Vernaccia San Gimignano
Zona di produzione e storia
Zona di produzione: tutto il territorio del comune di San Gimignano (Siena).
Tra i vini toscani, la Vernaccia è quello con le origini storiche più incerte.
Probabilmente la Vernaccia prende il nome dal latino “vernaculum” che significa “del posto”, “nativo”. Questo spiegherebbe la molteplicità di uve che in Italia vanno sotto questo nome.
Marchio Lucidi, poeta seicentesco, scrive che il nome Vernaccia deriverebbe da Verno, freddo, gelido. Altri scrittori del XIV e XV secolo farebbero derivare il nome da una corruzione del nome Vernazza, uno dei paesi della Cinque Terre. Si evidenzia, quindi, chiaramente, in ultima analisi, la tesi secondo la quale con il nome Vernaccia, ci si riferisce a vitigni locali autoctoni.
La Vernaccia era quindi legata come nome ad una varietà di vini e di zone di produzione che il passar dei secoli ha selezionato.
Attualmente in Italia si producono tre vini DOC di Vernaccia: la Vernaccia di Oristano, in Sardegna, la Vernaccia di Serrapetrona nelle Marche, vino rosso, e la Vernaccia di San Gimignano (D.O.C.G.).
Introdotto dalla Grecia nel XIII secolo, di questo vitigno si trovano tracce certe sin dal 1276 in quanto lo troviamo citato negli Ordinamenti di gabelle del Comune di San Gimignano.
Decantata dal Redi nei suoi scritti, la Vernaccia di San Gimignano venne divulgata da Lorenzo il Magnifico che mise a dimora nei suoi possedimenti.
Sante Lancerio, bottigliere del Papa Paolo III Farnese, ne trascrive le qualità organolettiche riscontrate nelle degustazioni durante i suoi viaggi gastronomici. La Vernaccia di San Gimignano è stato il primo vino ad essere insignito della DOC (il 3/3/1966 – G.U. 6/5/1966).
Vitigni – Grado alcolometrico minimo – Invecchiamento e qualifiche
Vitigni: Vernaccia di San Gimignano. Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca non aromatici raccomandati o autorizzati per la provincia di Siena fino ad un massimo del 10%.
Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11%.
Zuccheri: residuo massimo 4 g/l.
Acidità totale minima: 5 g/l.
Estratto secco netto minimo: 15 g/l.
Invecchiamento: si consiglia di consumarlo entro i due anni.
Qualifiche: Riserva, con grado alcolometrico minimo di 11,5, un anno di invecchiamento e quattro mesi di affinamento in bottiglia obbligatori.
Caratteristiche organolettiche
Colore: giallo paglierino tenue, tendente al dorato con l’invecchiamento.
Odore: fine, penetrante, caratteristico, fruttato e floreale.
Sapore: asciutto, fresco, di buon corpo, di buona persistenza, armonico, con caratteristico retrogusto amarognolo (mandorla amara).
Abbinamenti e temperatura di servizio
Ottimo l’abbinamento con piatti a base di pesce, primi piatti con salse bianche, fritture varie, uova e carni bianche. Può essere servito anche come aperitivo e con gli antipasti in genere. Temperatura di degustazione piuttosto fredda, 8° – 10°C.