Il miglior Sauvignon del mondo è italiano
Non sarà stato facile per la giuria riuscire a decidere quale fosse il migliore tra i 751 campioni provenienti da 21 Paesi del mondo, ma alla fine hanno decretato il loro giudizio: il migliore era il friulano Tiare di Roberto Snidarcig.
Il Concorso Mondiale del Sauvignon, per l’esattezza il quinto, non si poteva svolgere che a Bordeaux, insieme alla valle della Loira culla di questo vitigno da cui si ottengono prestigiosi vini dolci come il Sautern e il Barsac e altrettanto meravigliosi secchi come il Sancerre e il Pouilly-Fumé.
Essere insignito della medaglia d’oro nella patria mondiale del vino, è sicuramente una doppia vittoria.
Il sauvignon bianco, da non confondersi con il cabernet sauvignon, a bacca rossa, è un vitigno da cui si ricavano vini freschi e incentrati principalmente su profumi vegetali che ricordano la salvia, il bosso e la foglia di pomodoro, ma anche toni di frutti mediterranei e tropicali maturi.
Per esprimersi al meglio ha bisogno di terreni ricchi di silicio e un clima dalla spiccate escursioni termiche, una combinazione che spesso si trova in Alto Adige e Friuli, regioni del nostro Paese dalle quali provengono i migliori Sauvignon.
Non a caso il Sauvignon Tiare proviene proprio da Dolegna, in provincia di Gorizia, una delle zone più pregiate del Collio, dove Roberto e sua moglie Sandra, gestiscono la cantina e un agriturismo.
Un vino che non conosce l’utilizzo del legno mentre, per scelta del produttore, una piccola percentuale svolge quella che impropriamente si chiama: fermentazione malolattica.
Impropriamente perché in realtà è una trasformazione, quella dell’acido malico, presente nell’uva e aspro al palato, in lattico, meno acre e più delicato; un processo che, se fatto nella giusta misura, regala come risultato finale una maggiore piacevolezza.
Il Tiare è un vino che non teme il trascorrere del tempo e che a coloro che avranno la pazienza di farlo riposare in cantina, saprà regalare delle vere emozioni
www.agenziafuoritutto.com – 24/06/2014