Eventi
Una STARTUP per comprare vino nel metaverso
Nasce Cellarverse, la prima startup che lancia gratuitamente nel metaverso le cantine italiane e le veste di arte.
Si possono comprare dei certificati (NFT) che garantiscono la proprietà della bottiglia ma si può decidere di riceverla a casa quando si vuole.
E si possono ricevere anche bottiglie personalizzate da diversi artisti emergenti: il primo sarà Mr. Savethewall, l’artista comasco esponente della street art e divenuto famoso per i suoi murales inusuali, realizzati non direttamente sui muri bensì su nastro adesivo facilmente removibile.
Oltre ad acquistare certificati delle singole bottiglie a prezzi vantaggiosi è possibile partecipare a una community virtuale, nel metaverso, dove incontrarsi per eventi e momenti di approfondimento, con una user experience immersiva, mentre per le cantine entrare nel metaverso è completamente gratuito.
“Selezioniamo solo bottiglie particolari sia vintage sia collezioni speciali realizzate esclusivamente per essere vendute tramite l’acquisto di un NFT (come una collezione numerata di 12 bottiglie di Jarno Rosso del Podere Castorani firmate a mano da Jarno Trulli). Il numero massimo non è definito ma non puntiamo su grandi numeri quindi difficilmente pianificheremo più di 240 bottiglie della stessa cantina in un anno.
A differenza di altri che entrano nel mondo degli NFT con numeri dai 1000 in su, la nostra idea è quella di rimanere contenuti con i rilasci per creare maggior valore e unicità all’NFT associato alla bottiglia fisica cosi come prodotta dalla cantina o con la collaborazione di un artista” spiega il Ceo, Rosangela Mastronardi.
Cellarverse è una start up nata da un’idea di Paolo Angeleri e Rosangela Mastronardi con il supporto di Salvatore Bruno, Antonella Groppo e Daphne Rechberger.
https://www.ansa.it – 28/11/2022
Il vino naturale non esiste
Durante il Festival di Gastronomika uno dei tavoli più vivaci è stato senz’altro quello dedicato a un grande dibattito nel mondo del vino: naturale o convenzionale? La discussione è iniziata affrontando subito l’elefante nella stanza: il termine “naturale” fa storcere il naso a non pochi produttori e addetti al mestiere. “Naturale”, infatti, rimanda a un qualcosa di ottenuto direttamente dalla natura, senza intervento dell’uomo e potrebbe dunque ingenerare confusione nei consumatori. Tuttavia, sorprende come espressioni quali “acqua naturale” o “yogurt naturale” non destino lo stesso scalpore e lo stesso sdegno dI “vino naturale”. Sembra quasi che non si voglia guardare oltre al proprio naso e ci si trinceri su una questione semantica pur di non guardare al messaggio che porta con sé il movimento del vino naturale.
Il Movimento nasce in Francia alla fine degli anni ’70 del secolo scorso come reazione alla viticoltura e all’enologia industriale, che ha iniziato a imporsi nel secondo dopoguerra. Dopo il secondo conflitto mondiale, infatti, aumenta significativamente nell’industria agroalimentare l’utilizzo massiccio di sostanze chimiche come erbicidi e pesticidi e, pochi anni dopo, si assiste anche a un incremento dell’uso degli additivi nella vinificazione. A questa tendenza si ribella un gruppo di produttori del Beaujolais, che pone l’accento sull’importanza di un’agricoltura biologica o biodinamica e su un processo di vinificazione poco interventista fatto di pochi o nessun additivo.
Oggi quello del vino naturale è oggi un movimento vivo e radicato in tutte le regioni vitivinicole e porta con sé pregi e difetti dell’essere diventano una moda.
Il mercato, infatti, ci racconta che la fama del vino naturale stia crescendo – come evidenzia il report Wine Intelligence “Alternative Wine Opportunity Index in 2022” in cui il vino naturale risulta la categoria preferita tra i vini “Sola”, ossia Sustainable, Organic, Lower alcohol, Alternative, davanti ai vini organici e a quelli prodotti in maniera sostenibile.
Tuttavia, dallo studio emerge un altro dato interessante: per la maggior parte dei consumatori, il vino è naturale in quanto tale, a prescindere dal livello di intervento delle lavorazioni in vigna e in cantina.
Il vino naturale è quindi ancora alla ricerca di una propria identità definita, sia a livello comunicativo che a livello produttivo e giuridico.
Per quanto riguarda il primo aspetto, i sommelier e gli enotecari presenti hanno sottolineato come il vino naturale sia in grado di toccare le corde emotive dei consumatori, in modo molto simile a quello che fa l’arte. Chi acquista vino naturale, infatti, vuole bere prima di tutto le idee, la visione e la sensibilità di chi lo produce, Vuole, insomma, bere una storia, un racconto che vada oltre il prodotto di per sé.
Il vino naturale è dunque in grado di avvicinare nuovi pubblici e di fungere da input per aprire un sentire diverso del vino meno snob e più conviviale.
Tuttavia, la bandiera di vino naturale non può essere utilizzata per giustificare vini sciatti, pieni di difetti e poco piacevoli. Difatti, come convenuto da tutti i presenti, è necessario che il vino – naturale o convenzionale – sia buono e privo di devianze. Troppo spesso, invece, dietro la categoria dei vini naturali si celano prodotto di bassa qualità e omologati da difetti quali il brett e la volatile. Leggi il resto di questo articolo »
Lollobrigida si schiera contro il vino dealcolizzato. «Altrimenti è succo d’uva»
Il neo ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare nel governo Meloni, Francesco Lollobrigida, dopo aver dichiarato battaglia alla carne artificiale, ora si schiera contro il vino dealcolizzato. In occasione della terza giornata di Eima International a BolognaFiere, infatti, ha dichiarato: «Ora, se il vino è fatto con l’alcol, lo chiami vino.
Se vuoi fare il succo d’uva, il mosto e lo vuoi distribuire a tutti, lo chiami semplicemente in un altro modo. Questo è un invito difendere anche la tipicità e la tipologia di alcune produzioni e il loro nome. Andremo in Europa come è normale, a ragionare insieme per difendere la qualità».
Il ministro Lollobrigida, infatti, fin dai primi giorni del suo mandato aveva messo in chiaro la sua intenzione di difendere la sovranità alimentare e il diritto degli italiani a mangiare bene. E con questo si era anche da subito schierato contro il cibo artificiale.
In occasione della terza giornata di Eima International a BolognaFiere, è intervenuto sul tema del vino dealcolizzato, dichiarando: «Io non contesto che uno non beva alcol, anzi, è una scelta legittima, per chi pensa che sia davvero dannoso, come alcuni tentano di certificare rispetto a un prodotto che da tremila anni viene utilizzato da tutti e devo dire sono tutte persone di sana e robusta costituzione».
E ha poi aggiunto: «Ora, se il vino è fatto con l’alcol, lo chiami vino. Se vuoi fare il succo d’uva, il mosto e lo vuoi distribuire a tutti, lo chiami semplicemente in un altro modo. Questo è un invito difendere anche la tipicità e la tipologia di alcune produzioni e il loro nome. Andremo in Europa come è normale, a ragionare insieme per difendere la qualità».
https://www.italiaatavola.net – 11/11/2022
Bloccato il tentativo della Commissione UE di tagliare i finanziamenti a promozione del vino, carne e insaccati
La Commissione europea ha presentato il programma orizzontale di promozione dei prodotti alimentari per il 2023 nel quale erano previsti forti tagli per prodotti come vino , salumi e carni rosse.
Grazie alla posizione italiana assunta ieri a Bruxelles con il suo voto contrario unitamente ad altri paesi come Francia, Spagna e Portogallo si è riusciti ad ottenere il ritiro della proposta e la rinegoziazione della stessa.
A tal proposito l’On Marco Cerreto di FDI dichiara: “Plaudo alla posizione coraggiosa espressa dall’Italia e voluta dal Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare On Francesco Lollobrigida, abbiamo scongiurato il rischio che tante aziende , anche Campane, restassero senza fondi per la promozione, settore vitale per sviluppare competitività ed internazionalizzazione del nostro Made in Italy”.
https://www.appiapolis.it – 29/10/2022
Il vino della solidarietà per Papa Francesco
È Gaetano Cataldo il primo sommelier italiano a consegnare personalmente nelle mani di Sua Santità il Papa una bottiglia di vino. Il coppiere sangiorgese nel corso dell’udienza generale del 28 settembre scorso ha donato a Papa Francesco il vino celebrativo creato per omaggiare l’isola di Procida capitale della Cultura 2022.
«Sua Santità, in riconoscenza a Procida abbiamo realizzato questa bottiglia e a nome di Procida e di tutte le persone che han contribuito alla sua creazione mi onoro di donarla a voi»: emozionatissimo e con la voce tremante sono state queste le parole pronunciate da Cataldo a Sua Eccellenza il Papa.
«Questo vino è nato da un progetto tanto francescano quanto eversivo, in quanto la bottiglia rappresenta il primo passo verso l’Umanesimo del vino ed è il primo vino della Cultura che non chiede il permesso ad alcuno per compiere una buona azione per la nostra amata terra – ha dichiarato il sommelier di Castel San Giorgio, fondatore e presidente dell’associazione “Identità Mediterranea” – abbiamo così dimostrato che non è la materia a generare il pensiero ma è il Pensiero a creare la materia».
Il vino nasce per ringraziare Procida per la sua nomina a capitale italiana della cultura con l’abbraccio enologico di 26 cantine provenienti da tutta la Campania, scelte su criteri di territorialità, sostenibilità ed etica enologica e produttiva.
Cataldo, fondatore di “Identità Mediterranea”, l’associazione che ha portato avanti il progetto e che ha ricevuto patrocini dai Comuni di Procida e Castel San Giorgio, dalla Regione e da molteplici associazioni, ha così dimostrato che, quello che sembrava un sogno, è diventato realtà.
https://www.lacittadisalerno.it – 23/10/2022
Pallagrello: rinasce il vino dei Borbone
I Borbone ne parlavano con entusiasmo, descrivendoli come vini “de’ migliori del Regno, così per loro qualità, e natura, come per la grata sensazione che risvegliano nel palato”.
Tanto apprezzati che re Ferdinando IV volle coltivarne le uve nei giardini della reggia di Caserta.
Ancor oggi le etichette di Pallagrello, originato dall’omonimo vitigno, sono un esempio unico dell’enologia campana: anche sotto il profilo della sostenibilità ambientale se, com’è vero, nel 2019, l’azienda vitivinicola Tenuta Fontana di Pietrelcina (BN) ha vinto un bando pubblico ideato per il ripristino dei vigneti reali nel bosco di San Silvestro, all’interno della reggia casertana, già oasi Wwf.
Il recupero della vigna ha preso il via dallo studio preliminare dei suoli per scegliere il portinnesto più adatto al tipo di terreno ed alle esposizioni presenti, cui hanno fatto seguito la progettazione dei lavori e gestione agro-ambientale biologica del vigneto stesso.
Un progetto che ha quindi reso possibile reimpiantare i filari di Pallagrello bianco e nero, oggi coltivati secondo il principio biologico: presente e passato intrecciati sia nel piglio del metodo colturale sia in quello dell’affinamento, che avviene in anfore di terracotta, utile a preservare le caratteristiche organolettiche del vitigno.
L’aneddoto reale ha invece ispirato il nome delle bottiglie, Oro Re, che ha avuto nel 2021 la sua prima vendemmia e, pochi mesi dopo, il debutto al Vinitaly di Verona. Ora si fa il bis con l’annata 2022.
https://www.teatronaturale.it – 13/10/2022
Unione italiana vini, ‘nuovo proibizionismo in Europa’
Quanto disposto ieri a Tel Aviv nel documento Oms, spiega l’Unione, “si discosta da quanto previsto dalla Global alcohol strategy approvata lo scorso maggio dalla stessa OMS e dalla votazione al Cancer plan da parte del Parlamento europeo che avevano rimarcato l’esigenza di focalizzare l’azione sul consumo dannoso di alcol. Il risultato emerso dal voto è una scure per il mondo del vino e l’inizio di una nuova ondata proibizionista per il settore”. “Le linee guida, accolte integralmente senza alcuna opposizione da parte delle delegazioni, anche quella italiana, – sottolinea Uiv – prevedono un contrasto al consumo tout court dell’alcol come priorità di azione, con un obiettivo di riduzione del 10% pro-capite entro il 2025. Tra le politiche che l’organizzazione proporrà ora ai Paesi interessati, l’aumento della tassazione, il divieto di pubblicità/promozione/marketing in qualsiasi forma, la diminuzione della disponibilità di bevande alcoliche, l’obbligo di health warning in etichetta e un nuovo approccio alla concertazione delle politiche che vedrebbe totalmente escluso il settore dal dibattito”.
https://www.ansa.it – 16/09/2022
Il vino affinato nella ceramica è stato premiato al Wine Festival di Merano
Il vino del futuro affonda le sue radici nel passato. Amphora Moris 2018 della Poderi di San Pietro si conquista il riconoscimento Gold al premio The WineHunter Award del Merano Wine Festival, uno degli appuntamenti enogastronomici che negli ultimi anni ha scalato le gerarchie dell’attenzione di cantine, esperti ed appassionati per la selezione di qualità messa in atto.
The WineHunter premia solo le etichette che raggiungono almeno 90 punti su 100, e l’Award Gold è riservato a chi si aggiudica dai 93 ai 95,99 punti della giuria di esperti. Sopra di quel riconoscimento, c’è solo l’Award Platinum. Per Amphora Moris, alla prima partecipazione, è un debutto con i fiocchi, che conferma la grande accoglienza di pubblico e critico per questa bottiglia particolare, un bianco da 14 gradi affinato 12 mesi in anfore di ceramica.
«Siamo molto soddisfatti di questo riconoscimento, il Merano Wine Festival è cresciuto tanto negli ultimi anni e si sta caratterizzando come un appuntamento di qualità – dicono dalla Poderi di San Pietro -. Con ogni probabilità saremo presenti a novembre al Festival, e intanto ci godiamo questo riconoscimento. Amphora Moris ci sta dando tante soddisfazioni, è un vino particolare, quasi un finto bianco, con la sua potenza e la sua gradazione, che ampliano la platea degli abbinamenti. Anche per questo sta entrando sempre più nelle carte dei vini di ristoranti di livello».
Con un rapporto qualità-prezzo molto interessante, Amphora Moris è prodotto da uve chardonnay e verdea in circa 2mila 500 bottiglie l’anno. È un vino potente e alcolico, 14 gradi circa, sapido in bocca e complesso. Anticamente, il vino stava in anfore di terracotta, ma oggi è preferito l’affinamento in ceramica perché ha un impatto neutro sul vino, mantenendo intatte tutte le caratteristiche organolettiche.
Per le sue caratteristiche è consigliato servirlo fresco a 6 gradi, ma non si disdice di servirlo a temperatura ambiente, e si sposa alla perfezione con formaggi semi-stagionati e di alpeggio, con piatti di pesce, anche elaborati, e persino con carni bianche. Attualmente è in commercio l’annata 2018, a breve entrerà a scaffale il 2019.
https://www.ilcittadino.it – 21/08/2022
Le Donne del Vino, l’unione è sinonimo di forza
La storia del vino al femminile è ricca di esempi virtuosi, che caratterizzano tanto il passato, quanto il nostro presente. Basta guardare al mondo dello Champagne, per capire quanto le donne siano state fondamentali nella storia dei grandi vini.
Sono molte, infatti, le Maison prestigiose guidate da donne brillanti ed energiche, in un momento storico in cui il vino e la sua produzione risultavano ancora preclusi all’universo femminile. Un nome su tutti, quello di Madame Clicquot. Rimasta vedova, nel 1805 all’età di 27 anni, passerà alla storia come la Grande Dame dello Champagne. Tutti conosciamo, poi, l’esprit di Lily Bollinger e l’intraprendenza di J.A. Louise Mélin, vedova Pomméry, che nel 1874 con l’invenzione del brut, contribuirà ad influenzare, in modo definitivo, le sorti e lo stile produttivo della più nota tra le bollicine.
Nonostante la storia attribuisca un ruolo importante alla componente femminile, sotto l’aspetto produttivo e culturale, quello che non sappiamo, forse, è che negli ultimi anni le donne sono entrate sempre più numerose nelle cantine di tutto il mondo vinicolo, raggiungendo le qualifiche più alte, ideando nuovi trend e creando nuovi network. Crescono le donne iscritte nelle facoltà di agraria, viticultura ed enologia e aumentano le donne che partecipano ai corsi da sommelier e WSET, dove ormai rappresentano più del 40% degli iscritti. In Italia non manca una fitta schiera di personalità, che sono manifesto di grande affermazione e successo professionale: Camilla Lunelli, Raffaella Bologna, Marilisa e Silvia Allegrini, Stefania Pepe, Elena Walch, Giannola Nonino, Marina Cvetic, solo per citarne alcune. Leggi il resto di questo articolo »
Le Donne del Vino: il nettare di Dioniso è sempre più “rosa”
L’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, nata nel 1988, è la più grande la mondo contando quasi mille socie tra sommelier, produttrici, ristoratrici, giornaliste, enotecarie ed esperte di settore in tutta Italia. L’obiettivo è diffondere la cultura e la conoscenza del vino attraverso la formazione e la valorizzazione del ruolo della donna nel settore vitivinicolo.
Per una maggiore capillarità è organizzata per delegazioni regionali. Ed è in questo contesto che la delegazione Umbria, forte delle numerose figure femminili di successo coinvolte nel settore, si sta rilanciando in questi giorni con un programma già ben variegato cha spazia dalla formazione allo scambio con altre delegazioni, da una carta dei vini dedicata a degustazioni tematiche e campagne social che possano dare visibilità a ciascuna socia e relative attività.
La kermesse regionale organizzata da Umbria Wine Club, e più specificamente la tappa spoletina, si presenta come occasione ideale di presentazione pubblica della delegazione regionale: Le Donne del Vino – Umbria. La prima tappa della Kermesse che vede, dunque, le Donne del Vino direttamente coinvolte, si terrà a Spoleto dal 15 al 17 luglio con un programma ricco di incontri e momenti di scambio.
Diverse socie della delegazione regionale interverranno ufficialmente sia in Conferenza Stampa, prevista per il giorno 15 luglio alle ore 18:00, sia in occasione dell’Osservatorio tematico programmato per sabato 16 alle ore 10:00. Un’occasione per condividere i dati e soprattutto lo spirito dell’Associazione e fornire informazioni per chiunque fosse interessato a scoprire di più.
Non solo, durante la tre giorni sarà previsto un presidio dedicato Le Donne del Vino – Delegazione Umbria – per informazioni sull’associazione e come iscriversi.
https://www.umbriaecultura.it – 08/07/2022