Vino in Slovacchia con barbatelle e macchinari made in Italy
Sono italiane, in larga parte, le barbatelle di vite impiantate in Repubblica Slovacca, come le macchine per la produzione del vino tra cui: cisterne, presse, nastri trasportatori e sgrondatori.
Nella terra dell’est Europa, dove furono i legionari romani a portare la coltura dell’uva, fiorita sotto Marco Aurelio, il rapporto con l’Italia è più vivo che mai, tanto che l’italiano è una lingua molto diffusa nel paese. L’Italia è un faro per un’economia agrivinicola in grande espansione, che raggiunge alti standard di sostenibilità ambientale.
Con l’ambasciatrice slovacca in Italia, Karla Wursterová, ha percorso la “Strada del Vino”, nei territori di Malé Karpaty, da Bratislava, Svätì Jur, Pezinok, Modra, fino a Trnava.
I vini slovacchi hanno le etichette con i nomi dei castelli, nel caso del bianco, e nomi dei fiumi, nel caso dei rossi. Tra questi il noto Dunaj, nome slovacco del fiume Danubio, vino di uva a maturazione medio-tardiva, resistente al gelo, con aromi di ciliegia e cioccolato, molto amato dai turisti italiani.
Il 15% del vino prodotto è rosso, con uve di Blaufränkisch, Cabernet Sauvignon, Dunaj e Pinot nero. Il restante 85% è bianco, invecchiato anche fino a 20 anni: Chardonnay, Pinot, Traminer, Riesling. Queste uve sottolineano il legame con il nord Italia, in particolare con la zona di Bolzano, luogo da cui derivano diverse barabtelle reinnestate su colture molto antiche, come nel caso dei vitigni minerali e rocciosi di altura a Pomfy di Vinosady.
La riqualificazione agricola degli ultimi vent’anni della Repubblica Slovacca, coincisa con l’ingresso nell’Unione Europea, ha prodotto una ristrutturazione di forte innovazione tecnologica. Dalle più storiche cantine, come quelle dei castelli di Modra e Château Béla, fino alle moderne aziende vitivinicole di Predium Vráble, Világy Chľaba e Zoya Museum, in cui l’arte dell’ospitalità è tratto caratteristico, dalla lingua italiana parlata correntemente, fino alle degustazioni comparative tra vini slovacchi e italiani.
“La Slovacchia è una destinazione turistica sicura, nonostante la vicinanza all’Ucraina” sottolinea l’ambasciatrice. “Sono decine di migliaia gli italiani che negli ultimi anni hanno visitato la Slovacchia. Oltre a Bratislava, si stanno appassionando alle strade del vino, all’arte e alla gastronomia. Le moderne aziende vitivinicole slovacche offrono ai visitatori esperienze immersive, che prevedono la raccolta e lavorazione dell’uva, degustazioni ed esposizioni di arte contemporanea permanenti.
Gli italiani, depositari di una delle più antiche culture vinicole europee, amano questa terra verde e fiorita, che sta impiegando nella viticoltura giovanissime generazioni di professionisti, anche fuori dagli schemi, come nel caso dell’azienda Želiezovce, che produce vino al miele e ai frutti di bosco”, conclude l’ambasciatrice Karla Wursterová.
https://www.ansa.it – 19/06/2023