Spumante catalano? No, gracias. Gli spagnoli boicottano il vino cava

La battaglia per l’autonomia della Catalogna rischia di far scattare il boicottaggio dei suoi prodotti tipici nel resto della Spagna. I primi effetti negativi delle rivendicazioni autonomiste del governatore Artur Mas si sono già fatti sentire nelle vendite di cava, il vino frizzante originario delle terre tra Barcellona e Terragona, uno dei simboli della regione catalana. Le vendite di cava sul mercato interno sono scese ancora nel 2012 fino a minimi che non si registravano da quasi trent’anni: l’anno passato gli spagnoli hanno acquistato 81,8 milioni di bottiglie, cinque milioni in meno rispetto al 2011, con un calo superiore al 6 per cento.

Il boicottaggio contro Barcellona
Su questi dati – oltre alla gravissima crisi dei consumi anche alimentari e all’aumento dell’Iva – ha influito lo scontro politico tra la Catalogna e il resto del Paese arrivato alla massima tensione con le elezioni regionali di fine novembre. «Il cava non può essere considerato un prodotto locale. È un vino che difende il nome della Spagna sui mercati internazionali. Ma nonostante questo nel resto del Paese c’è stato un boicottaggio», dice Josep Lluis Bonet, presidente di Freixenet, assieme a Codorniu la marca più conosciuta di questo vino.

«Non c’è dubbio che le questioni politiche – spiega ancora Lluis Bonet – abbiano condizionato la nostra attività. Per fortuna abbiamo salvato il bilancio puntando sui mercati internazionali». Le esportazioni di cava sono cresciute del 5,5% nel 2012 compensando largamente la perdita di ricavi in patria: all’estero sono state vendute infatti 161 milioni di bottiglie, nove milioni in più che nel 2011.

Nel complesso sono state vendute l’anno passato quasi 243 milioni di bottiglie di cava che hanno generato un fatturato di 954,4 milioni di euro, in aumento del 2,02% sul 2011. Con un prezzo medio per bottiglia di 3,90 euro all’estero e di 3,05 euro in Spagna. «È un nuovo record. Il cava si conferma la denominazione di origine spagnola più esportata», spiega Gustau Garcia Guillamet, presidente del Consiglio di tutela del cava.

 Il record sui mercati mondiali
Prodotto con metodo classico o champenoise, il cava è un vino frizzante, in prevalenza bianco, che vende nel mondo più dello Champagne. Trova mercato soprattutto in Germania, Inghilterra, Belgio, Stati Uniti e Francia. Ma si sta affermando anche nelle economie emergenti dalla Russia, alla Cina e al Brasile.

In Spagna però il boicottaggio si fa sentire. Come se i proclami di Roberto Maroni, neogovernatore della Lombardia, sulla macroregione del Nord facessero sparire il panettone dalle tavole degli italiani del Centro e del Sud. Ma tra Madrid e Barcellona, tra il resto della Spagna e la Catalogna la disputa è andata ormai da tempo oltre le chiacchiere. E la richiesta di indipendenza, che dopo il voto catalano non ha trovato uno sfogo giuridico-istituzionale, ha rovinato la campagna del cava nello scorso Natale, come se a far crollare l’alimentare delle feste non bastassero i sei milioni di disoccupati e il blocco delle tredicesime per oltre tre milioni di funzionari pubblici.

Un boicottaggio del made in Catalogna si era verificato nel 2005 quando i leader della sinistra autonomista regionale si erano detti contrari alla candidatura di Madrid per organizzare le Olimpiadi. Oggi di nuovo le divergenze politiche, oltre che storiche e culturali, tra la Catalogna e il resto della Spagna stanno frenando il consumo di cava. Almeno di quello catalano, a tutto vantaggio dei nuovi produttori di vino di Navarra, Aragona, Estremadura e Rioja.

Il Sole 24 Ore 01/032013

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