Che fine ha fatto il mestiere del bottaio? Ecco uno dei “sopravvissuti”
Per fare il vino, ci vuole l’uva, ma anche la botte.
Ma ci si è mai chiesti quanti ancora portano avanti il mestiere di bottaio? “Ben pochi. In Valtellina sono solo due: uno a Chiuro, l’altro a Castione”, spiega Paolo Piatta, consigliere comunale e componente della Pro loco che, nelle pagina del Ciapél d’Oro, ha postato la foto di Danilo Panella, alle prese con la lavorazione di una botte, all’interno della suo laboratorio a Balzarro.
Il post ha riscosso subito successo, in termini di like e condivisioni. Dai dati della pagina, ci spiega, sembra sia stato condiviso anche a Varese.
Panella, di professione falegname come il padre, oltre a essere specializzato in mobili e serramenti, è, come detto, uno dei mastri bottai ancora attivi. Oltre a costruirle, le monta, le smonta e le pulisce: operazioni periodicamente indispensabili per le cantine.
E con il legno di quelle non più utilizzabili crea mobili e complementi d’arredo, dando libero sfogo alla fantasia.
Lavora da solo: “non è semplice, al giorno d’oggi, trovare ragazzi che abbiano voglia di diventare apprendisti di bottega. Eppure di lavoro ce ne sarebbe”.
www.ilgiorno.it – 15/01/2016