Ok dell’Ue: il vino sarà “arricchito”
Il tanto atteso via libera è arrivato. L’Unione europea concederà al Friuli Venezia Giulia (e alle altre regioni italiane del Nord che ne avevano fatto richiesta) la possibilità di “arricchire” la gradazione alcolica del vino di un ulteriore 0,5%, oltre all’1,5% per il quale non è necessaria una deroga.
La decisione era attesa, ora è ufficiale, dopo l’avvenuta comunicazione del Ministero delle politiche agricole effettuata a seguito del regolamento autorizzativo presentato dalla Commissione europea. Il provvedimento riguarda Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, le province autonome di Trento e Bolzano.
Del resto l’annata eccezionalmente anomala dal punto di vista meteo, ha costretto i vignaioli a misure drastiche per salvare la vendemmia e un settore, quello del vino, che rappresenta un biglietto da visita importante del nostro territorio e una parte rilevante dell’economia. Le preoccupazioni, infatti, per Refosco, Sauvignon, Friulano, Cabernet e altri grandi rossi e bianchi made in Friuli non sono scemate.
La raccolta è in pieno svolgimento e tanti produttori sono impressionati dallo scarso grado zuccherino delle uve, talvolta la metà del normale. Inoltre si teme pure un’acidità eccessiva degli acini e un impoverimento degli aromi, dovuto all’escursione termica tra giorno e notte. Ma in ogni caso bisognerà vedere il prodotto finale, una volta imbottigliato. E si spera che il risultato sia migliore delle prospettive di queste settimane di vendemmia.
Il presidente di Coldiretti Dario Ermacora esprime soddisfazione per il provvedimento e soprattutto per la sua retroattività (è in vigore dal 12 settembre) che mette al riparo molte aziende che sono state costretta a vinificare in attesa di una risposta ufficiale da parte dell’Unione Europea.
«Abbiamo aspettato per circa un mese questa misura che arriva quando gran parte degli spumanti e dei vini bianchi fermi – spiega Ermacora – è già stato lavorato, ma arriva in tempo per un’altra parte dei bianchi e dei rossi. E’ chiaro che non interesse tutte le aree della regione, né tutte le imprese vitivinicole né ancora tutte le uve, ma è importante per molte realtà e per tanti vini».
Ermacora, che aveva criticato i tempi della burocrazia, si sofferma sull’effetto retroattivo. «Il parere favorevole era scontato, viste le condizioni climatiche. E la retroattività del provvedimento mi pare nasconda un certo imbarazzo della burocrazia visto che a tutti sembra evidente – continua Ermacora – se non sia il caso di superare questa prassi, lasciando agli Stati membri la facoltà di autorizzare le deroghe, così da essere più tempestivi nelle decisioni».
Un plauso viene anche da Confagricoltura Fvg. «Per non creare ulteriori problemi ai vignaioli, oltre all’annata anomala – spiega il presidente Claudio Cressati -, ci eravamo subito associati alla richiesta effettuata dalla nostra Direzione regionale agricoltura.
Il provvedimento europeo consente così le operazioni di arricchimento che determinano un aumento del titolo alcolometrico di 2 per cento in volume, comprese quelle già effettuate. Inoltre, le medesime operazioni sono da ritenersi consentite anche se effettuate in più volte, stante l’esigenza di assicurare una migliore vinificazione delle uve.
Per gli anni futuri, sarebbe preferibile che la richiesta venisse fatta con qualche mese di anticipo sulla vendemmia, visti i tempi burocratici delle decisioni. In aggiunta serve pensare a una serie di interventi innovativi in materia di assicurazioni e di servizi alle imprese (previsioni meteo, assistenza tecnica) capaci, almeno, di contenere nella misura massima possibile i disagi derivati dal ripetersi di stagioni anomale come quella del 2014».
messaggeroveneto.gelocal.it – 16/09/2014