C’era una volta il vin brulè
Vi raccontiamo una fiaba. C’era una volta un omone grande e buono, che sapeva dominare una arcana creatura che si mangiava gli alberi e generava fuoco e calore.
Sopra questo antico drago dai poteri benefici si scaldava un pentolone, che ribolliva di un nettare dolce e caldo, capace di farti dimenticare gli aghi del gelo e la solitudine. L’uomo non voleva rimanere solo e per questo aveva chiesto ad una stupenda fata dalle gonne rosse di sedersi al suo fianco.
“”Gli ingredienti base di un ottimo vin brulè sono un buon vino rosso, la cannella, i fiori di garofano, lo zucchero e l’arancia. Poi, a seconda dei luoghi e delle usanze, si aggiunge un piccolo particolare che ne modifica leggermente il sapore. Nel Bellunese, si aggiunge una scorza di limone non trattato, mentre in Alto Adige e Trentino, si aggiunge un pizzico di cardamomo.”"
Alla fata piaceva la musica e per questo aveva portato con sé un pianoforte. Ma non era abbastanza. I due si sentivano ancora soli, e per questo chiamarono una farfalla, capace di cantare e di ipnotizzare chiunque passasse di fronte alla loro casa. E fu così che passarono le feste: la fata e la farfalla attiravano i curiosi e l’uomo donava loro quel nettare, che decise di chiamare vin brulè.
“”Si ottiene così una bevanda dalle numerose proprietà benefiche. Fa sicuramente bene all’umore, lenisce la gola infiammata, calma la tosse e, se si respirano i suoi vapori aromatici, libera il naso chiuso e le vie respiratorie. Può essere data anche ai bambini, come antibatterico, antivirale, oltre che antinfluenzale, visto che la maggior parte dell’alcool evapora durante la sua preparazione.”"
di Mauro Pigozzo
venetoblog.corrieredelveneto.corriere.it – 27/12/2014