Carlo Petrini: “inaccettabile ricorrere al caporalato e vendere a 50-60 euro una bottiglia di vino”
“Noi vogliamo sapere chi è che ricorre al caporalato per vendemmiare e produrre vino perchè non vogliamo comprarle quelle bottiglie”: a dirlo dal palco di Terra Madre Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che, durante il suo intervento, ha citato il caso emerso la scorsa estate dei lavoratori sfruttati nelle Langhe durante la vendemmia.
“Ricorrere al caporalato su questa terra, vendere a 50-60 euro una bottiglia di vino e sapere che dietro c’è il caporalato è inaccettabile”, afferma.
I produttori, avverte Petrini, “non possono dire “noi paghiamo le cooperative”, non possono non sapere quanto li pagano, non possono lavarsene le mani.
Fortunatamente è una minoranza ma esige da parte nostra una risposta chiara, netta. Non è possibile tollerare una cosa di questo tipo”, conclude Petrini.
https://winenews.it – 26/09/2024
Le nuove evoluzioni del mercato del vino
I dati esposti da Denis Pantini affermano che il consumo del vino rosso in Italia è calato del 6% a favore delle “bollicine”, e dimostrano come l’esportazione di spumanti sia raddoppiata negli ultimi 10 anni (si è passati dal 17% al 25%) e sia in continuo aumento.
Dall’altro lato, tuttavia, va sottolineato che, rispetto ad una volta, il pubblico beve meno vino. Oltre ai motivi legati al calo della popolazione e quindi dei consumatori, gli esperti in sala hanno spiegato questo trend rilevando un cambiamento nelle abitudini delle famiglie italiane che non lo consumano più quotidianamente: aumenta infatti il consumo occasionale – magari in occasione di una cena di lavoro o di un incontro formale – a scapito di quello abituale o quotidiano.
Come ha spiegato Enrico Zanoni, se una volta il vino rosso era un elemento fisso al centro delle tavole e il pranzo o la cena costituivano un contesto di avvicinamento per i giovani, ora non è più così e le nuove generazioni lo sperimentano fuori casa e al posto del rosso, preferiscono lo spumante. A contraddistinguerli è anche l’approccio agli alcolici completamente diverso rispetto a quello tradizionale: sono molto più fluidi nei consumi, più attenti all’ambiente e alla loro salute, passano senza problemi da un drink ad un vino, pasteggiano con cocktail e sono curiosi sperimentatori di prodotti d’innovazione.
Il loro atteggiamento spiega la diffusione dei vini dealcolati o le alternative analcoliche che si stanno facendo strada nel nord dell’Europa e negli Stati uniti. Diversi i motivi alla base di queste scelte: si va, come ha sottolineato Giulia Caffiero, da decisioni legate alla prudenza (non si regge il vino o si deve guidare) a scelte dettate dalla salute. Un trend cui Zonin cerca di porre rimedio lavorando sulla consapevolezza e la conoscenza, attraverso l’Academy Zonin 1821: un percorso formativo in collaborazione con le università dedicato a singoli ma anche a partner commerciali, per la promozione della cultura vitivinicola.
Trentodoc Festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento e organizzato da Istituto Trento Doc e Trentino Marketing, in collaborazione con Corriere della Sera.
https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it – 22/09/2024
Finanziamento di 3 milioni per il riutilizzo di 7 milioni di bottiglie
3 milioni di euro. È il finanziamento raccolto dalla startup francese Eco in pack per riciclare 7 milioni di bottiglie destinate a vini e superalcolici, creando così un circolo virtuoso contro lo spreco e l’inquinamento.
Dotata di un laboratorio di raccolta, cernita e lavaggio dalla fine del 2022, Eco in Pack ha dimostrato la sua efficacia nel riutilizzo delle bottiglie collaborando con marchi di vino tra cui Lafite e A. de Luze a Bordeaux e marchi di liquori come Hennessy, Martell e Rémy Martin. Ha collaborato anche con eventi come Wine Paris e il Fête le Vin di Bordeaux.
La capacità di lavorazione dell’azienda, tuttavia, è limitata a 200mila bottiglie; da qui la necessità di raccogliere fondi per incrementare la produttività. I 3 milioni raccolti porteranno la capacità annua di trattamento a 7 milioni di bottiglie entro il 2027, che verranno pulite grazie a una nuova lavatrice industriale. Nel prossimo biennio verranno attivati altri centri aziendali in diverse località, sia in Francia sia all’estero, per incrementare il business.
Allo stesso tempo, la startup continua a lanciare programmi di formazione e consulenza attraverso l’agenzia Impact Consulting con l’obiettivo di attuare un piano d’azione concreto e distribuito nel tempo, partendo dall’eco-design del packaging per culminare con il riutilizzo delle bottiglie.
https://vinonews24.it – 24/09/2024
Grignolino Monferrato Casalese Doc diventa anche Metodo Classico
Il nord Italia aggiunge un’altra bollicina Metodo Classico rivendicabile. La domanda di proposta di modifica del Disciplinare di Produzione era stata presentata dal Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese quattro anni fa.
Dal 1 settembre il nord Italia ha un’altra bollicina Metodo Classico rivendicabile.
Dopo Altalanga, Franciacorta, Alto Adige e Trento ora tocca al Grignolino del Monferrato Casalese doc Spumante Rosé, la cui modifica del Disciplinare di Produzione è stata pubblicata lo scorso 12 agosto in Gazzetta Ufficiale dopo che la richiesta era stata presentata dal Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese quattro anni fa con l’intento di far conoscere maggiormente il vino simbolo del territorio e recuperare una produzione che affonda le radici nei secoli.
Da documenti storici risulta infatti che lo spumante prodotto con uve Grignolino risale alla fine dell’Ottocento, con una prima versione attribuibile ai Conti Callori di Vignale Monferrato, poi ripresa dall’enologo Amilcare Gaudio (noto come “Il Re” del Grignolino) – recentemente scomparso – il quale ne fece una piccola sperimentazione etichettata ad hoc riconoscendo le caratteristiche particolari di questo vino e intuendone le potenzialità.
Il prodotto è stato ripreso nel 2010 dagli enologi Mauro Gaudio e Donato Lanati in seguito all’intuizione di Beatrice (nipote di Amilcare) e Gabriella Gaudio di introdurre uno spumante tipicamente monferrino.
Si è visto che si tratta di un vino che va migliorando nel tempo, specialmente verso i 32 mesi, con il colore che assume un tono rosato e un profumo fragrante e complesso.
Il Grignolino sarà esclusivamente a rifermentazione naturale in bottiglia, con permanenza sui lieviti per almeno 18 mesi. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è fissato al 12%, con acidità totale minima di 5,5 g/l.
Le aspettative sono alte: grazie al recente riconoscimento, i produttori attendono un aumento delle richieste, che possano far collocare questo prodotto tra gli spumanti autoctoni.
https://vinonews24.it – 09/09/2024
L’intervista impossibile a Federico Martinotti
Nell’anno del Centenario della scomparsa del grande Federico Martinotti, il Comitato Casale Monferrato Capitale della DOC, in collaborazione con il Comune di Casale Monferrato nell’ambito delle iniziative della Festa del Vino del Monferrato, organizza due importanti eventi, entrambi presso il Salone Marescalchi sugli spalti del castello Paleologo.
Domenica 15 settembre, con inizio alle ore 10.30, viene ospitata l’Associazione Culturale Villaviva di Villanova Monferrato, paese di origine del Martinotti, con Pierluigi Buscaiolo che presenterà il libro “Vita ed Opere di Federico Martinotti” e vedrà anche la partecipazione del Presidente del Consorzio dell’Asti Spumante Stefano Ricagno che parlerà dell’iter del progetto di costituzione di un Istituto Nazionale degli Spumanti Italiani di Qualità Metodo Italiano Martinotti.
Domenica 22 settembre, ancora con inizio alle 10.30, il Comitato Casale Monferrato Capitale della DOC presenterà l’evento “Vitivinicoltura e Resistenza tra passato e futuro” ovvero i risultati dei lavori di riordino, inventariazione, catalogazione e prima digitalizzazione degli Archivi del Centro di Documentazione della DOC di Casale Monferrato: i lavori saranno introdotti dal Sindaco di Casale Monferrato Emanuele Capra e dal Presidente del Comitato Doc Andrea Desana, quindi il Direttore della Fondazione Radici di Alba Marcello Pasquero che ha in modo sostanziale collaborato in coprogettazione per la realizzazione dello specifico bando della Regione Piemonte ed infine i due archivisti Wanda Gallo e Francesco Benatti proietteranno i documenti e le fotografie storicamente più significative presenti nell’archivio. Tra l’altro questo importantissimo lavoro potrà anche rappresentare il primo nucleo documentario del progetto di realizzazione dell’Archivio Nazionale dei Vini DOC italiani che sarà realizzato in collaborazione tra il Centro di Documentazione della DOC “Paolo Desana”, Associazione Nazionale Città del Vino e l’Unione Italiana Vini sede di Milano.
Sempre domenica 22 settembre sarà riproposta in modo spettacolare alle ore 21.00, sugli spalti del castello Paleologo, l’intervista impossibile a Federico Martinotti a cura di Giorgio Milani, Monica Massa e Massimiliano Limonetti.
https://cittadelvino.com – 04/09/2024
Marta Clot la giovane sommelier catalana che vuole rendere più “leggero” il mondo del vino
Marta Clot non è solo una sommelier di grande talento, ma anche un influencer molto acclamata da un pubblico giovane, non per forza appassionato alla materia. Attraverso un approccio disinvolto, e privo di pregiudizi, la trentenne sta abbattendo le barriere del mondo elitario del vino, e s’impegna affinché piccoli produttori locali della Catalogna vengano conosciuti e apprezzati.
Nota per raccontare il mondo del vino in modo disinvolto e senza tanti orpelli, Marta desidera avvicinare e far conoscere, a quante più persone, il nettare degli dei e liberarlo da quell’alone di elitarismo che da sempre lo avvolge. “Sembra che per bere vino sia necessario conoscerlo meticolosamente o fare un corso. Il vino fa paura e dobbiamo porre fine a tutto ciò. Mi piace parlare del vino in generale, con un tono diretto e disinvolto, come se stessi parlando con i miei amici. Penso che sia importante rendere più leggero l’approccio a questo settore. Quante volte si sente dire: “Non me ne intendo di vini”, ma chi conosce a fondo la produzione del formaggio o di altri prodotti?”, racconta a El Pais.
Marta ha iniziato la sua carriera come pasticcera e solo qualche anno più tardi, quando ha sentito la necessità di una svolta, si è iscritta a un corso di degustazione a Barcellona. “Mi è piaciuto molto. Ho visto quel corso come un’opportunità per collegare il vino al mio lavoro di pasticcera per creare abbinamenti”. Leggi il resto di questo articolo »
I quattro marchi di vino più preziosi al mondo sono tutti in mano alla stessa azienda
Un rapporto redatto da Brand Finance, società di consulenza e di valutazione, ha esaminato cinquemila marchi appartenenti al mondo del vino con l’intenzione di classificarli in base al loro valore e alla loro “forza”, mediatica ma anche e soprattutto economica. Il podio (e il gradino immediatamente seguente) è composto da Moët & Chandon, Chandon, Veuve Clicquot e Dom Pérignon – tutti appartenenti al portafoglio di un singolo gruppo. Avete già indovinato quale?
Non era una domanda difficile, a onore del vero. Si tratta di LVMH, la “creatura” di proprietà di un certo Bernard Arnault, da anni in competizione con i Musk, i Bezos e i Zuckerberg di questo mondo per la poltrona di primo Paperon de’ Paperoni del globo terracqueo.
Il vino in numeri: quanto valgono i brand di LVMH?
Moët & Chandon si classifica (ancora una volta) Leggi il resto di questo articolo »
Pinot Nero un vino da Re
Flavio Lenardon. Sommelier Aspi – Asi. Oggi, 18 agosto, l’ASI – Associazione de la Sommellerie Internationale, in Italia rappresentata da ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana, invita tutti gli amanti del vino a unirsi in un brindisi a distanza per festeggiare la Giornata Internazionale del Pinot Noir. Questa giornata speciale è dedicata a una delle uve più nobili e versatili del panorama enologico mondiale, il Pinot Noir. Dalla Borgogna alla California, passando per la Nuova Zelanda e il Cile, il Pinot Noir si distingue per la sua straordinaria capacità di esprimere il terroir in cui viene coltivato, offrendo una vasta gamma di sapori, aromi e stili.
Un vitigno affascinante che ha trovato casa in molte regioni vinicole del mondo, ognuna delle quali aggiunge la propria firma unica a questo vino, partendo dalla Borgogna, culla del Pinot Noir, dove riflette pienamente il terroir borgognone e viene realizzata la sua grandezza esclusiva.
Il Pinot Noir è celebre non solo per la sua eleganza, ma anche per la sua incredibile versatilità in cucina. Dai rosé spumanti ai rossi più corposi, questo vino si presta ad abbinamenti con una vasta gamma di piatti, esaltando sia preparazioni delicate sia banchetti più ricchi. Che si tratti di una cena raffinata o di un pasto informale, c’è sempre un Pinot Noir capace di elevare l’esperienza gastronomica.
Oggi, scopri nelle tue regioni preferite il Pinot Noir dei produttori che ami e i tuoi abbinamenti gastronomici ideali ed unisciti alla comunità internazionale degli appassionati di vino. Brindiamo insieme alla diversità e all’eleganza di questo straordinario vitigno!
https://lokkio.it – 18/08/2024
La Scandinavia come il Mediterraneo: ecco come la Svezia adesso scommette tutto sul vino
È il caso di Westervin, l’azienda agricola nata per la coltivazione di lattuga in serra e passata nel 2003 all’uva per la produzione di vino. Un’avventura, come racconta Italia Oggi, nata per caso dall’intuizione di Agne Johansson, che in tempi non sospetti ha messo in piedi nella Svezia Meridionale, vicino a Linköping, un vigneto di uva da tavola biologica. Una cantina innovativa che oggi può vantare 4,5 ettari in serre e oltre 1000 viti in campi aperti nel suolo svedese. E che insieme a Murre Sofrakis - il pioniere del vino svedese che per primo nel 2001, appena due anni dopo il via libera di Bruxelles alla coltivazione commerciale della vite in Svezia, ha piantato mezzo ettaro di viti nel giardino del mercato di suo padre a Klagshamn, alle porte di Malmö – ha dato il là a una generazione di viticoltori che sta cercando di scolpire una nicchia nel mercato nazionale e estero.
In effetti, sono tante le realtà ai confini del Nord Europa e lontane dalle tradizionali regioni vinicole mediterranee che stanno esplorando il potenziale dei vecchi territori artici. Basti pensare al fatto che in Svezia i vigneti sono passati da quattro a 40 in un solo decennio e che attualmente, secondo il gruppo industriale Svenskt Vin, nel Paese si dedicano alla viticoltura un quarto degli ettari coltivati dalla Francia, il primo produttore di vino al mondo. Una cifra per molti non ancora impressionante ma destinata a crescere, grazie anche tra la recente liberalizzazione del monopolio sugli alcolici e lo sviluppo di nuove tecniche e nuove varietà di uva resistenti al freddo. Leggi il resto di questo articolo »
Non bere mai vino al ristorante se noti questo brutto segnale
Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di persone sceglie di pranzare o cenare fuori casa, soprattutto dopo il lungo periodo passato in lockdown a causa della pandemia. Certo, spesso e volentieri si opta per un pasto economico come una classica pizza o un bel pasto di pasta.
A volte però si ha voglia di una portata più chic, accompagnata magari da una preziosa bottiglia di vino, sia da un punto di vista economico che di qualità. Certo, se non siamo degli esperti in materia ci affidiamo al cameriere, che può guidarci nella scelta di un vino di nostro gradimento.
In effetti molti di noi fanno difficoltà a distinguere per esempio un vino di 3 euro da uno di 25 euro, ma è proprio su questo che puntano molti ristoranti, in particolar modo se si è in vacanza e magari non si ha modo di comunicare al meglio con lo staff. Un cameriere però ha recentemente rivelato il trucco per non farsi più abbindolare.
Non c’è alcun dubbio il cameriere ricopre un ruolo molto importante in qualsiasi bar o ristorante in quanto, tra le altre cose, è incaricato di fornirci le prelibatezze sotto forma di bevande e cibo che scegliamo. Perciò il tipo di esperienza che abbiamo durante il pasto dipende anche da quest’ultimo.
Quando si vuole accompagnare il pranzo o la cena con una bottiglia di vino, si dovrebbe innanzitutto chiedere di aprirla davanti in nostra presenza. Inoltre, indipendentemente dal fatto che la bottiglia sia stappata o meno, c’è un dettaglio sull’etichetta che dovrebbe attirare la nostra attenzione. Se è macchiata, significa che il vino non corrisponde a quella determinata bottiglia. Può sembrare strano, ma potrebbe trattarsi di un vino più economico inserito nella medesima bottiglia.
Nulla toglie che potrebbe trattarsi semplicemente di un cameriere maldestro che ha macchiato la bottiglia, anche se trattandosi spesso di un professionista, è una cosa che non accade così spesso come si può pensare. In ogni caso, sarebbe meglio non bere il vino per evitare una spiacevole sorpresa.
https://www.zapster.it – 28/07/2024