Degustazioni
Giappone & vino: donne protagoniste
Se c’e’ chi dubita sull’efficacia della “Womenomics” proclamata dal governo giapponese, di sicuro nel Sol levante le donne sono gia’ diventate protagoniste in un settore: il vino.
Una volta, lo erano solo di riflesso, nel senso che l’uomo ordinava vino per cercare di fare bella figura.
Ora sono loro a guidare la dinamica dei consumi nel senso piu’ vero e nobile, in esperienza e competenza.
Un trend suggellato dall’ultima Jet Cup, manifestazione giunta alla nona edizione che incorona il migliore sommelier giapponese di vini italiani.
L’edizione di quest’anno e’ stata vinta da Miki Wakahara, bravissima a indovinare vitigni, annate e cantine e a consigliare i migliori abbinamenti con i cibi.
Ha prevalso sui rivali (dopo selezioni in tutto il Paese tra 138 concorrenti) nella finale svoltasi all’Istituto Italiano di cultura di Tokyo, Leggi il resto di questo articolo »
Charb in Paradiso con un calice di vino (senza bollicine)
Ignoravo che Charb, l’autore satirico ucciso dai coranisti nell’assalto alla redazione di Charlie Hebdo, oltre che un critico della religione fosse un sagace critico enologico.
Lo scopro leggendo “Ridete, per Dio” (Piemme). Charb si avvide che gli champagnisti sono non meno ottusi dei coranisti, sebbene ovviamente molto meno pericolosi, e dedicò un capitolo del libro ai cultori del “piscio aspro e frizzante”, per la gioia di noi detrattori: “Anche chi non beve mai nulla di alcolico è stato costretto ad avvicinare le labbra a una coppa. Se rifiuti di adempiere al rito, il maestro cerimoniere ti dirà che se non ti è mai piaciuto è solo perché non era del migliore.
E così, convinto che questa volta avrai la fortuna di assaggiare un nettare delizioso, ficchi le labbra in quel maledetto bicchiere… Puah! E’ una schifezza immonda”.
Infine scrisse una frase degna dei maestri che mi hanno insegnato a fuggire lo champagne non in quanto vino troppo aristocratico bensì, al contrario, in quanto vino troppo plebeo, e sto parlando di Kingsley Amis, Gianni Brera, Alexandre Dumas, Mario Soldati: “Gli insulsi e i mediocri credono di poter compensare la loro assoluta mancanza di senso della festa con un po’ di vinaccio con le bollicine”.
Charb oggi si trova nel paradiso dei martiri della libertà: prego che vi possa liberamente bere molto vino bianco. Fermo.
www.ilfoglio.it – 29/10/2015
Alla scoperta del vino Enantio, prodotto da viti di 150 anni
Nella valle tra l’Adige e il Monte Baldo, cresce un vigneto straordinario, l’Enantio.
A custodire questo prezioso dono della natura la famiglia Fugatti che oltre 50 anni fa ha fondato la Cantina Roeno.
Cristina che insieme ai fratelli Roberta e Giuseppe ha preso in mano le redini della azienda, segue la coltivazione della vite e la produzione del vino.
“Questo è il vigneto di Enantio. Ha una particolarità, è un vigneto storico dove tutte viti sono a piede franco prefillossera, perciò viti che hanno più di 150 anni”. Leggi il resto di questo articolo »
Sake, questo sconosciuto
È ancora fresco e doloroso il ricordo del tempo in cui si credeva che il Sake fosse un distillato prodotto usando la fermentazione del riso.
A dire il vero molti lo credono ancora, ma sono chiaramente in errore. Il Sake è un fermentato di riso che trova in Giappone terra di elezione, di tradizione e di quotidianità di beva.
Notizie riportano però che negli ultimi cinque anni si è creata un po’ di disaffezione e il tentativo di riaffermare – quando non di rivalutare – l’immagine si gioca tra l’altro con l’uso delle vecchie e tradizionali specie di riso (come un autoctono) e un’attenzione più puntuale verso i piccoli (artigiani) produttori.
C’è Sake e Sake, così come c’è Vino e Vino. Leggi il resto di questo articolo »
Il primo cioccolato al mondo affinato in barrique!
I primi temporali sono arrivati, le temperature sono calate e la voglia di cioccolato è tornata. E perché non dare il via alla stagione autunnale con un cioccolato esclusivo e mai visto prima? Il mastro cioccolatiere Simone Sabaini – ideatore e fondatore della rinomata azienda Sabadì – ci ha lavorato per un anno e ora finalmente ha dato vita al primo cioccolato al mondo affinato in barrique!
Innanzitutto bisogna sapere che, visto che siamo in Sicilia, stiamo parlando di cioccolato di Modica, quindi molto diverso dalla classica tavoletta di cioccolato a cui siamo abituati. Parliamo di un prodotto tutto italiano, o meglio 100% siciliano, che viene lavorato senza l’aggiunta di burro di cacao e viene lavorato solo “a freddo”: significa che non raggiunge mai una temperatura superiore ai 42°C., e ciò permette ai cristalli di zucchero di incorporarsi senza sciogliersi, dando così quella tipica sabbiosità alla tavoletta di cioccolato siciliana, che si ama o si odia.
Questo prodotto unico e dalle antiche origini, Leggi il resto di questo articolo »
Quante calorie ha il vino: una tabella completa
Chi ama bere dell’ottimo vino non dovrebbe mai dimenticare che anche questa prezioso e gustoso nettare (a seconda dei gusti, ovviamente) contiene un quantitativo più o meno importante di calorie.
Chi ama bere del vino sa che esso può essere accompagnato a qualsiasi pasto e a qualsiasi cibo, che vi sono vini in grado di sposarsi con ciascun aroma e sapore, accontentando tutti i gusti, dai più raffinati a quelli meno esigenti.
Bere il vino con moderazione sembra faccia addirittura bene alla salute Leggi il resto di questo articolo »
Soave Versus: Trofeo Nazionale Miglior Sommelier
Tre giornate di formazione per i Sommelier professionisti con gara e proclamazione del vincitore, a Verona in occasione di Soave Versus, promosso Consorzio per la tutela vini Soave e Recioto di Soave.
Dal sabato 5 a domenica 6 settembre 2015, a Verona all’interno del prestigioso palazzo della Gran Guardia in Piazza Bra, sono attesi sommelier da tutta Italia per la nuova edizione di “Soave Versus”.
Per la prima volta quest’anno viene lanciato il Trofeo Nazionale Miglior Sommelier del Soave, una competizione che alternerà momenti di formazione a momenti dedicati al confronto e alla gara.
Lo scopo del concorso è contribuire a valorizzare la professione del Sommelier ed Leggi il resto di questo articolo »
Dal Golan al Negev è questa la culla della cultura del vino
Era il 1882 quando il barone Edmond de Rothschild, proprietario in Francia del celebre Château Lafite, decise di raggiungere l’allora Palestina e di fondare la prima cantina moderna del territorio.
Scelse una zona a sud di Haifa, Zichron Ya’akov, e le diede il nome di Carmel, che ancora oggi è l’azienda vitivinicola più grande di tutta Israele, con una produzione di 14 milioni di bottiglie.
Sostenitore tra i più attivi del sionismo, il barone acquistò terre e finanziò iniziative per far diventare la Terra Santa il cuore produttivo dei vini Kosher per gli ebrei di tutto il mondo.
Nel 1891, per completare il suo sogno, fece nascere anche una fabbrica di bottiglie a Nahsholim, sulla costa del Mediterraneo, che però ebbe vita breve.
La storia
Ma è proprio partendo da questo villaggio quasi ai piedi del Monte Carmelo, dove il museo Mizgaga conserva gelosamente l’unica bottiglia rimasta intatta di quell’epoca pioneristica, che potrebbe iniziare un viaggio alla scoperta dei territori del vino israeliano. Leggi il resto di questo articolo »
Le ore del biodinamico nella Valle dell’Agno
La data di fondazione della tenuta Dalle Ore è l’anno 1903. Ed è tra le prime ad aver venduto il vino imbottigliato in Veneto.
Siamo sulle ultime propaggini dei Monti Lessini, a metà fra Vicenza e Verona, in una splendida vallata, la Valle dell’Agno, conosciuta per l’impero della famiglia Marzotto.
Non altrettanto per la suggestione di boschi incontaminati, ampi pianori e vigneti.
Dopo un secolo, durante il quale la cantina cessa di imbottigliare per conferire uve alle cantine sociali, nel 2006 viene «riacquistata» da un altro ramo familiare, quello di Marco Margoni Dalle Ore, agronomo cinquantaduenne, che va deciso verso la conversione totale al biologico, e di lì a poco al biodinamico.
Rigidi protocolli che Marco attua ancora oggi lungo i sedici ettari vitati collinari (80 mila le bottiglie), accorpati attorno all’azienda. Leggi il resto di questo articolo »
Un’uva chiamata Ciliegiolo
Nonostante la sua origine incerta, probabilmente portato dalla Spagna nella seconda metà del 1800, è considerato vitigno autoctono della Toscana, ma ha attecchito in tutte le regioni del centro: Umbria, Marche, Lazio, e anche in Liguria.
Ciliegiolo è un vitigno vigoroso, a maturazione precoce, si adatta a diversi habitat, ma a causa della sua ridotta fertilità basale predilige terreni non troppo fertili, freschi e collinari, presenta un grappolo grosso, allungato, dai 20 ai 30 cm, uva ciliegiolo compatto con acini di colore nero violaceo di forma arrotondata che tanto bene ricorda, appunto, la ciliegia.
Ma anche il sapore del vino, molto corposo, rende l’idea del frutto.
Studi effettuati dall’Istituto di San Michele all’Adige fanno risalire una parte del Dna del Sangiovese proprio al Ciliegiolo.
Nell’ultimo decennio, questo vitigno è stato rivalutato e salvato dall’estinzione, Leggi il resto di questo articolo »