Curiosità

Reinvento l’argilla e il mercato delle cantine

Esplora il significato del termine: Esistono ancora mercati non saturi? Alcuni studi dimostrano come anche nei paesi in via di sviluppo i mercati ormai siano tutti già maturi e non resta che crearne di nuovi, immergersi negli Oceani Blu teorizzati da Chan Kim e Mauborgne (2005), dove non esiste concorrenza perché ancora inesplorati.

Ma la maggior parte delle aziende vive e lavora in mercati adulti, dove per innovare occorre evolvere, distruggere la tradizione, anche se antica di migliaia d’anni.

Questo è il caso di Luca Risso, esperto di materiali ceramici e una passione per il vino, che innova il processo di vinificazione con Clayver, una sfera in ceramica in grado di affinare il vino evitando i limiti sia della barrique che della terracotta.

Tutto nasce dalla consapevolezza che il mercato delle cantine oggi chiede contenitori per la vinificazione e la conservazione in grado di mantenere il gusto originale del vino superando quindi da un lato la cessione di aromi legnosi della barrique, e dall’altro l’instabilità di un materiale povero come la terracotta. Leggi il resto di questo articolo »

I Papi bevono il vino del Paradiso

La storia di Fattoria Paradiso, cantina fondata a Bertinoro da Mario Pezzi negli anni ‘50 e oggi portata avanti dalla figlia Gabriella e dal nipote Jacopo, è ricca di successi e di personaggi famosi che hanno degustato ed esaltato i suoi vini.

Tra questi gli ultimi due Papi santi – Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II – e il beato Paolo VI, che avevano un debole per i vini della cantina bertinorese.

Il legame tra Fattoria Paradiso e il Vaticano, come racconta Gabriella Pezzi, si era interrotto con Papa Benedetto XVI: «E’ noto come Papa Ratzinger prediliga birra e limonata», sottolinea con un sorriso l’imprenditrice di Bertinoro che, però, con Papa Francesco ha riallacciato i rapporti.

«La cerimonia di canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II mi ha colpito molto, così come la grande disponibilità di Papa Bergoglio ad essere vicino ai fedeli, sempre.

E’ stato in quel momento che mi sono sentita di scrivere una lettera al Pontefice, in cui ho ripercorso il rapporto della mia famiglia con i suoi predecessori, i Papi da lui proclamati Santi.

Ho inviato in Vaticano anche dodici bottiglie di vino, tra cui il Barbarossa, il Sangiovese Vigna delle Lepri, l’Albana Gradisca, il Frutto proibito con l’etichetta di Tonino Guerra e il Mito con l’etichetta di Dario Fo», prosegue Gabriella Pezzi.

«Papa Francesco mi ha risposto ed è stata una grande gioia: mi ha scritto che ha apprezzato il pensiero, che ha assaggiato il vino e lo terrà a disposizione della sua mensa.

Ha detto di essere molto parco a tavola, ma che un sorso di buon vino lo beve volentieri. Leggi il resto di questo articolo »

Il nuovo tappo intelligente garantisce l’autenticità del vino via smartphone

Una multinazionale italiana di grande successo, Guala Closures Group, n.1 mondiale nella produzione di tappi per bottiglie, titolare di oltre 70 brevetti, ha progettato una chiusura intelligente per vini e spirits che trasmette su smartphone, tablet e pc informazioni e dati sul contenuto, sui cocktail che è possibile realizzare e ogni altra notizia che consenta al consumatore di essere informato sulle novità.

La tecnologia che, insieme ad un’apposita App, consente di coinvolgere gli utenti in iniziative promozionali e anche in divertenti eventi, è la NFC, Near Field Communication, sviluppata da Nokia, Philips e Sony, una connettività wireless bidirezionale che con un semplice tocco sul display trasmette non solo le caratteristiche del vino o del superalcolico ma anche ogni informazione utile a farne un consumo corretto e anche sempre nuovo con ricette sempre diverse. Leggi il resto di questo articolo »

Rari, preziosi, unici: i vini estremi

In un mercato del cibo e delle bevande sempre più globalizzato, e dove ogni prodotto sembra essere vincente quando permette di emulare e omologarsi, c’è ancora chi, per fortuna, marcia in controtendenza.

E il lavoro di pochi coraggiosi permette di ritrovare un’identità a piccole terre, minuscoli angoli di quiete che si mantengono intatti proprio grazie alla loro conformazione: zone isolate, difficilmente raggiungibili dai mezzi di trasporto, con climi duri, fredde oppure caldissime, battute dal vento.

Ed è proprio qui che hanno origine i Vini Estremi: poche bottiglie, se le paragoniamo alla produzione immensa di molti altri vini, ben più noti, ma che racchiudono un nettare prezioso e diventano simbolo della fatica e della tenacia dell’uomo, e del miracolo che queste possono compiere quando incontrano la forza straordinaria della natura.

I Vini Estremi sono stati riuniti sotto un marchio dall’azienda trentina Proposta Vini, che ha scelto di promuoverli e distribuirli facendo conoscere la storia che si nasconde dietro ogni singolo bicchiere.

Vini ‘eroici’, come vengono definiti, frutto di fatica e di determinazione. Leggi il resto di questo articolo »

Vino per vegani e vegetariani: nasce in Puglia il ‘Vegamaro’

La questione sul vino, così come quella sulla birra, ha sempre diviso in fazioni coloro che seguono le diete vegetariane o quelle vegane.

Come sapranno i più informati, infatti, la produzione del vino nostrano non avviene solo grazie alla spremitura dei grappoli d’uva, che rappresenta solo l’operazione primaria; a questa, infatti, segue la fermentazione che avviene alla presenza di alcuni particolari batteri che hanno la funzione di trasformare gli zuccheri presenti in alcool, il tutto preceduto dall’utilizzo di alcuni fertilizzanti di origine animale.

Per ovviare a questo problema, è stato presentato al ProWein di Düsseldorf, in Germania, il primo vino per vegani e vegetariani, una produzione tutta italiana che arriva direttamente dalla Puglia.

Si sa che il Salento è una terra nota per la bontà dei suoi prodotti enogastronomici, particolarmente per il vino di qualità.

È così che dalla cantina “Feudi” di Guagnano è nato Vegamaro, Leggi il resto di questo articolo »

Un Brunello il miglior vino del mondo

Un Brunello il miglior vino del mondo

Il Cerretalto, il Brunello di Montalcino dell’azienda Casanova di Neri, annata 2010, è il miglior vino del mondo secondo il super sommelier Luca Gardini.

La classifica è pubblicata oggi dalla Gazzetta dello Sport, nello speciale Gazza Golosa.

Quest’anno si è scesi da 100 a 50 etichette, per una selezione ancora più marcata.

L’anno scorso un altro Brunello della stessa azienda, il Tenuta Nuova 2010, si era classificato al terzo (primo tra gli italiani) dopo aver ottenuto il riconoscimento più ambito per un produttore di vino che esporta all’estero, i 100/100, il massimo, assegnato da Robert Parker di Wine Advocate.

La classifica in centesimi è una delle novità per Gardini, Leggi il resto di questo articolo »

Vino, consumi Italia torna il segno più, Lambrusco n° 1, strabilia la Passerina

Eppur si muove, direbbe il grande scienziato e astronomo. Ma qui non è un teorema scientifico che si intende scomodare, ma qualcosa di molto più accessibile alla vita materiale come possono esserlo i consumi di vino.

In particolare la domanda domestica che, dopo un lungo letargo, sembra rivitalizzarsi di colpo. Almeno così lasciano intuire i risultati di una ricerca di mercato realizzata IRI di Milano, che per conto di VinItaly ha studiato l’andamento dei trend in atto del vino confezionato esitato dalla rete nazionale della grande distribuzione moderna.

Gli analisti hanno infatti appurato che nel 2015 la rotazione delle bottiglie sugli scaffali della Gdo è stata più veloce che in passato.

È emerso che gli acquisiti delle famiglie sono aumentati (rispetto al 2014) del 2,8% a volume, a fronte di un +4% in valore. Ancora segno più ma più modesto l’incremento riportato dai prodotti a denominazione di origine (Docg, Doc, Igt): +1,9% in quantità e +3,8% in valore.

Balza subito all’occhio il gap tra crescita in quantità e valore, Leggi il resto di questo articolo »

Vino, bottiglie da 0,375 in netto aumento

Piccolo è bello: da qualche anno ormai le bottiglie di vino da 0,375 litri non sono più una prerogativa di alberghi e ristoranti, ma stanno spopolando anche nei negozi al dettaglio.

La conferma arriva dai dati di vendita delle cosiddette «mezze bottiglie» prodotte da Cantina Colterenzio, che negli ultimi anni hanno registrato un costante incremento.

Ristoratori e albergatori sono concordi: sempre più clienti ordinano le mezze bottiglie al posto delle tradizionali bottiglie da 0,75 litri.

«Il motivo principale è senza dubbio il limite del tasso alcolemico dello 0.5 g/l, che induce molte persone a non rischiare», spiega Wolfgang Raifer, direttore di Colterenzio.
A questo si aggiunge il desiderio del cliente di assaggiare più etichette durante lo stesso pasto o di bere un vino diverso dagli altri commensali.

Questa tendenza è confermata dagli ottimi dati di vendita delle «mezze bottiglie» prodotte da Colterenzio, una delle prime cantine a prevedere il successo del formato tascabile ed a imbottigliare diversi vini del proprio assortimento in bottiglie da 0,375 litri.

altoadige.gelocal.it/bolzano – 08/03/2016

Da Valencia per studiare i vini

Di internazionalizzazione della Cantina ne ha parlato di recente il presidente Lino Fancello che ha ottenuto un finanziamento ad hoc, ma sicuramente non era inclusa una tirocinante spagnola.

Luisa Segura, una giovane laureanda di Valencia è piombata quasi per caso l’estate scorsa a dorgali nella casa di trasformazione dell’uva di via Piemonte dove adesso passa le giornate a fare analisi tra provette e vini.

Era arrivata in Sardegna nel mese di settembre in vacanza con la mamma. «Volevo conoscer questa isola – racconta – e me ne sono innamorata, in particolare di Dorgali e della Cantina sociale. Tutto bello ma è la gente che lavora qui che mi ha conquistato.

Sono arrivata in Sardegna perche attratta dalla fama della zona blu, nel mondo ne esistono solo cinque, e sono le zone dove abita la gente più longeva delle terra. Sono in California, Okinawa in Giappone, Costa Rica, Sardegna e Grecia».

La più vicina era la Sardegna, quindi ha cominciato qui . Leggi il resto di questo articolo »

Il metanolo 30 anni dopo: così è rinato il vino italiano

Che una disgrazia possa avere qualche vantaggio lo dimostra la strana vicenda del vino al metanolo, che trent’anni fa di questi giorni riempiva le pagine dei giornali italiani.

Allora morirono 23 persone e tante altre restarono cieche o con danni neurologici irreversibili.

Oggi, trent’anni dopo, il vino italiano è però molto più buono. Molto più sano. Molto più apprezzato. Molto più venduto.

Tutto iniziò il 17 marzo 1986 quando molte persone si sentirono male per avere bevuto vini prodotti dall’azienda Ciravegna in provincia di Cuneo.

I titolari, padre e figlio, avevano aggiunto al vino – allo scopo di aumentarne la gradazione alcolica – dosi elevatissime di metanolo.

Una componente naturalmente presente nel vino perché prodotta dalla fermentazione dell’uva ma che in quantità elevata quali quelle usate dall’azienda di Narzole poteva rivelarsi fatale. E in molti casi fu proprio così.

Le successive indagini scoperchiarono una pratica omicida diffusa per risparmiare da diverse aziende sparse in tutta Italia: in Veneto, in Romagna, in Puglia.
Seguirono altre morti, processi, condanne. Seguì soprattutto la damnatio memoriae del vino italiano che chiuse l’anno di disgrazia 1986 con una contrazione del 37 per cento della produzione e una flessione del 25 per cento nel valore rispetto all’anno precedente.

Alcuni Paesi, come la Germania, bloccarono addirittura i vini italiani per settimane alle dogane.Fu il punto più basso del vino italiano. Che in quel momento poteva morire o rinascere e, dopo una lunga agonia, decise di rinascere.

Puntando su un sistema di denominazioni e di controlli più rigido, su una qualità più elevata, su una comunicazione più accurata. Furono piantati allora, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, i semi che avrebbero fatto crescere il vigneto Italia facendolo diventare il secondo più importante del mondo.

Per qualcuno anche il migliore. Ma questi – si sa – sono gusti. Leggi il resto di questo articolo »