Il Nizza 2.0 si vende grazie ai social network «Su Instagram raccontiamo il territorio»

E’ una nuova strategia di vendita quella messa in campo dall’Associazione Produttori del Nizza, che fa fronte allo sviluppo di un mercato sempre più attento alla qualità, all’innovazione e alla tecnologia e che mescola il tradizionale approccio diretto al cliente con i nuovi canali di comunicazione rappresentati dai social network.

Nel primo caso l’associazione ha organizzato un ciclo di degustazioni denominato “Orizzonti Nizza in tour”, appuntamenti dedicati e ospitati in ristoranti ed enoteche partner dove nel corso di una cena i produttori del Nizza Docg presentano il proprio prodotto abbinato ad un piatto della cucina locale.

«A queste serate partecipano estimatori e curiosi ma molti sono veri intenditori – spiega Gianluca Morino presidente dell’Associazione Produttori del Nizza – incontri che rappresentano occasioni uniche in cui il consumatore ha la possibilità di godersi la buona cucina e il buon vino e allo stesso tempo di chiedere informazioni sulla bottiglia che sta bevendo direttamente al produttore».

Ma è anche un momento prezioso per le aziende, perché i consumatori, sempre più informati e sofisticati, forniscono utili suggerimenti e in questo senso i gusti del mercato interno piemontese emergono chiari.

Si chiede a gran voce un vino meno legnoso e speziato.

In sostanza si vuole un vitigno che si riconosca di più nel bicchiere.

C’è una riscoperta dei gusti e un rispetto delle caratteristiche genuine dell’uva. «Se in Italia e all’estero ti chiedono Barbera – aggiunge il presidente – nel bicchiere tu devi versare Barbera».
Ma portare il prodotto al consumatore, sedurlo con i sapori e incuriosirlo con le degustazioni guidate, è solo una parte delle nuove strategie di marketing.

I produttori vitivinicoli del nuovo millennio devono fare i conti con una concorrenza globale dove, se ci si vuole imporre, è necessario saper usare con efficacia Facebook, Twitter, Instagram o Foursquare. Forse più facile a dirsi che a farsi, soprattutto per chi non ha dimestichezza con la rete.

Eppure la sfida del nuovo mercato, in parte e sempre più prepotentemente, si gioca qui. – Da produttore non esagero se dico che più del 50% del mio fatturato lo devo ai social network – spiega ancora Morino, che oltre all’associazione dei produttori conduce un’azienda vitivinicola a Castel Boglione – grazie all’indicizzazione di Twitter che riporta su Google digitando le parole chiave “Nizza” e “Barbera” la prima voce che appare è quella del nostro sito de Il Nizza -.

Ma come utilizzare in modo corretto questo potente canale? «Non bisogna essere assillanti e cercare di piazzare continuamente le proprie bottiglie ma piuttosto fantasiosi e creativi. Pubblicando su Facebook o Instagram uno scatto della vendemmia o dell’imbottigliamento noi dobbiamo raccontare la storia del nostro territorio.

La promozione del prodotto verrà da sé. L’americano, l’inglese o il coreano che ci segue attraverso questi portali deve restare ipnotizzato da quello che vede. Saranno poi loro a cercarti».

A questo fine, neanche la scelta del nome “Nizza” è casuale. «Fa assonanza con “pizza” – conclude Morino – a noi può sembrare una sciocchezza ma per uno straniero che non mastica l’italiano è un ottimo modo per ricordare il nome».

Lucia Pignari – lanuovaprovincia.it – 03/03/2014

I Commenti sono chiusi