Eventi
Oltre le barriere: via a un corso per degustatori non vedenti
Valutare la qualità del vino utilizzando solo olfatto e gusto: è l’obiettivo di una ricerca coordinata da Susanna Bartolini, ricercatrice in arboricoltura generale e coltivazioni arboree della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, svolta in collaborazione con la sede di Lucca dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.
Lo studio ha l’obiettivo di ampliare le abilità di giudizio sulla qualità di un prodotto, superando quelle apparenze che potrebbero influenzare il giudizio.
Il gruppo di assaggiatori non vedenti, che si è già cimentato in passato con la valutazione sensoriale dei frutti, «dovrà esprimere giudizi sulla qualità dei vini, attraverso degustazioni guidate, utilizzando olfatto e gusto: sarà Francesca Venturi, docente di Analisi Sensoriale per il corso in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Pisa, a guidare le sedute di addestramento per seguire una degustazione guidata di differenti tipologie di vino».
Saranno proposti vini bianchi, rosati, novelli, rossi a diverso grado di affinamento e spumanti, fornendo anche le informazioni tecniche di base, per interpretare al meglio le caratteristiche organolettiche dei singoli vini.
Un’esercitazione che, in futuro, «punta ad ampliare anche le prospettive di integrazione lavorativa delle persone non vedenti».
www.quotidiano.net – 21/03/2018
Il nettare della solidarietà
RIMINI, A SAN PATRIGNANO, comunità formata da ragazzi e ragazze in recupero dalla tossicodipendenza, il vino ha un sapore particolare. Il sapore della solidarietà e del primato dell’eccellenza sulla mediocrità, intesi come valori di vita e, di riflesso, enologici.
Roberto Dragoni, agronomo, come e quando comincia la mission di San Patrignano nel mondo del vino?
«Fin dagli esordi della comunità, nel 1978, veniva prodotto vino sfuso, consumato dagli ospiti. Poi è arrivata la fase dell’imbottigliamento, alla metà degli anni ’80»
Il vino è dialogo, incontro: quale quello della svolta?
«Alla fine degli anni ’90, quando il figlio di Vincenzo Muccioli e Gianmarco Moratti incontrarono Riccardo Cotarella, uno dei più stimati enologi del mondo, per partire con un progetto di espansione, passare dai 35 ettari agli attuali 100, e di valorizzazione dei prodotti autoctoni, in particolare del Sangiovese».
Chi va a San Patrignano vede filari estesi e gruppi numerosi di persone spesso all’opera: quanto conta la mano dell’uomo per avere grandi vini?
«Molto. In vigna operano tutto l’anno 67 ragazzi, molti dei quali finito il percorso trovano lavoro nel settore. Leggi il resto di questo articolo »
Vino Terrano: accordo Italia-Slovenia sulla creazione della Doc transfrontaliera
È stato sottoscritto ieri a Portopiccolo (Duino Aurisina – Trieste) nel corso dell’ottava edizione della manifestazione Teranum, il disciplinare sul vino Terrano che unisce i produttori sloveni e italiani e per il quale hanno dato il loro supporto tecnico e amministrativo la Regione Friuli Venezia Giulia e il ministero dell’Agricoltura.
L’accordo di fatto traghetta il documento, dopo una ratifica da parte dei due Stati, direttamente a Bruxelles per il via libera finale sulla Doc transfrontaliera.
Si è trattato di un lavoro che è partito dall’ottobre del 2015 e che ha coinvolto l’associazione viticoltori del Carso in una serie di incontri con i colleghi di oltreconfine, accompagnati dalle Istituzioni regionali e statali.
L’obiettivo era quello di evitare che i produttori del Carso perdessero la storica denominazione in bottiglia. Proprio per questo era indispensabile, come a suo tempo indicato dalla Regione, condividere con la Slovenia la realizzazione di una Doc transfrontaliera. Leggi il resto di questo articolo »
Il vino si può fare anche in Norvegia, e a produrlo è un italiano
Basta Barolo, Chianti e Brunello di Montalcino in Norvegia. Il Paese dei fiordi può produrre il vino da sé.
L’idea ha mosso solo i suoi primi passi, i produttori sono in tutto solo 80, tra professionisti e amatori, e tra loro c’è un ingegnere italiano di 38 anni che è arrivato in Norvegia nel 2002 con una borsa di studio Erasmus, e che poi, dopo aver lavorato in altri Paesi d’Europa, ci si è stabilito per amore.
Una vera storia “europea”, di studio, amore, cultura. Di scambio.
Lui si chiama Danilo Costamagna, è piemontese, ha messo in un cassetto la sua laurea in ingegneria ed ora fa l’educatore in una scuola materna, ma il suo sogno, ammette, è quello di avviare una produzione commerciale di vino “con la mia firma”, nella terra dei Vichinghi.
Per far crescere l’esperienza di suo nonno, che nelle Langhe produceva vino per la famiglia, con il piccolo Danilo sempre al seguito.
Lo ha raccontato in un’intervista concessa a Culturagroalimentare.com nella quale spiega che tutto è possibile, anche produrre vino in una terra bella ma fredda, nevosa e con una luce così difficile come la Norvegia. Leggi il resto di questo articolo »
Donald Trump, innamorato della Puglia, ordina 4.300 bottiglie di vino primitivo prodotto nel barese
Al Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, piace il vino pugliese. L’uomo più potente del mondo ha ordinato 4.300 bottiglie di primitivo pugliese alle Tenute Chiaromonte di Acquaviva delle Fonti (Bari).
I vini richiesti, che presto arriveranno alla Casa Bianca, sono il il Mascherone, Primitivo Igt Puglia e il Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto, Primitivo doc Gioia del Colle.
Il parlamentare Stefano ex assessore alle risorse agroalimentari della Puglia ha così commentato la notizia: “È il premio a quanto abbiamo realizzato negli scorsi anni in Puglia, quando abbiamo scelto di scommettere sul recupero e sulla valorizzazione dei nostri vitigni e sulla vinificazione di qualità.
Oggi con questo vino, e grazie all’ottimo lavoro dei produttori – dice – scaliamo le vette nel mondo, conquistiamo importanti riconoscimenti e siamo arrivati a raggiungere luoghi e palati impensabili”.
www.baritalianews.it
Asolo, dona la vigna alla nipote «Ma guai a te se produci Prosecco»
Controtendenza. Che non smentisce la tempra di chi l’ha fatta: donna Antonia Raselli, 95 anni ben portati, ultima discendente dei Bolasco.
Ha donato alla nipote Martina Curato cinque ettari di vigneto, appoggiati sulle colline di Asolo davanti a villa Raselli, a una condizione: «Te li affido per il futuro, ma guai a voi se fate prosecco».
Niente bollicine dalle sue viti, ma casomai ottimo vino rosso. E così è stato. «Rispettando la volontà della nonna», riferisce Martina, che, mamma felice, ora fa l’imprenditrice del vino con il marito Cristian Piazzetta dell’omonima famiglia dei caminetti, «abbiamo prodotto Merlot». La prima vendemmia si è celebrata lo scorso 8 settembre.
Un giorno non casuale per un vero e proprio rito di famiglia: è il compleanno di donna Antonia e nel 2017 lo ha festeggiato nel vigneto affidato alla nipote. «C’era anche lei con noi a vendemmiare», racconta Martina, «A lei abbiamo dedicato la prima produzione: trecento bottiglie di buon Merlot con una nuova etichetta “La Toni”, appunto».
Così è chiamata donna Antonia Raselli Leggi il resto di questo articolo »
Vino: dal 1° gennaio il Chianti si potrà imbottigliare solo in Toscana
“Dal 1° Gennaio 2018 dopo lungo iter amministrativo, entrerà in vigore a tutti gli effetti la modifica dell’art. 5 comma 1 del disciplinare di produzione Vino Chianti nel quale si prevede che il vino Chianti DOCG si potrà imbottigliare, fatte salve le deroghe ed i diritti acquisiti nel tempo dalle aziende imbottigliatrici, soltanto in Toscana per garantire maggiore tracciabilità, maggiori e tempestivi controlli del prodotto, tutelando così il consumatore” E’ questa in sintesi la novità introdotta nel disciplinare di produzione del Vino Chianti docg.
“Si tratta della modifica della delimitazione della zona di vinificazione, invecchiamento imbottigliamento e affinamento – spiega Giovanni Busi, Presidente del Consorzio Vino Chianti – in quanto fino ad oggi infatti era possibile imbottigliare il nostro vino Chianti in tutto il mondo.
Dal 1 gennaio 2018 grazie a questa modifica al disciplinare di produzione si potrà imbottigliare esclusivamente in quasi tutto il territorio della Toscana”.
Non riguarderanno questo provvedimento, come previsto dalla regolamentazione dell’Unione Europea, le aziende confezionatrici ubicate fuori della Toscana Leggi il resto di questo articolo »
Ripristino vigna Pallagrello faceva impazzire re Ferdinando
La Vigna aveva una struttura unica, a ventaglio, che permetteva la coltivazione di dieci diversi tipi di uva, tra cui anche l’autoctono Pallagrello, bianco e nero, scomparso ai primi del Novecento e recentemente recuperato.
Si dice che il Pallagrello facesse letteralmente impazzire re Ferdinando di Borbone, che come è risaputo faceva coltivare a San Leucio le viti che riteneva più pregiate, in una zona dove i terreni erano già da secoli vocati alla viticoltura.
Lì, infatti, fece approntare un sesto di impianto di una vigna multi-varietà che contenesse i ceppi ritenuti più nobili e produttivi da lui scelti, organizzati a semicerchio in dieci braccia con un unico fulcro di partenza tale da costruire una raggiera che richiamava appunto la forma di un ventaglio.
Ferdinando, tra le varie qualità di uva presenti, prediligeva più di tutte quelle chiamate Piedimonte rosso e Piedimonte bianco, che oggi noi conosciamo come Pallagrello bianco e Pallagrello nero.
I vini ottenuti da queste uve non mancavano mai sulla sua tavola e nei pranzi di corte, visto che li riteneva eccelsi.
Il vitigno sia esso bianco che nero si presume di antichissima provenienza greca e deve il nome al chicco rotondo che richiama una pallina perfetta in dialetto localmente “pallarello”.
Il Pallagrello bianco e il Pallagrello nero rientrano nella Igt Terre del Volturno.
Il Pallagrello, quindi, si può considerare un vero e proprio “vino da Re”, ed è una splendida notizia che possa ritornare ad essere prodotto proprio nel territorio in cui si può dire che sia nato il suo mito “regale”.
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A Donnafugata Carla Fracci per battesimo del Floramundi
L’emozione dei grandi incontri che si ricordano tutta la vita e l’allegria per un “nuovo nato” a Donnafugata, il Floramundi.
A Marsala (Trapani), tra le mura delle cantine storiche di famiglia, è toccato alla danza scrivere una nuova pagina del dialogo tra arte e vino che, sin dalle origini, ha ricercato l’azienda siciliana.
Lo ha fatto coinvolgendo l’artista e la donna Carla Fracci, in una intervista intima ma anche giocosa, condotta da un’altra donna, quella del vino, Josè Rallo.
Accanto alla grande ballerina, il maestro e compagno di una vita, Beppe Menegatti, che, con la signora Fracci, ha ripercorso i momenti di una lunga carriera, costellata di grandi traguardi ma anche della necessità di assolvere al proprio “destino artistico” con totale dedizione e sacrificio.
Di fronte a una platea di giornalisti, amici e collaboratori dell’azienda, l’interprete di tanti ruoli diventati con lei leggendari, ha attraversato la sua vita d’artista e di donna, ricordandone i momenti più belli o insoliti e inusuali.
La più grande ballerina italiana di tutti i tempi ha sempre creduto nella sua missione di promozione dell’arte ovunque, dai grandi teatri del mondo, sino ai piccoli teatri di provincia. Leggi il resto di questo articolo »
Gualtiero Marchesi e Le Donne del Vino, contro il soffocamento a tavola
La settecentesca residenza nobiliare Palazzona di Maggio a Ozzano dell’Emilia (Bo), ha accolto numerose Le Donne del Vino italiane, lo scorso 16 novembre, per un appassionato tributo al maestro Gualtiero Marchesi, insignito del riconoscimento di “Personaggio dell’anno”, dall’Associazione Nazionale Le Donne del Vino.
Una giornata interamente dedicata al tema del soffocamento a tavola, progetto promosso per primo dal maestro Marchesi nel 2015, con iniziative di formazione rivolte agli addetti alla ristorazione, e il primo corso realizzato il 18 marzo 2015 che ha riguardato i responsabili di 9 ristoranti, un protocollo indispensabile che consente di salvare adulti e soprattutto bambini, durante i pasti, grazie a una corretta preparazione degli alimenti da parte degli chef e la tempestiva attuazione della disostruzione.
Un impegno sottoscritto dalle Donne del Vino, a promuovere questo importante progetto facendo proprie le pratiche di anti-soffocamento, cogliendo il testimone, e adoperandosi a divulgarne l’importanza in tutta la Penisola, attraverso le delegazioni regionali delle Donne del Vino.
“La formazione di chi lavora nei ristoranti Leggi il resto di questo articolo »