Luigi Veronelli: l’immortale
L’anima dell’anarco-enologo che ha cambiato l’enogastronomia italiana è più viva che mai. Un libro lo racconta. E una fiera del vino “alternativo” continua la sua rivoluzione: perché la vita è troppo corta per bere vini cattivi.
Luigi Veronelli è stato un grande estimatore e conoscitore del vino, giornalista, editore, filosofo e volto della televisione. Classe 1926, ha portato per primo la cultura gastronomica del Paese nelle case egli italiani, quando ancora la tv era in bianco e nero e la scelta di un solo canale.
È stato autore delle prime rubriche gastronomiche e delle prime guide ai vini italiani, si è battuto per la rinascita del vino e dell’olio extravergine di qualità, antesignano delle denominazioni d’origine e di pensieri scomodi, come quello per il “prezzo sorgente”, ossia la dichiarazione in carta dei vini del prezzo di acquisto dal produttore. Lui sentiva in un vino genuino “il sudore versato fra le vigne” e nei grandi Brunelli “le sinfonie di Mahler”, ma nelle sue guide rifiutava i punteggi e le classifiche, andando invece a scovare vignaioli nascosti, sconosciuti e sopraffatti dal grande mercato del vino industriale.
Grande difensore della civiltà contadina, allievo di Benedetto Croce, intellettuale e anarchico, come per lui era, per definizione, il grande vino “puro, razionale, armonico. Quindi anarchico”.
Come tutti i grandi uomini che hanno fatto davvero la storia non solo ha segnato l’enogastronomia italiana, ma continua a farlo oggi, a 9 anni esatti dalla scomparsa.
Un libro fresco di stampa lo ricorda: Luigi Veronelli. La vita è troppo corta per bere vini cattivi. Non una biografia, ma un dizionario dalla A alla Z che fra citazioni e aneddoti racconta l’esistenza e le battaglie, il pensiero e le opere di un personaggio unico. Si legge in un soffio, perché fotografa un pezzo della storia recente del nostro Paese e trasmette una visione etica della parola gastronomia, ben oltre il solo senso del gusto.
“”"” IL VINO E’ IL CANTO DELLA TERRA VERSO IL CIELO “”"
Luigi Veronelli
Negli ultimi anni Veronelli aveva investito le sue energie proprio in questo passaggio di testimone e di trasmissione alle nuove generazioni del suo messaggio, ripartendo un’altra volta dal basso, dai giovani contadini e dai “ragazzi dei centri sociali”.
Nel 2003 a 80 anni suonati aveva lanciato un’ultima sfida: portare oltre 150 vignaioli, dai più blasonati alle nuove promesse, nel simbolo dell’estrema sinistra milanese, il Leoncavallo, per la prima Fiera dei Particolari italiana, Critical Wine. Un successo dirompente nel panorama elitario del vino che negli anni ha saputo crescere e rinnovarsi, fra i capannoni industriali della periferia Nord e grazie al contributo dei giovani agricoltori periurbani del Parco Agricolo Sud Milano.
La Terra Trema al Leoncavallo (23-25 novembre, Milano) è oggi una fiera enogastronomica riconosciuta in Italia e Europa, realizzata in autogestione, senza sponsor, né patrocini, con oltre 150 vignaioli, prodotti della terra, incontri, dibattiti, musica e cene a filiera corta.
Se il vino è il canto della terra verso il cielo, come disse una volta Veronelli in un’intervista al Manifesto, anche quest’anno migliaia di calici si alzeranno per brindare, in un cenno di saluto.