Curiosità
Vino: arriva la barbera d’Asti ‘affinata in musica’
Una Barbera d’Asti ‘affinata in musica’ da un grande maestro d’orchestra e compositore.
Accade a Rocchetta Tanaro: poco più di 1.500 abitanti tra vigne e boschi del parco naturale nel cuore del Monferrato astigiano.
Terra di “quieta follia”, amava definirla Bruno Lauzi, che incontra ora il genio allegro di un napoletano: Peppe Vessicchio, da tutti conosciuto come il maestro del Festival di Sanremo.
Nasce così ‘Rebarba’, la nuova Barbera d’Asti vendemmia 2016, armonizzata in musica e firmata dalle Cantine Post dal Vin di Rocchetta Tanaro (79 soci conferitori, 100 circa ettari di vigneti, 85 mila bottiglie).
Un’idea cresciuta nell’amicizia che il cuoco Beppe Sardi condivide con Vessicchio e Giulio Porzio, presidente della cantina: “Il maestro Vessicchio – racconta Porzio – ha prima fatto una prova su una nostra bottiglia di Barbera e abbiamo visto che il vino armonizzato con la sua musica era più buono e piacevole.
Così, abbiamo sposato questo stravagante, innovativo e divertente progetto. Leggi il resto di questo articolo »
Green Chile Wine: quando il peperoncino finisce nel vino
Si chiama Green Chile Wine ed è un vino particolare che contiene peperoncino. Non si tratterebbe di una nuova ricetta ma del frutto di una lunga tradizione, legata alla città di Hatch, nel New Messico.
Qui infatti la tradizione del peperoncino verde si perde nei secoli e quella della produzione di vino fu portata dagli spagnoli nel 1600. Il matrimonio tra le due era solo questione di tempo evidentemente.
Cosa ci fa il peperoncino nel vino?
La vendemmia, quando si inizia la prima fase di produzione del vino, coincide con il picco di consumo del tipico peperoncino verde messicano, che i cittadini vanno a comprare in grossi pacchi.
Il piccante frutto viene arrostito sul fuoco vivo normalmente, ma nella produzione del vino viene invece utilizzato fresco.
L’idea di base è arrivare ad un vino bianco di buona qualità, per poi aggiungere le rondelle di peperoncino fresco. Leggi il resto di questo articolo »
Nell’oasi dei Carmelitani il vino bio del convento
Sarà l’unico vino di etichetta prodotto esclusivamente entro i confini di Treviso, e per di più benedetto. Un vino che ancor prima di nascere racconta già una storia che parte da molto lontano e arriva ai giorni nostri grazie all’intraprendenza di un vignaiolo, e alla tradizione dei Padri Carmelitani Scalzi di Treviso.
Ieri, dietro le mura che proteggono il giardino del convento, è iniziata infatti una piccola rivoluzione, quella che porterà all’impianto di un vigneto biologico nel terreno dove fino a qualche settimana fa sorgeva l’antica vigna dei Carmelitani, oltre 600 piante a bacca rossa di cui alcune secolari sradicate a inizio primavera.
L’espianto delle vecchie viti varrebbe di per sé un articolo tanta fu l’agitazione scatenata dall’arrivo degli operai nell’ampia comunità che gravita attorni ai Carmelitani. Il vigneto degli Scalzi, di cui anche noi avevamo parlato l’anno scorso, disegnava un’oasi di pace introvabile all’interno della città, e ancor più lungo il Put.
Tantissimi i fedeli che d’estate, durante le feste, alla domenica, amavano passeggiare sotto le bellissime volte verdi disegnate dai lunghi filari. Un tesoro di natura cancellato tra incredulità e scontento a inizio primavera tanto che i padri, nei giorni a venire, hanno dovuto rassicurare i fedeli perfino in chiesa, durante la messa: «State tranquilli, il vigneto tornerà».
Perchè era stato tolto? Perchè le piante erano ormai vecchie, molte infruttifere, Leggi il resto di questo articolo »
Lambrusco vuol dire vino POP
Il Lambrusco sta al mondo del vino come il pop sta al mondo della musica.
Ovvio, allora, che fosse proprio in chiave pop la celebrazione degli 80 anni di Cantine Ceci, griffe del vino mosso emiliano che incrocia spesso la propria strada con quella della cultura popolare, nelle forme più svariate.
L’ultimo progetto coinvolge dieci artisti emergenti (Alessandro Canu, Chiara Fuca’, Chomp, Davide Forleo, Jack Larana, Johnny Cobalto, Maicol & Mirco, Silvia Trappa, Valeria Scaloni, Pietro Soresini e Riccardo Guasco), chiamati a reinterpretare questi otto decenni di Lambrusco Ceci, da cui è nata un’edizione limitata di ottanta opere, nelle etichette di Otello, la più pop delle bottiglie dell’azienda.
“Ho chiesto a 10 giovani artisti, i più bravi del momento, di interpretare, con il cervello libero da condizionamenti, questi 80 anni attraverso le icone di ogni decennio”, racconta a WineNews Alessandro Ceci.
“Hanno dato vita a qualcosa che non c’era, piccoli capolavori da collezione in etichetta, da Jimi Hendrix, all’iPod, dal cubo di Rubik all’Allegro Chirurgo”.
E non finisce qui, al fianco di Otello, ecco Bruno, un Lambrusco anni Sessanta dentro e fuori dalla bottiglia …
www.winenews.it- 19/04/2018
Kerin O’Keefe: ” Italia n° 1 per il vino”
Americana di Boston, arrivata in Italia si è innamorata del Sangiovese tanto da vivere in Italia per 15 anni e spostarsi in Svizzera pochi anni fa dove oggi ha il suo studio al confine con l’Italia.
Kerin O’Keefe è considerata una dei critici enologici più influenti nel mondo del vino, dal 2013 è Italian Editor di ‘Wine Enthusiast’, incarico che l’ha vista scambiarsi il ruolo con Monica Larner che è divenuta la critica ufficiale per ‘Wine Advocate’.
“Mi occupo solo di vini italiani da anni perché per me sono super – dichiara all’Adnkronos Kerin O’Keefe – c’è sempre qualche novità, ogni giorno scopro un nuovo vino o un vitigno.
I vini italiani poi rispecchiano il territorio ed è quello che vogliono i wine lovers che amano non solo bere un buon vino ma conoscere anche la storia che c’è dietro.
In questo l’Italia è il numero uno” afferma entusiasta. Kerin, bruna, occhi chiari e vivaci, fisico asciutto, classe e glamour da vendere, l’abbiamo incontrata a Vinitaly dove si stava preparando per condurre una delle sue esclusive Master Class sul Nebbiolo.
L’edizione di quest’anno di Vinitaly, a suo giudizio, è stata davvero speciale. Leggi il resto di questo articolo »
Trattamenti benessere a base di vino
I trattamenti benessere a base di vino sono cosa già vista, ma questa volta tornano a far notizia per una partnership d’eccezione, che mette insieme la Msc Crociere e i vini della famiglia del celebre cantante Andrea Bocelli, prodotti a Lajatico (Pisa) nella cantina Bocelli Wines (www.bocellifamilywines.com), che lancia i prodotti della linea Lajatica di vinoterapia, pensati esclusivamente per le navi della flotta.
Con gli ospiti che, in giro per i mari del mondo, potranno così beneficiare di trattamenti a base di Cabernet, Sangiovese (rigorosamente Igt), Morellino, Pinot Grigio e così via, firmati Bocelli.
www.winenews.it/Lajatico – 04/04/2018
Iniesta in Cina? Un affare faraonico e due milioni di… bottiglie di vino!
Iniesta in Cina? Un affare faraonico e due milioni di… bottiglie di vino!
Potrebbe arrivare dopo la finale di Coppa del Re, in programma il 21 aprile tra Barcellona e Siviglia, l’annuncio di Andres Iniesta.
Addio al Barcellona, chiuderebbe la carriera nella Super League cinese. Anche per “colpa” del vino…
Il futuro di uno tra i più grandi giocatori spagnoli di sempre suscita grande interesse e molti cercano di indovinare che maglia andrà ad indossare la bandiera del Barça.
La Cina sembra più vicina. Lì verrà ricoperto d’oro… Secondo Marca, i club più interessati sarebbero il Tianjian Quanjian e il Chongqing Dangdai.
L’amara e inattesa sconfitta all’Olimpico, complice una prestazione non ai suoi livelli, ha cancellato nel giocatore 34enne qualsiasi dubbio, se mai ce ne fossero stati, sull’opportunità di cambiare aria.
Iniesta sta per vincere un altro campionato, il nono in 16 stagioni in prima squadra, e conta di conquistare anche la sesta Coppa del Re, sperando poi di lasciare un segno anche al Mondiale di Russia.
Il suo sguardo è quindi già rivolto a Est, dove peraltro tanto apprezzano i vini della “Bodega Iniesta”, motivo che lo avrebbe spinto ad accettare le lusinghe del Dragone.
sport.sky.it – 17/04/2018
Brunetta viticoltore: «Mi ripaga dalle amarezze, mi sono pure indebitato»
Padiglione A, stand 44. È la postazione al Vinitaly del viticoltore Renato Brunetta. Offre un bianco e un rosso dal nome sacro, Mater Divini Amoris, dalla Doc Roma.
«Vendo vino e non mi occupo dei teatrini della politica come Di Maio e Salvini», dice Brunetta, alla prima fiera da produttore. L’azienda si chiama Capizucchi, dalla famiglia patrizia che ha venduto la terra.
«Un’azienda famigliare nell’agro romano — racconta il deputato-vignaiolo — ci lavorano i figli di mia moglie Titti, Dario e Serena Diana. Sono in produzione 12 dei 25 ettari a vigneto. Centomila bottiglie. Il rosso è un uvaggio di Montepulciano e Cabernet Sauvignon, affinato anche in botti di rovere usate per l’Amarone. Fra due anni sarà pronta una bollicina, assieme ad altri 5 vini».
Quanto ha investito?
«Mi sono indebitato fino ai capelli. Un atto di incoscienza, ma sono felice. Ho iniziato nel 2013, raggiungeremo il pareggio nel 2020».
Nel sito aziendale non c’è il suo nome. Perché?
«Ho voluto tenermi defilato, non sono Bruno Vespa».
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Vino con zucchero e acqua, il nuovo inganno
Dal vino zuccherato a quello annacquato, dal vino in polvere a quello alla frutta ma anche il finto rosato o le imitazioni delle denominazioni più note. Sono solo alcuni dei trucchi consentiti all’estero e smascherati dalla Coldiretti.
“Si tratta di pratiche che in Italia sarebbero punite anche come reato di frode ma che all’estero sono invece permesse” sottolinea la Coldiretti nel precisare che “sono aumentate dell’8% le bottiglie straniere di vino e spumante stappate in Italia per un totale di 32,7 milioni di chili nel 2017″.
Lo zuccheraggio del vino, spiega la Coldiretti, è ad esempio permesso nell’Unione Europea ad eccezione di Italia Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta e in alcune aree della Francia che rappresentano pero’ circa l’80% della produzione comunitaria.
“Occorre smascherare in etichetta l’inganno dell’aggiunta di zucchero al vino che l’Unione Europea consente ai Paesi del centro e nord Europa cogliendo l’occasione della revisione delle norme” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che si tratta di “un danno per i produttori mediterranei e un inganno per i consumatori che non possono fare scelte consapevoli”.
Negli Stati Uniti, invece al contrario – riferisce la Coldiretti – è addirittura consentita l’aggiunta di acqua al mosto per diminuire la percentuale di zuccheri secondo una pratica considerata una vera e propria adulterazione in Italia.
Miscele di vini da tavola bianchi e rossi per produrre un “finto rosè” vietate in Europa sono possibili invece in Nuova Zelanda e in Australia. “L’ultima frontiera dell’inganno – continua la Coldiretti – Leggi il resto di questo articolo »
Arriva da Todi il vino per la Santa Messa
Sarà Berit (Alleanza) la dicitura presente sull’etichetta del vino di uve Grechetto di Todi per la Santa Messa ex-genimine vitis.
Un vino ideato secondo le norme del codice di diritto canonico mediante direttive riprese da Papa Francesco (Vinum debet esse naturale ex genimine vitis et non corruptum).
E’ quello che, dopo un percorso progettuale avviato nell’estate del 2017, sarà presentato mercoledì 18 aprile (alle ore 11, nell’Aula Magna della Citadella Agraria di Todi) dal vescovo di Orvieto-Todi, monsignor Benedetto Tuzia, al quale compete l’autorizzazione per l’apposizione del sigillo ecclesiale sull’etichetta.
Tutto è partito dall’Istituto Ciuffelli, nella cui cantina sperimentale, l’enologo Martin Paolucci, ex allievo della scuola, ha voluto dar vita a questa limitata produzione enologica.
Ogni elemento è stato scelto con cura, a partire dalle uve, selezionate a mano nei vigneti di Spagliagrano, a ridosso della casa diocesana, di proprietà dell’Istituto per il sostentamento del clero.
La microvinificazione è stata poi seguita con attenzione in tutta la filiera enologica, Leggi il resto di questo articolo »