Vino argentino conservato in una botte per quasi 100 anni è oggi un gioiello storico

Nei primi decenni del Novecento, produrre vino in Argentina era un mestiere nobile. Come riferisce El Clarin, poco si sa sui nomi che ci sono dietro alle bottiglie più antiche e più pregiate che oggi si trovano in alcune cantine. Tuttavia, molti di quei pionieri, senza volerlo e senza saperlo, hanno fatto la storia.

Quest’anno, per esempio, un Semillón del 1959 di Bodega Norton a Mendoza ha ottenuto l’ambito punteggio massimo di 100 punti dal critico James Suckling.

Un bianco, e Semillón, che invecchia così non è però l’unico. Lo sa bene l’enologo Gerardo Michelini che nel 2015 ne ha scoperto uno in un modo che descrive come «un miracolo». Come molti altri colleghi, acquista uva da viticoltori di fiducia per produrre alcuni dei suoi vini. Ha conosciuto così Hugo Manoni, 84 anni, proprietario di una fattoria a Tupungato, Mendoza, con vigneti che sono stati piantati nel 1890.
Hugo, che è alla terza generazione di viticoltori, e gli ha raccontato che nella sua casa conservava una vecchia botte di legno di castagno che custodiva un Semillón fatto da suo nonno. «È il mio tesoro più prezioso», sono state le parole di «don Hugo», come viene chiamato Manoni.

La curiosità di Gerardo si è subito scatenata e gli ha chiesto di provarlo.
«Don Hugo ha fatto sigillare la botte in modo che nessuno potesse aprirla. Abbiamo organizzato un’intera operazione per poter estrarre con cura il vino e assaggiarlo, ed è stata una rivelazione. Ho provato una grande emozione. Ad essere sincero, non ho mai assaggiato un vino più ricco in nessuna parte del mondo», ha raccontato Michelini.
Da quel momento Gerardo ha cominciato a desiderare di averne una bottiglia, e Manoni gli ha concesso questo piacere. Così, la famiglia Michelini-Mufatto, tutti viticoltori, ha intrapreso l’accurato processo di travaso in casa propria dei 40 litri in piccole bottiglie da 350 ml che oggi sono diventate oggetti da collezione.

Il vino oggi porta l’etichetta A merced del tiempo – In balia del tempo – e, facendo due conti, è stato calcolato che il nonno di Don Hugo lo produceva nel 1923, quindi è un esemplare centenario. Non è però in vendita, e pochissimi fortunati hanno avuto il piacere di assaggiarlo.

https://www.ilmattino.it – 10/08/2023

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