Eventi

Vino, a Bruxelles premiate 14 cantine della regione

Sei ori, sette argenti e una Gran Medaglia d’Oro: questi i numeri dell’Emilia Romagna del vino alla 24/a edizione del Concours Mondial de Bruxelles, rassegna itinerante, svoltasi quest’anno a Valladolid in Spagna, dove sono stati degustati oltre 9000 campioni provenienti da tutti il mondo.
Tra questi, i 320 membri della giuria internazionale hanno assegnato il gradino più alto del podio, quello dedicato alla Gran Medaglia d’Oro, il Lambrusco Amabile 2016 della Cantina di Santa Croce di Modena.

Un successo per la produzione regionale, raggiunto oltre per il percorso di qualità intrapreso dai vini del territorio, anche per l’aumento di iscrizioni dovuto al sodalizio stretto tra il Concours Mondial de Bruxelles e “Emilia Romagna da Bere e da Mangiare”, la guida ai vini regionali da oltre 10 anni realizzata da Agenzia PrimaPagina insieme ad Ais Emilia e Romagna, con il patrocinio dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione e dell’Enoteca Regionale.

www.parmadaily.it – 19/05/2017

Papa Francesco gusta il vino dei francescani di Tramonti

C’era anche un pezzo di Costiera amalfitana sull’aereo che ha condotto Papa Francesco in Egitto.

Anzi uno dei nettari di uve prodotto dalle vitigni autoctoni di Tramonti. Per l’esattezza quelli della cantina che prende il nome dal santo protettore d’Italia: San Francesco.

Una singolare coincidenza la scelta dei selezionatori di Alitalia che proprio per questo viaggio hanno servito in volo un vino carico di storia e di significato.

Già, perché al di là dell’azienda produttrice dell’E’ Iss, un rosso prodotto in purezza con sole bacche rosse raccolte dal plurisecolare Tintore, c’è un rito ancestrale che a Tramonti lega le produzioni agricole al culto di San Francesco.

E questo per la presenza dell’omonimo convento di Polvica che per alcuni secoli è stato un punto di riferimento oltre che un luogo di carità cristiana.

A Tramonti dicono ancora oggi «San Francesco piglia e dà». Un detto che sta a significare come la questua dei frati si trasformava in sostegno per i più bisognosi.

E tra gli aneddoti anche un’usanza che vedeva protagonisti i casari della cittadina montana. Il 4 ottobre, infatti, la trasformazione del latte era destinata interamente al convento dei francescani.

Quel giorno si producevano solo provoloni e caciocavalli che i frati conservavano nella loro cantina. Ed è qui che maturava anche il vino.

Una tradizione che è avvalorata anche da una poesia in vernacolo di un anonimo del 700 rinvenuta proprio qualche anno fa. «San Francisc è ‘o protettore e Tramunt; è ‘o protettore d’o vino e d’o latte», inizia così la metrica che ricorda come nel paese montano della Costiera fosse forte la devozione per il santo al punto che dinanzi a tutte le porte delle abitazioni non mancava mai un’immaginetta.

www.ilmattino.it – 30/04/2017

Vino Santo, il rito della spremitura

Cerimonia con la Confraternita. Pisoni: «La vendemmia 2016 è stata ottima»

Rito della spremitura delle uve appassite di Nosiola ieri pomeriggio presso l’azienda vitivinicola Pisoni di Pergolese di Marco e Stefano Pisoni, azienda socia dell’Associazione Vignaioli Vino Santo, assieme ad altri 5 produttori privati ai quali si aggiunge la Cantina Toblino.

La spremitura si è svolta dopo che per oltre sei mesi i migliori grappoli di uva Nosiola hanno subito un processo di appassimento che le permetteranno di diventare il famoso “Vino Santo” che sarà poi messo nelle botti di legno e solo dopo cinque –sei anni di invecchiamento andrà sul mercato.

La cerimonia si è svolta alla presenza del capitolo della Confraternita della vite e del vino, sotto la regia del gran Maestro Enzo Merz.

L’importanza di questo prodotto è stata ricordata dal presidente dell’associazione Vignaioli Vino Santo Marco Pisoni.

Si tratta di un prodotto di nicchia, Leggi il resto di questo articolo »

Verona capitale del vino: al via Vinitaly

PERCHE’ SE NE PARLA
Gli appassionati di enologia non si lasciano certo scappare l’appuntamento più importante d’Italia. Vinitaly apre i battenti dal 9 al 12 aprile con la 51esima esposizione dei vini e distillati. Ben 4.272 espositori, un record per la manifestazione, di cui 4.049 italiani. La Fiera di Verona si anima tra assaggi prestigiosi, conferenze, talk, workshops e naturalmente gastronomia. L’evento è diventato negli anni un vero colosso, che tra business e cultura attira ogni anno migliaia di visitatori. Italiani e stranieri.

PERCHE’ ANDARE
Chi ama il vino e la cultura enologica non può perdere l’appuntamento più ricco dell’anno. E per l’occasione, visitare il centro storico di Verona non può che essere la ciliegina sulla torta. La meravigliosa Arena, la casa di Giulietta, i vicoli del centro medievale e rinascimentale, gli scorci meravigliosi sul fiume Adige. Leggi il resto di questo articolo »

Vino: enologo Falsini, bio e vegan due mondi opposti

“Spero ci sia ancora più affluenza e interesse per il vino italiano, la cui qualità è in crescita esponenziale.

E mi auguro anche che gli operatori internazionali capiscano cosa realmente l’Italia è e cosa può essere”.

E’ questo l’auspicio dell’enologo toscano Emiliano Falsini per il Vinitaly ormai alle porte, in programma dal 7 all’11 aprile a Verona.

Falsini, che segue oltre 40 aziende dal Piemonte alla Sicilia, ne ha parlato durante una degustazione di prodotti di alcune delle cantine da lui seguite, proposta a Milano al ristorante ‘Capra e Cavoli’.

“Potremmo dire – ha spiegato Falsini parlando delle nuove tendenze – che quelli proposti sono tutti vini vegan perché non utilizzano chiarificanti di origine animale e non sfruttano la forza lavoro degli animali” ha detto Falsini, spiegano la differenza con il bio.

“Paradossalmente sono due mondi diametralmente opposti. Per esempio, l’utilizzo di fertilizzanti di origine animale è ritenuto un plus nel mondo bio, ma non in quello vegan”. Leggi il resto di questo articolo »

Vino, Veronafiere: da oggi Brexit, ma a Vinitaly è remain

«Seguiamo con attenzione le vicende della Brexit e il suo impatto sul commercio, in particolare del nostro vino. A oggi però sembra stia sortendo l’effetto contrario: a Vinitaly infatti si sono già stati registrati 400 nuovi buyer del Regno Unito mai venuti a Vinitaly, che si aggiungono agli oltre 500 presenti ogni anno». Lo ha detto, oggi in occasione dell’avvio ufficiale del processo di uscita di Londra dall’Unione Europea, il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani.

«Ovviamente – ha proseguito – è presto per prevedere cosa sarà del nostro vino nel secondo Paese importatore al mondo, ma ritengo che i freni commerciali non convengano a nessuno. Il Regno Unito esporta verso l’Ue l’equivalente annuo di 2,1mld di euro in liquori e distillati e importa dal Continente 1mld di bottiglie di vino per 2,6mld di euro. Un business, quello del vino Ue, che per la Wine and Spirit Trade Association (Wsta) britannica vale nel Regno Unito il 55% di un settore da quasi 20mld complessivi di euro. Confidiamo – ha concluso Mantovani – nella negoziazione da parte della filiera europea del vino, un prodotto che ha visto incrementare notevolmente i suoi consumi a scapito della birra». Leggi il resto di questo articolo »

Angelina Jolie e Brad Pitt di nuovo insieme per lanciare il loro brand di olio d’oliva

I rapporti tra Brad Pitt e Angelina Jolie non sono certo dei migliori al momento, ma i Brangelina si sono riuniti per un’occasione: il lancio del loro marchio gourmet di olio d’oliva. I due attori sono i proprietari di un castello in Francia che è stato valutato ben 60 milioni di dollari nel 2008, quando lo acquistarono.

Ovviamente tale cifra implica la necessità di investimenti ulteriori e fruttuosi, così il castello francese, lo Chateau Miraval, è stato utilizzato da Angelina Jolie e Brad Pitt per coltivare olive e produrre bottiglie di olio di oliva chiamate proprio con il nome del castello. Lo Chateau Miraval, tra l’altro, fu utilizzato nel 1979 anche dai Pink Floyd per registrare parte dell’album The Wall ed è qui che i due divi hollywoodiani sono convolati a nozze nel 2014.

Il castello ospita anche 150 acri di vigneto, con cui Brad e Angelina producono il loro vino rosé Miraval, applaudito dai critici del settore per la sua bontà. “Le classiche trappole dei vinai celebri non si applicano a questo caso. Loro non sono vinai-celebrità; Brad e Angelina sono veri vinai. Hanno assunto un vero viticoltore, hanno aspettato che il vino diventasse buono prima di metterlo in vendita. È un buon vino”, scriveva l’esperto di Vanity Fair. Leggi il resto di questo articolo »

Pantelleria da bere, zibibbo naturalmente. La storia e i successi

Scogli neri di pietra lavica che si tuffano a picco nei fondali blu, paesaggi di roccia, tramonti che tolgono il respiro, odore del vento misto al profumo di vegetazione: questo e altro ancora è Pantelleria. Una perla nera immersa come un giardino nel Mediterraneo.

Una terra capace di sorprenderci per i suoi forti contrasti acque blu cobalto, pianure lunari e sinuosi tetti bianchi. Tutto è unico anche i sapori: quello del profumatissimo cappero e il gusto inconfondibile del suo vino: lo zibibbo.

Un vino apprezzato anche dagli dei se un’antica leggenda narra che la dea punica Tanit, su consiglio di Venere, si finse coppiera dell’Olimpo e sostituì all’ambrosia degli dei il mosto delle dolci uve di Pantelleria per conquistare Apollo.

Con la parola zibibbo, dall’arabo “zabib” ovvero “uva passa”, si identifica sia il vitigno sia il vino che si ottiene con le sue dolci uve. Leggi il resto di questo articolo »

Firenze, un brindisi col faraone: arriva lo Shedeh, il vino di Tutankhamon

“Ascoltare la tua voce è per me vino shedeh”, si legge nel famoso papiro Harris 500 conservato al British Museum.

Una dichiarazione d’amore non certo da poco, se si pensa che lo shedeh, nell’Egitto antico, era un vino talmente pregiato da essere considerato capace di riportare in vita i morti.

Tanto che un’anfora di questa preziosa bevanda è stata ritrovata persino nella tomba di Tutankhamon, il “faraone fanciullo” scomparso nel 1323 a.C. a diciannove anni.

Ricreare quel vino, utilizzando le tecniche del tempo, è l’improbabile quanto affascinante sfida che ha deciso di raccogliere una squadra di egittologi e produttori vinicoli: il risultato, lo Shedeh dell’azienda trevigiana Antonio Rigoni, si potrà assaggiare domani mattina in anteprima a “TourismA”, il Salone internazionale dell’archeologia organizzato dalla rivista Archeologia Viva, in programma fino a domenica a Firenze, al Palazzo dei Congressi. Leggi il resto di questo articolo »

Grenaches, un vino che fa bene alla salute

La Sardegna antica culla del vino. Nel corso della conferenza tecnica organizzata nell’ambito del concorso enologico internazionale Grenahes du monde 2017, (ad Alghero ieri) è stato possibile raccontare il Cannonau e le sue mille sfaccettature ma anche le tante storie che il Grenache può svelare, di cui la Sardegna è scrigno prezioso.

Ne ha parlato Gianni Lovicu (Agris Sardegna) che ha concentrato il suo intervento sulle origini della viticoltura sarda: dai ritrovamenti dei vinaccioli nel Pozzo sa Osa (provincia di Oristano) risalenti al XIV secolo avanti Cristo, ai legami che i nuragici avevano con il resto del Mediterraneo nell’età del Bronzo, come dimostrano le analisi di anfore ritrovate a Cartagine.

Il Cannonau, la Malvasia, la Monica, sembrano aver attraversato la storia, tra scambi e contaminazioni.

Queste sono diverse a seconda delle aree, per le quali, grazie a tecnologie sempre più raffinate negli studi sul DNA, è possibile individuare similitudini e differenze come ha spiegato Angelo Costacurta, dell’Accademia Italiana della vite e del Vino, raccontando la storia dei grenaches e della loro diffusione in Spagna, in Francia e degli scambi che si sono susseguiti nel tempo.

Tutto ciò ha portato ha una variabilità dei grenaches. Leggi il resto di questo articolo »