De Castro: «Non è vino» Rigotti: «È una bevanda»
«Il Parlamento Ue valuta la convenienza di aprire il mercato a vini senza alcol, ma solo per le tipologie da tavola. Su Dop e Igt, invece, nessuna norma potrà essere imposta ai viticoltori, perché la scelta finale rimarrà nelle loro mani, subordinata alla modifica dei disciplinari di produzione».
Paolo De Castro, componente della commissione Agricoltura del Parlamento Ue, rassicura sulla parziale apertura ai cosiddetti dealcolati durante i negoziati inter-istituzionali sul regolamento sull’Organizzazione comune dei mercati, in vigore dal 2023, insieme alla futura Pac.
«Restiamo però convinti che un vino senza alcol non può essere definito tale, ma comprendiamo le opportunità commerciali e d’export che il basso tenore alcolico avrebbe in alcuni mercati», aggiunge. Molto critico sulla bozza in circolazione al trilogo (Commissione, Parlamento e Consiglio Ue), Luca Rigotti, coordinatore settore Vino di Alleanza cooperative agroalimentari. «Siamo preoccupati», afferma senza mezzi termini, «il vino dealcolizzato si dovrebbe ritenere “bevanda a base di vino“».
Ma non solo. «Ancora più grave», conclude, «è consentire l’aggiunta di acqua dopo la dealcolizzazione: in Italia il Testo unico del vino vieta di tenere l’acqua in cantina».
https://www.larena.it – 08/05/221