompagnato da una perdita di fibre muscolari a contrazione lenta, necessarie per la resistenza. Le strategie alimentari potrebbero essere la chiave per risolvere questi problemi specie dal momento che gli astronauti che si recano su Marte non avranno accesso al tipo di macchinari per allenarsi utilizzati sulla stazione spaziale internazionale.
Entra in gioco il vino rosso
E qui entra in gioco il vino rosso: il resveratrolo è un composto che si trova nella buccia dell’uva e nei mirtilli, ed è stato oggetto di numerosi studi per i suoi effetti anti-infiammatori, anti-ossidanti e anti-diabetici.
Sempre la Montreux afferma: Leggi il resto di questo articolo »
La Svezia scopre la vigna
Alcuni temerari contadini hanno deciso di coltivare la vigna in Svezia: sono già 250 e una quarantina riesce a commercializzare i propri vini.
Da 15 anni Murre Soufakis testa i differenti tipi di vitigno. In particolare alcune qualità svizzere. Aiutato dal riscaldamento climatico, appassionato di vini vallesani, Murre si è lanciato alla ricerca del bouquet perfetto per il terreno svedese: “Nel corso degli anni ho testato quasi 300 tipi di vitigno. Adesso ci concentriamo sulla qualità Solaris, particolarmente adatta al nostro clima e al nostro terreno.”
Sulla scia della sua esperienza, buona parte dei 250 vignaioli ha adottato Solaris, particolarmente resistente alle malattie, con le cui uve si produce un vino bianco. L’iniziativa di Murre fa ormai scuola. Fra i discepoli c’è anche Peter: “Questa attività si sviluppa velocemente. Il clima sta diventa sempre più mite e questo fa della Svezia un luogo eccellente per la vigna”.
Un po’ più nell’entroterra, il banchiere Håkan ha abbandonato la carriera a 50 anni per riprendere la fattoria dei genitori. Invece dell’orzo, anche lui coltiva ora la vigna, ma non ha perso il senso per gli affari. Per lui il vino svedese ha delle particolarità che si sposano con i tempi: “Le nuove generazioni cercano dei vini che hanno dei sapori nuovi e, indipendentemente dal fatto che siano vini francesi, indiani o cinesi, vogliono anche consumare dei prodotti naturali”.
Il vino svedese è strettamente biologico. Dalla scorsa estate gli investimenti e le tenute che lo producono si sono moltiplicate. Il prodotto principale è lo spumante: pare che le bollicine svedesi siano richiestissime.
hwww.rsi.ch/news – 09/08/2019
“Agost dà saor al most”: proverbi… di stagione
Agosto, tempo di attesa per il saggio trentino, che aspetta di raccogliere ciò che è stato seminato e guarda maturare l’uva nella vigna. Vacanze? Non se ne parla. Anche perchè agosto è il mese che può far maturare definitivamente, oppure compromettere, il raccolto. Nei proverbi i riferimenti sono soprattutto al granturco, il “zaldo” che serve per la polenta, e, chiaramente, al vino.
“Agost dà saòr al most” dice il saggio, sorseggiando un bicchiere di vino dell’anno precedete, ed aspettando la vendemmia. Un occhio è sempre rivolto al cielo, dove nuvole e Santi regolano le sorti della campagna: “Se piove de l’Asunzion fén rave e formenton”, sembra quasi un modo per consolarsi di un Ferragosto bagnato… che però porterà gran raccolto di rape e mais.
Come detto di vacanza non se ne parla, dal momento che “chi vòl en bon most zapéta de agost”. C’è poi da raccogliere le nocciole, che “de san Roc le va de scroc”, insomma c’è tanto da fare che “de san Bartolamè al bestiam no se ghe sta puù drè”. Il riferimento è alla festa di san Bartolomeo, il 24 agosto, importante ricorrenza “conclusiva dell’estate, aperta sotto il segno di san Giovanni (24 giugno).
Ciò che più interessa il saggio, però, è come sempre la pioggia, vera e propria benedizione o maledizione a seconda dei casi. Se è vero che “san Lorènz de la gran calura” arriva immancabilmente tutti gli anni il 10 agosto non è così per la pioggia, che “de la Madòna l’èi ancor bòna, de san Roc ‘ncora ‘n pòc, de san Bartolamè coreghe drè”. Ovvero: la pioggia a inizio agosto va ancora bene, per mais e uva, ma più si avvicina la fine del mese e peggio sarà.
Del resto “l’acqua de agost la renfresca ‘l bosc”: questo proverbio che oggi potrebbe sembrarci un riferimento alla piacevole sensazione di frescura dopo un acquazzone di fine estate tra i boschi è in realtà un modo per dire che la pioggia a fine agosto serve al bosco, cioè… a niente. Almeno secondo la mentalità contadina, sempre rivolta al campo.
Il caldo, però, passa presto visto che “a san Gioachim gh’è ‘l prim freschim”, il 20 agosto le temperature iniziano a scendere. Altre stagioni, altro lavoro attende il saggio trentino: “de agost madura, de setembre se vendema”. Questa la perentoria frase che mette fine, da sempre, ad ogni estate.“
https://www.trentotoday.it – 03/08/2019
Composto nel vino rosso potrebbe essere usato per trattare depressione e ansia
Il resveratrolo, un composto vegetale che si trova nel vino rosso perché presente nella buccia dell’uva, mostra effetti antistress ed altri aspetti positivi, come dimostrato da diversi studi.
Un nuovo studio, stavolta condotto dall’Università di Buffalo, mostra che questo composto può avere forti effetti antistress perché blocca un particolare enzima collegato allo stress nel cervello umano.
Questo significa che il resveratrolo può essere un’alternativa abbastanza efficace per trattare i pazienti affetti da disturbi d’ansia o da depressione, come tra l’altro afferma anche Ying Xu, l’autore principale dello studio nonché professore alla Scuola di Farmacia dell’Università di Buffalo.
Il resveratrolo è presente nella buccia ma anche nei semi dell’uva e di diverse altre bacche.
Già ricerche in passato avevano verificato il suo effetto antidepressivo ma questa ricerca ha identificato la reazione, precedentemente sconosciuta, che porta a questo effetto: essa coinvolge l’enzima fosfodiesterasi 4 (PDE4), un enzima che è influenzato dall’ormone dello stress, il corticosterone.
Quantità eccessive di corticosterone nel cervello possono infatti portare a livelli troppo alti di stress e se questa condizione è continuata nel tempo si può sviluppare depressione ed altri disturbi mentali.
I farmaci antidepressivi non funzionano a volte proprio perché si concentrano quasi sempre solo sulla serotonina oppure sulla noradrenalina nel cervello.
Diversi studi hanno però mostrato che il PDE4 provoca quasi gli stessi effetti depressivi e ansiogeni abbassando l’adenosina monofosfato ciclico, una molecola messaggera, portando delle alterazioni fisiche nel cervello.
Il resveratrolo, a sua volta, mostra effetti protettivi contro il corticosterone inibendo proprio l’espressione del PDE4.
notiziescientifiche.it – 28/07/2019
Nel vino rosso il segreto per volare su Marte
Il vino rosso nasconde il segreto per difendere i muscoli degli astronauti che dovranno affrontare le lunghe missioni su Marte. Si trova nel resveratrolo, una sostanza nota per le sue proprietà antiossidanti, che ha dimostrato di proteggere massa e forza muscolare in esperimenti su topi esposti a una gravità debole come quella marziana.
È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Physiology dal gruppo dell’Università americana di Harvard, coordinato da Marie Mortreux. Con le attuali tecnologie il viaggio verso Marte richiede circa sei mesi, durante i quali i muscoli e le ossa degli astronauti vanno incontro a indebolimento. Come hanno sperimentato gli astronauti dopo mesi passati in orbita sulla Stazione spaziale.
Al rientro, infatti, sono così provati che non riescono neanche a stare in piedi, e devono essere estratti di peso dalla capsula spaziale. “Già dopo le prime tre settimane nello spazio alcuni muscoli cominciano a indebolirsi”, ha sottolineato Mortreux.
“Per consentire agli astronauti di operare in sicurezza in lunghe missioni, come quelle future su Marte, occorrono quindi adeguate strategie di mitigazione. Una dieta corretta – ha aggiunto la studiosa – può essere una delle chiavi, insieme all’allenamento fisico. Il resveratrolo ha mostrato buoni risultati sui topi, promuovendo la crescita muscolare attraverso un aumento della sensibilità all’insulina, e pensiamo – ha concluso – che una piccola dose quotidiana possa essere utile anche per gli astronauti”.
http://www.ansa.it – 22/07/2019