Vini ‘naturali’, concorrenza sleale francese

“L’iniziativa francese sui vini naturali crea una concorrenza sleale nei confronti di tutti i produttori di vino e confusione tra i consumatori che potrebbero essere fuorviati da un’etichetta con formulazione non riconosciuta a livello europeo”.

Lo afferma in una nota l’europarlamentare della Lega, Elena Lizzi, che ha presentato un’interrogazione sulla vicenda per conoscere quali azioni intenda mettere in atto la Commissione europea per scongiurare la penalizzazione dei produttori di vino degli altri Stati europei, già gravemente colpiti dall’emergenza Covid-19.

“Il 25 marzo 2020 –spiega l’europarlamentare friulana- l’autorevole testata giornalistica, “Wine Business”, ha reso noto che i produttori di vino francesi hanno ottenuto un formale riconoscimento da parte del loro Governo, per l’etichettatura dei vini naturali”.

“Le normative europee vigenti vietano l’utilizzo del termine “vino naturale”. In tutto il mondo –continua Lizzi- non esiste una definizione unica di “vino naturale”, che include un’importante nicchia del settore, pertanto, le autorità francesi hanno aggirato l’ostacolo legislativo creando una nuova denominazione, “vin méthode nature”, e stabilendo un elenco di criteri e un protocollo di screening dedicati unicamente a questa nuova denominazione”.

“I produttori francesi che decidono di aderire a questa nuova denominazione potranno apporre il logo, “vin méthode nature”, su ogni bottiglia di vino, per questo ho chiesto alla Commissione se ritenga accettabile la possibilità di un’etichettatura che superi la normativa europea.

La problematica –conclude Lizzi- è stata condivisa con l’assessore regionale all’agricoltura del Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, e con l’onorevole Aurelia Bubisutti, componente della Commissione agricoltura”.

www.ilfriuli.it – 16/04/2020

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