Valtellina Superiore

Zona di produzione e storia

La Valtellina, la valle del corso superiore dell’Adda, è una delle più importanti zone viticole della Lombardia. E’ una zona di montagna che ha la particolarità di essere orientata da est a ovest, mentre tutte le altre valli fluviali alpine si sviluppano da nord a sud, delimitata da alte montagne e ripidi pendii oggi intensamente vitati grazie a onerosi lavori di terrazzamento che hanno comportato la costruzione di muri a secco per rendere coltivabili terreni prima inospitali. Si tratta di un’opera che ha coinvolto intere generazioni che, prive di supporti tecnologici, hanno trasportato a braccia o a dorso di mulo dal fondo valle a monte tonnellate di terra.
Sia per l’esposizione che per le modeste precipitazioni distribuite uniformemente nel corso dell’anno la zona è particolarmente adatta alla viticoltura.
La felice esposizione permette, infatti, la formazione di microclimi locali estremamente favorevoli: l’irraggiamento solare conta una somma di calorie pari a quella di regioni poste più a sud, le Alpi Retiche proteggono la valle dai venti freddi del nord e le Orobie con l’Adamello fanno da schermo a quelli meridionali, completa il quadro la breva, venticello proveniente dal lago di Como che spira da tarda primavera per tutta l’estate convogliando una corrente di aria tiepida che favorisce l’impollinazione e asciuga terreno e piante rendendole più resistenti alla crittogame.
L’uva che vi cresce è detta chiavennesca, denominazione locale del nebbiolo, giunta in Valtellina secondo alcuni autori in epoca medievale, secondo altri verso la fine del Settecento durante la conquista napoleonica. I vitigni autoctoni sono detti pignola, rossola, prugnola, ma rivestono modesta importanza essendo coltivazioni marginali usate, come pure il merlot e il pinot nero, per completare l’uvaggio.
Le terrazze, inaccessibili alle macchine agricole, costringono ancora oggi a lavorare il vigneto manualmente. In periodo di vendemmia i grappoli vengono portati a spalle in “portini”, ossia in gerle, e trasferiti su carri percorrendo ripidi sentieri e scalette, uniche vie di comunicazione tra i vari appezzamenti.
La docg Valtellina superiore comprende le sottozone Sassella, Grumello, Inferno, Valgella, Maroggia.
Il singolare nome “Inferno” deriva probabilmente dalle temperature molto elevate che d’estate si raggiungono nei piccoli terrazzi vitati siti negli anfratti rocciosi, temperature che consentono alle uve una completa maturazione nonostante che alcuni filari si trovino anche oltre gli 800 metri di altezza. Da ciò si arguisce che si tratta di una delle più difficili, nel senso di impervie, zone del Valtellina Superiore. L’Inferno, subito a est del Grumello, con i suoi 68 ettari è la più piccola delle quattro sottozone Valtellina Superiore, comprende una dozzina di comuni della valle e corrisponde al tratto di valle delimitato dai comuni di Poggiridenti e Trevisio, a est di Sondrio.
Il Grumello viene prodotto nella zona a nord-est di Sondrio e prende il nome dal Castello di Grumello, fortezza del XIII sec. che domina la vallata.
Il Sassella nasce nella zona direttamente a ovest di Sondrio (da Castione Andevenno fino al capoluogo) e con circa 150 ettari è la seconda per estensione delle quattro sottozone Docg Valtellina Superiore. Il nome deriva dalla chiesetta della Sassella (da sasso, rupe) sita ai piedi dell’omonimo promontorio, in una zona tra le più impervie, ma anche fra le più solatie della costa retica.
La Valgella (dal latino vallicula, “vallicella”) è la più estesa fra le sottozone Docg Valtellina Superiore: 162 ettari da Teglio fino a Tirano, a nord-est di Sondrio. Il suo nome non è molto conosciuto in Italia in quanto, per tradizione storica, questo vino è stato destinato soprattutto all’esportazione nella vicina Svizzera.
Maroggia è la sottozona più piccola con i suoi 25 ha.

Vitigni – Grado alcolometrico minimo – Invecchiamento e qualifiche

Vitigno: Nebbiolo, (localmente denominato Chiavennasca) minimo il 90%; possono concorrere altri vitigni a bacca rossa non aromatici raccomandati per la provincia di Sondrio fino ad un massimo del 10% del totale.
I vini a denominazione di origine controllata e garantita “Valtellina Superiore”, “Valtellina Superiore” Maroggia, “Valtellina Superiore” Sassella, “Valtellina Superiore” Grumello, “Valtellina Superiore” Inferno, “Valtellina Superiore” Valgella, “Valtellina Superiore” Riserva, all’atto dell’immissione al consumo devono avere:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,0%vol;
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto secco netto minimo: 23,0 g/l.
L’uso delle sottozone geografiche Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella, in aggiunta alla denominazione “Valtellina Superiore”, e’ riservato al prodotto ottenuto dai vigneti situati nelle sottozone delimitate rispettivamente nell’ art. 3 del disciplinare.
I vini possono essere immessi al consumo dopo un periodo minimo di invecchiamento e di affinamento di ventiquattro mesi, dei quali almeno dodici in botti di legno. Il predetto periodo di invecchiamento obbligatorio decorre dal 1 dicembre successivo alla vendemmia. Tutti i Valtellina Superiore raggiungono la maturità dopo un invecchiamento di 3/5 anni e si prestano a essere conservati in bottiglia per molti anni.
I vini a denominazione di origine controllata e garantita “Valtellina Superiore” sottoposti ad un periodo di invecchiamento di almeno tre anni possono portare la specificazione aggiuntiva “riserva”.
I vini ottenuti dal coacervo di uve, mosti e vini provenienti da due o più delle predette sottozone geografiche vengono designati in etichetta soltanto con la denominazione “Valtellina Superiore”.
E’ consentita l’utilizzazione della dizione “Stagafassli” in aggiunta alla denominazione “Valtellina Superiore” limitatamente al prodotto imbottigliato nel territorio della Confederazione elvetica. L’utilizzo di tale dizione esclude automaticamente la possibilità di indicare sia le sottozone Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella sia la qualificazione Riserva sia ulteriori riferimenti geografici aggiuntivi.

Caratteristiche organolettiche

I vini a denominazione di origine controllata e garantita “Valtellina Superiore”, “Valtellina Superiore” Maroggia, “Valtellina Superiore” Sassella, “Valtellina Superiore” Grumello, “Valtellina Superiore” Inferno, “Valtellina Superiore” Valgella, “Valtellina Superiore” Riserva, all’atto dell’immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
- colore: rosso rubino tendente al granato;
- odore: profumo caratteristico, persistente e sottile gradevole;
- sapore: asciutto e leggermente tannico, vellutato, armonico e caratteristico;
Il “Valtellina Superiore” Inferno spicca per carattere deciso, ampiezza aromatica e salda struttura: si tratta di un rosso che presenta profumi talvolta vanigliati, arricchiti da toni di rosa appassita e di nocciola, dotato di sapore asciutto,nervoso, leggermente tannico, austero e al tempo stesso vellutato e armonico, ma più ruvido nei primi periodi, di quello prodotto in altre aree; è assai longevo e si ammorbidisce con la maturazione.
Il “Valtellina Superiore” Grumello è un rosso dotato di sapore asciutto, austero e al tempo stesso vellutato, armonico e, per la prevalenza in questa zona della varietà Brugnola fra le uve secondarie, si nota una particolare sfumatura che ricorda la mandorla tostata.
Il “Valtellina Superiore” Sassella, per quanto meno potente dell’Inferno e del Grumello, è pur sempre un vino di salda struttura; l’odore è caratteristico con sentori di lampone, di piccoli frutti, ma anche di rovere, di viola, di rosa canina e di resina e diventa più sottile e gradevole durante l’invecchiamento; il sapore è asciutto, vellutato, robusto con possibile vena di nocciola, con fondo di liquirizia e di prugne secche.
Il “Valtellina Superiore” Vagella, per quanto riguarda le sue caratteristiche organolettiche, si differenzia dagli altri Valtellina Superiore per la maggior morbidezza iniziale che non preclude, però, a un’uguale tenuta all’invecchiamento.

Abbinamenti e temperatura di servizio
 
Questi vini si servono alla temperatura di 18°C. La versione Riserva, se particolarmente invecchiata, può richiedere di essere travasata in una caraffa per decantare: in tal caso si può servire a tavola in caraffa, oppure, dopo aver avvinato la bottiglia svuotata dei depositi, ricolmarla con il vino e portarla in tavola.
Il “Valtellina Superiore” Inferno può essere abbinato a primi piatti conditi con sughi di carne di selvaggina da pelo, a secondi piatti robusti preferibilmente a base di carni rosse lungamente cotte, a formaggi a pasta dura stagionati. La versione Riserva, più lungamente invecchiata e, da un punto di vista organolettico, più intensamente caratterizzata, è adatta ad accompagnare piatti particolarmente saporiti: secondi piatti a base di carne rossa o di selvaggina da pelo.
Il “Valtellina Superiore” Grumelo e Sassella si accompagnano in modo ottimale con le carni rosse (arrosto e ai ferri), la selvaggina nonché i formaggi stagionati (in particolare con quelli locali, primo fra tutti il Bitto).
Anche il “Valtellina Superiore” Vagella si sposa ottimamente con le carni rosse e con i formaggi, ma idealmente il piatto con cui si accompagna meglio sono i Pizzoccheri, ossia le rustiche tagliatelle di farina di frumento e grano saraceno originarie della stessa zona.