Curiosità
Un vino ‘invecchiato’ seimila anni, arriva dalla Sicilia
Il vino italiano più antico del mondo ha quasi 6.000 anni: i suoi residui sono stati individuati in una grande giara dell’Età del Rame rinvenuta in una grotta vicino Agrigento da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall’archeologo Davide Tanasi dell’Università della Florida Meridionale, a cui hanno preso parte anche il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’Università di Catania e gli esperti della Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento.
La scoperta, pubblicata su Microchemical Journal, dimostra che la viticoltura e la produzione di vino in Italia non sono cominciate nell’Età del Bronzo, come ipotizzato finora, ma oltre 2.000 anni prima.
A confermarlo sono i residui chimici rimasti su una giara trovata in una grotta del Monte Kronio e risalente agli inizi del IV millennio avanti Cristo: la terracotta, non smaltata, ha conservato tracce di acido tartarico e del suo sale di sodio, sostanze che si trovano naturalmente negli acini d’uva e nel processo di vinificazione.
E’ molto raro che si riesca a determinare la composizione esatta di tali residui, perché per farlo è necessario che il vasellame sia estratto completamente intatto.
I ricercatori intendono ora continuare i loro studi per riuscire a stabilire se questo primo antichissimo vino italiano fosse rosso o bianco.
www.lasicilia.it – 25/08/2017
Vacanze finite? Formaggio, vino e olio souvenir più gettonati
Vacanze finite? Formaggio, vino e olio souvenir più gettonati
Al via il primo grande rientro per i 38 milioni di italiani che hanno deciso di andare in vacanza nell’estate 2017. Crescono gli italiani che hanno deciso di partire per le ferie con un aumento del 9% rispetto allo scorso anno e un trend positivo che la classifica a livello internazionale come la migliore del decennio sulla base delle previsioni della World Tourist Organization (UNWTO). È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè.
Gli italiani continuano ad amare il Belpaese: ben il 78% è restato in Italia mentre appena il 2% in Africa, la percentuale piu bassa tra i Paesi extracomunitari. L’abbandono di mete considerate pericolose riguarda in realtà il turismo internazionale nel suo complesso con la Turchia, la Tunisia, l’Egitto in grande sofferenza.
Al contrario si registra – continua la Coldiretti – un aumento degli stranieri che scelgono l’Italia come Paese più sicuro rispetto ai problemi legati al terrorismo anche in relazione ad altre destinazioni europee. E se è il mare a fare la parte del leone per 7 italiani su 10 (69%), seguito dalla montagna con il 17%, si assiste al successo di alternative meno affollate con la campagna che è scelta dal 9% dei vacanzieri.
Il cibo di qualità è il souvenir più gettonato da riportare a casa. Più di un italiano su tre (36%), infatti, in vacanza acquista prodotti alimentari tipici per avere un ricordo gustoso del territorio da donare a se stesso o agli altri.
La tendenza verso spese utili spinge all’acquisto di prodotti tipici come vino, formaggio, olio di oliva, salumi o conserve piuttosto che gadget, portachiavi, magliette. Leggi il resto di questo articolo »
Cinghiali in pianura fanno razzia nei vigneti
I cinghiali non vanno in ferie. Anzi migrano sempre più numerosi dai Monti Euganei ai Colli Berici e ora puntano ad invadere la pianura.
Di branchi migratori che si spingono fino alle colture del piano si parla da mesi, con previsioni affatto rosee, ma fino a ieri con scarsi avvistamenti. Ora la siccità e il facile cibo offerto dai campi di mais e l’uva matura spingono gli ungulati verso nuovi terreni di conquista.
È dei giorni scorsi il primo e preoccupante avvistamento di una mandria, tra Montegalda e Montegaldella, in grado di guadare le acque basse del Bacchiglione. Qui una decina di adulti con giovani al seguito, ha fatto razzia in un vignale di proprietà della storica azienda agricola Brunello.
Non soddisfatti, si sono spostati a banchettare nel piccolo appezzamento coltivato a mais “maranello”, completando l’opera di distruzione già iniziata con la siccità. I primi a stupirsi gli stessi proprietari: «Non si erano mai visti prima i cinghiali da queste parti – commenta Paolo Brunello -, e soprattutto mai così tanti e determinati al punto da attraversare recinzioni e strade».
www.ilgiornaledivicenza.it – 18/08/2017
Paese in cui si beve più vino al mondo
In alcune nazioni, come gli Stati Uniti, un bicchiere di vino a tavola è ancora più una moda che un vero e proprio costume, tanto che il consumo è nettamente inferiore rispetto alla media europea.
E dei 15 maggiori consumatori, secondo i dati del Wine Institute raccolti da Forbes, 14 sono Paesi europei e il quindicesimo è l’Uruguay.
Ma c’è un dato che sorprende più di tutti ed è che ad aggiudicarsi il primato di maggior consumatore di vino al mondo è la nazione più piccola del pianeta.
Esatto: è tra le mura di Città del Vaticano che si registra il consumo più alto di vino e, c’è da scommetterci, non solo per la Messa. In media un residente della Santa Sede consuma 54,26 litri all’anno.
Anche se può sembrare sorprendente, ha una spiegazione demografica: i suoi abitanti sono più anziani e tendono a mangiare insieme in grandi gruppi e il consumo di vino per la Comunione è pratica standard per una gran parte di essi.
Andorra, un’altra piccola nazione europea, è al secondo posto con 46,26 litri consumati pro capite. E la Francia è quinta, con una modesta media di 42,5 litri l’anno, mentre l’Italia, che pure è il principale produttore di vino al mondo (dati 2016) , addirittura decima.
www.agi.it – 07/08/2017
Vino spaziale: per la NASA è possibile
In un futuro non troppo lontano un vino davvero spaziale potrebbe sbarcare sul mercato. No, non si tratta di una nuova etichetta pregiata prodotta da qualche rinomata cantina italiana. Quello che potrebbe finire nei calici dei più accaniti wine lovers è un vero e proprio vino stellare. Uno speciale nettare prodotto direttamente nello spazio.
A rivelarlo è il Business Insider che ha riportato alcune dichiarazioni di una ricercatrice della NASA che ha parlato della possibilità di creare un vino ad anni luce di distanza dalla terra.
A dimostrazione del fatto che è possibile portare avanti coltivazioni sane e di qualità anche nello spazio. Attualmente gli esperimenti hanno coinvolto lattuga e patate, ma non è detto che prima o poi non verranno estesi anche all’uva.
Tutto è nato da una semplice questione sottoposta da Gizmodo alla squadra della NASA che si occupa dell’agricoltura nello spazio. Leggi il resto di questo articolo »
Il vino giapponese parla chiantigiano
Dal Giaggiolo di San Polo allo chateaux giapponese. Una città del vino e dell’identità agricola che lega l’Oriente e l’Occidente, il Giappone e il Chianti nel segno dell’amicizia e della collaborazione tra culture e popoli diversi.
Ushiku, cittadina poco distante da Tokio famosa per la statua del Grande Budda, la terza più alta del mondo, dichiara il proprio amore a Greve in Chianti con i profumi e i sapori di Bacco.
Innamorata del modello slow e dello stile di vita chiantigiano, una delegazione giapponese condotta dal sindaco, giunta a Greve nei giorni scorsi, consolida il patto con il Comune attraverso la consegna al primo cittadino Paolo Sottani di vari omaggi tra cui un prodotto speciale che parla della terra e della vocazione vinicola orientale, ispirata alle eccellenze grevigiane.
Il gemellaggio nippochiantigiano brinda con un calice di vino dall’etichetta suggestiva. Si chiama “Legame” Leggi il resto di questo articolo »
Fattoria sociale, vino solidale
Nell’azienda vitivinicola La Costa, nata per volere di Osvaldo e Luisa Tonello, si producono vini di ottima qualità esportati anche all’estero. A lavorare tra i vigneti ci sono ragazzi diversamente abili che imparano ogni giorno ad essere un po’ più indipendenti.
Immersa nei verdi paesaggi della Pedemontana Veneta, si trova un’oasi di relax: La Costa Fattoria Sociale, un’azienda vitivinicola che produce vini biologici di ottima qualità e da un lavoro ai ragazzi diversamente abili del territorio.
L’azienda nasce per volere di Osvaldo e Luisa Tonello, genitori di Giovanni, un ragazzo gravemente compromesso nel linguaggio verbale ma capace di esprimere i propri pensieri e le proprie emozioni attraverso un computer.
Già nel 2005, i due genitori avevano fondato l’associazione Filo di Seta Onlus, per occuparsi di Giovanni e degli altri ragazzi come lui.
L’obiettivo era di creare un luogo dove aiutarli a crescere e ad apprendere ogni giorno qualcosa di diverso, il primo passo verso una maggiore indipendenza ed è proprio su queste basi che nasce poi “Casa Enrico”, Leggi il resto di questo articolo »
La sangria, un’astuzia marinara oggi simbolo della Spagna
La sangria è una ricetta che nasce originariamente da un escamotage dei marinai per evitare la proibizione di consumo di alcolici nelle Antille. Questo trucchetto, narrato in Spagna e Portogallo, si tradusse con l’invenzione di una nuova bevanda fra i contadini.
Questa bevanda è oggi un simbolo della Spagna, come la pizza lo è per l’Italia. Non c’è festa che si rispetti nella penisola ibericsangriaa, che non abbia fra i cocktail la sangria.
La Sangria è una bevanda classica della tradizione spagnola. Essa si può prendere in ogni ristorante, bar e supermercato della Spagna. Questa bevanda è l’icona del party spagnolo e dell’estate, che in Spagna è davvero caliente e richiede qualcosa di davvero rinfrescante.
La ricetta della sangria originale tradizionale è una miscela di vino, di soda o succo di frutta, frutta a pezzi, zucchero e diversi tipi di liquori. Le varietà della ricetta sono proporzionali alla sua diffusione, ogni città, ogni regione ha la sua ricetta. Le alternative più bizzarre, anche in Italia sono oggi tantissime: c’è la sangria bianca ferma, frizzante, analcolica, con la birra e chi più ne ha, più ne metta.
Oggi la sangria rappresenta un simbolo indelebile e mondiale della Spagna, del suo clima caliente, dell’euforia e delle feste allegre a suon di nacchere. Se in Italia si sa, il “vino rosso fa buon sangue”, in Spagna si è aggiunto “la sangria la hace espectacular” (la sangria lo fa eccezionale).
Il termine “sangria” deriva proprio dal termine “sangre”, cioè “sangue”, nome attribuitegli per la sua colorazione rosso vivo della ricetta della sangria originale.
La sangria sembra risalire al Settecento, alla cultura contadina e marinara. Leggi il resto di questo articolo »
Vino: 40 metri sotto il mare,il segreto per un Bandol d’eccezione
Saint-Mandrier-sur-Mer (Francia). Tuffarsi nelle profondità del Mediterraneo e scegliere un vino speciale, dal gusto inedito.
Centoventi bottiglie di Bandol – bianco, rosso e rosè – sono state messe a invecchiare per un anno a 40 metri sotto il mare, al largo della Costa Azzurra, per esaltarne gli aromi e generarne di nuovi.
“Tutto è iniziato con la scoperta di anfore di centinaia o migliaia di anni, e con i più recenti ritrovamenti di bottiglie di vino e champagne depositate per decenni sui fondali marini”, ha spiegato il direttore della scuola di sub di Saint-Mandrier (sud-est della Francia), Jerome Vincent, che negli anni si è appassionato a questo tipo di scoperte.
Un ‘cacciatore di relitti’ che ha trovato decine di bottiglie affondate durante la Seconda Guerra Mondiale. “La gente di qui ha assaggiato questi vini e li ha molto apprezzati”, racconta Vincent spiegando come è nata l’idea di mettere a invecchiare il vino sul fondo del mare. Leggi il resto di questo articolo »
10 vini bianchi della Liguria per sentirsi (sempre) in estate
Pigato, Vermentino e non solo: in una delle terre dove è più difficile coltivare le vigne, nascono vini bianchi di grande impatto, da gustare a tutto pasto. Ecco la nostra selezione.
Mare, sabbia e rocce. Ma anche colline, quelle dove da secoli i viticoltori liguri riescono a fare miracoli. Perchè la Liguria è una delle piccole grandi regioni del vino, dove le ‘fasce’ – i terrazzamenti con i caratteristici muretti di pietre a secco – – sono state strappate alla montagna e godono di una vista straordinaria.
In Liguria si produce poco vino – meno dell0 0,5% della produzione nazionale – ma unico, figlio del vento e del mare, realizzato su vitigni autotocni. Vini per appassionati, rossi o bianchi che siano, ma sono i secondi a dare il ritmo: su tutti Pigato e Vermentino.
Vini dallo stile mediterraneo, affilato, complesso, minerale. Dove la sapidità e i profumi iodati sono il tratto distintivo. Leggi il resto di questo articolo »