Il Gambellara diventa BIO, Vignato primo a certificarsi

Uva autoctona e metodi naturali: debuttano i primi vini certificati biologici della doc di Gambellara.

Sono due Gambellara classici, El Gian e il Col Moenia: stessa zona di coltivazione, stessa lavorazione, ma il primo si differenzia in quanto frutto di uve selezionate, prodotti dall’azienda agricola di Davide Vignato, 35 anni, padre di Angelica e in attesa del secondogenito dalla compagna Tiziana.

Ha in tasca studi di agraria e in testa l’idea di una rivoluzione bio: «Voglio produrre un vino che abbia il sapore di questa terra. Se condito con la chimica il vino perde gusto: si appiattisce; tutti i vini diventano uguali».

In nome della fedeltà ai terreni di basalti neri di Gambellara, Davide ha perciò intrapreso – siamo nel 1997- la conversione biologica, ottenendo prima la certificazione per i vigneti; dopo un rifacimento nel 2006, anche quella per la cantina.

Nei 12 ettari, ereditati dal padre Giandomenico e acquistati prima di lui dal nonno Rinaldo, che si estendono sui terreni vulcanici sulle colline della zona doc, coltiva per la maggior parte Garganega, e in piccole percentuali uve chardonnay, Glera, e Merlot.

Buona uva per buon vino, il suo motto, quindi: tanta natura sia in vigna che in cantina.

«Non usiamo diserbanti né concimi – spiega – ma semino fra i filari, a fine vendemmia, delle essenze, fra cui segale, senape, pisello e avena, che a maggio hanno prodotto sostanza organica per nutrire il terreno e che lo proteggono dal calore estivo; le leguminose inoltre fissano l’azoto e lo portano alle radici».

La presenza di altre piante aiuta le vigne a mettere radici più profonde, perché si nutrano di minerali e di sostanze non presenti a livello più superficiale.

Davide usa solo zolfo e rame per i trattamenti contro la peronospora e in cantina più che sulla chimica fa leva sulla fisica, nel senso del movimento:

«La fermentazione, avviata con lieviti di cantina, avviene in vasche d’acciaio, a temperature controllate.

Dopo un travaso per separare la parte limpida dal fondo il vino fermenta per circa 1 anno e viene movimentato periodicamente e assaggiato tutti i giorni».

Tecnica, pazienza: «E un’attenzione che è quattro volte superiore a quella che si usa per un vino convenzionale, perché se non si utilizzano correttori chimici la natura va sorvegliata», commenta Davide che si avvale della consulenza dell’enologo Franco Giacosa.

El Gian e il Col Moenia, il primo nel nome è un omaggio al papà Giandomenico, il secondo fa riferimento alle pietre – moenia in latino – affioranti nei vigneti, sono dunque le prime etichette biologiche certificate, prodotte seguendo il disciplinare della doc veneta di origine vulcanica.

Circa 7000 bottiglie la produzione in commercio dell’annata 2013.

Entrambi i vini riflettono le caratteristiche di mineralità e acidità della Garganega.

El Gian è più giovane e fresco, Col Moenia più strutturato: matura sui propri lieviti senza aggiunta di anidride solforosa, impreziosito periodicamente da un batonage regala un bouquet di profumi complesso e di grande equilibrio.

I due vini son o stati inseriti nell’annuario 2015 di Luca Maroni fra i migliori vini d’Italia.

Da segnalare, per questa cantina, anche il Cuveé dei Vignato, un metodo classico che racchiude le due anime dell’azienda: Gian Domenico, il papà che coltiva da sempre la Durella, e Davide, che preferisce le uve di Chardonnay.

www.ilgiornaledivicenza.it – 13/10/2014

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